Il lungo iter giudiziario dell’ormai celebre Torteria di Chivasso è giunto al termine.

La sentenza della Cassazione Penale uscita negli scorsi giorni è stata immediatamente utilizzata da no vax, no dittatura sanitaria e no tutto come simbolo della vittoria della loro eroina contro i poteri forti della dittatura che volevano mettere a tacere la voce della verità.

In effetti, la torteria di Chivasso è stata assolta in quanto “il fatto non è previsto dalla legge come reato“, il che dovrebbe suggerire che, per una volta, i no dittatura sanitaria hanno avuto ragione.

Torteria di Chivasso

Suppongo però che, anche questa volta, i sostenitori della torteria di Chivasso si siano messi a festeggiare senza aver letto cosa la sentenza dica in concreto. Ed è per questo che, anche questa volta, ci penserò io a spiegarne il contenuto.

Torteria di Chivasso: il contenuto della sentenza

Partiamo da una inevitabile ammissione: la sentenza della Cassazione sulla torteria di Chivasso – qui il link – è corretta. Non resta però che capirne il perché.

Il ricorso dei difensori della Torteria di Chivasso si fonda su una serie di doglianze, ma è solo la prima a venire in considerazione, in quanto la Cassazione ha dato ragione ai ricorrenti sulla base del solo primo motivo, ritenuto assorbente rispetto agli altri – ossia da solo sufficiente a dare ragione alla Torteria senza dover analizzare gli altri motivi -.

In sostanza, i ricorrenti hanno lamentato che la sanzione penale inflitta alla Torteria, ossia il sequestro preventivo del locale per la mancata osservazione delle misure di contenimento del Covid, era illegittima, in quanto il D.L. n. 19 del 2020 (ossia il secondo D.L. del periodo del lockdown, che aveva corretto le criticità costituzionali del primo, come avevo spiegato in questo video), aveva di fatto depenalizzato la condotta in questione da reato di carattere penale a mero illecito amministrativo (l’unica fattispecie penale che restava in piedi era la violazione della quarantena, mentre la mancata adozione delle misure restrittive era stata declassata a illecito amministrativo). Pertanto, il sequestro non aveva ragion d’essere.

La Cassazione non ha potuto fare altro che dare ragione alla Torteria di Chivasso: in effetti, il secondo decreto aveva sostituito il primo, e in base al secondo decreto quella condotta non era più considerata reato; pertanto, non era possibile disporre un sequestro, che si applica unicamente alle sanzioni penali.

Si legge infatti nella sentenza che:

“La disposizione dell’art. 3, comma 4, del d.l. 23 febbraio 2020, n.6 – che qualificava reato punibile ai sensi dell’art.650 c.p. il mancato rispetto delle misure di contenimento emanate per fronteggiare lo stato di emergenza dovuto alla diffusione del Covid-19 – è stata sostituita dall’art. 4, comma 1, del d.l. 25 marzo 2020, n.19, in vigore dal giorno successivo e convertito con modificazioni dalla legge 22 maggio 2020, n.35, che ha depenalizzato, trasformandola in illecito amministrativo, la condotta di mancato rispetto delle citate misure di contenimento”.

Cassazione Penale, sentenza n. 8370/2022.

Non essendo più qualificabile come reato, non è possibile disporre una pena accessoria come il sequestro.

Ma attenzione: quello che probabilmente in molti non hanno compreso è che il fatto che non sia legittimo il sequestro, trattandosi di illecito amministrativo e non di reato, non significa che la Torteria non abbia violato la legge e non sia comunque “colpevole” di un illecito. Il mancato rispetto delle misure di contenimento, infatti, continua a costituire un illecito – amministrativo – e a prevedere delle sanzioni – amministrative.

Continua infatti la sentenza:

“l’ora citato art. 4 del d.l. 25 marzo 2020, n.19, prevede che, in caso di violazione delle misure di contenimento anti Covid, la sanzione pecuniaria, irrogata dal Prefetto con ordinanza ingiunzione, possa essere accompagnata dalla sanzione accessoria della chiusura dell’esercizio commerciale per un periodo temporale tra i 5 e i 30 giorni, stabilendo al comma 5, che, in caso di reiterazione delle violazioni la sanzione pecuniaria sia raddoppiata e la sanzione amministrativa accessoria applicata nella misura massima”.

Cassazione Penale, sentenza n. 8370/2022.

Quindi, la Torteria di Chivasso è stata assolta sul piano penale, ma la violazione di legge è rimasta, seppur in forma di illecito amministrativo: lo Stato cioè ha applicato la sanzione sbagliata, non potendo disporre il sequestro ma ben potendo infliggere la sanzione pecuniaria prevista dalla legge e altresì la sanzione accessoria della chiusura del locale, che in caso di reiterazione, come in questo caso, può raggiungere i 30 giorni (termine già ampiamente trascorso, ed è per questo che la Torteria potrà riaprire: ha già scontato la pena).

Insomma: potevano chiudere il locale, ma non sequestrarlo. E infatti, nulla si dice in merito all’impossibilità di sanzionare la Torteria dal punto di vista amministrativo, sanzione che invece appare perfettamente legittima in base alla legge.

Quindi, anche questa volta, la dittatura sanitaria la svelate domani.

Rassegna delle sentenze sulla dittatura sanitaria

Come sempre, eccovi una rassegna delle sentenze sulla dittatura sanitaria.

P.T.

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