Era prevedibile: Sara Cunial ha perso il ricorso contro il Green Pass.
Nei giorni scorsi la senatrice del Parlamento italiano aveva presentato ricorso contro l’obbligo di Green Pass per accedere alle Camere, pretendendo così di ergersi a “cittadina più uguale degli altri” cercando di poter evitare per se stessa un obbligo che la sua stessa camera aveva imposto a tutti i cittadini italiani.
E i cittadini italiani d’accordo con lei, che fino a ieri si lamentavano della solita politica corrotta che obbliga i poveracci al Green Pass mentre per andare in Parlamento non serviva, avevano esultato quando la loro paladina era riuscita ad evitare l’obbligo per lei, dimostrando ancora una volta che i “no cose” e la coerenza logica sono due rette parallele.
In ogni caso, avevo già parlato sulla pagina Facebook della decisione, presa in sede cautelare, di sospendere l’obbligo per la Cunial in attesa del giudizio – qui il link al post – laddove avevo precisato che sarebbe stato necessario attendere la decisione definitiva nel merito per trarre conclusioni. Ebbene, le conclusioni sono arrivate e Sara Cunial ha perso il ricorso contro il Green Pass.
La decisione, spiegano i giornali, si è fondata sul presupposto che:
“I membri del Parlamento siano tenuti, al pari e più di ogni altro cittadino, a non ledere né porre a rischio con il proprio comportamento la salute altrui, in osservanza del principio generale che vede il diritto di ciascuno trovare un limite nel reciproco riconoscimento e nell’uguale protezione del coesistente diritto degli altri”
E che inoltre deputati e senatori
“devono ricondurre ogni loro ipotetico sacrificio o disagio rispetto alla condizione di ogni altro cittadino all’insieme di responsabilità, potestà, diritti e doveri che compongono lo status di parlamentare in carica”
Del resto, si osserva nella decisione che
sia la vaccinazione contro il Covid-19, sia il tampone sono strumenti che, “pur non potendo scientificamente garantire la certezza in assoluto della loro efficacia ed attendibilità, offrono al riguardo un significativo tasso di probabilità statistica, ed in ogni caso costituiscono attualmente le uniche misure concrete che le Istituzioni possono porre in essere nel doveroso perseguimento della tutela della salute individuale e collettiva, garantita dall’articolo 32 della Costituzione”
Insomma: i parlamentari non sono sopra la legge, e se le misure imposte alla cittadinanza, seppur imperfette, sono necessarie per aiutare la società ad uscire dalla pandemia, non si vede il motivo per cui i parlamentari dovrebbero andarne esenti.
E così, Sara Cunial ha perso il ricorso contro il Green Pass ma il suo ricorso ci ha permesso di stabilire un principio sacrosanto: chi ci governa non è legibus solutus e quindi deve rispettare le leggi tanto quanto i “normali” cittadini.
Nessun riferimento, peraltro, a presunte violazioni della Costituzione e del diritto al lavoro.
Ed ecco perché (dai, ripetiamolo insieme) anche oggi la dittatura sanitaria la svelate domani…
Per le altre sentenze sulla “dittatura sanitaria, eccovi una rassegna:
- una pronuncia cautelare della CEDU del 25 agosto 2021 che esclude danni dalla somministrazione del vaccino;
- 2 decreti monocratici del TAR Lazio di inizio settembre 2021 che dichiarano legittimo il Green Pass;
- una pronuncia del TAR Sardegna del 15 settembre 2021 che respinge il ricorso di 170 sanitari no vax;
- una pronuncia del TAR Friuli Venezia Giulia del 10 settembre 2021 che respinge il ricorso di due sanitari sospesi da lavoro perché non vaccinati;
- L’ormai celebre sentenza del Tribunale di Milano del 15 settembre 2021 citata dall’avv. Sandri che, a dispetto di quanto da lui affermato, conferma pienamente la legittimità della sospensione di un sanitario non vaccinato,
- L’altrettanto celebre sentenza della Corte Costituzionale del 22 settembre 2021, che ha dichiarato legittimi i DPCM, e della quale però non ci sono ancora le motivazioni quindi mi riservo l’analisi appena disponibili;
- Una ordinanza del Consiglio di Stato del 16 settembre 2021, che ha bocciato il ricorso dell’avv. Scifo;
- Una ordinanza del TAR Lazio che ha visto soccombente il Dott. Mariano Amici;
- Una sentenza del TAR Lazio del 7 ottobre 2021 che ha rigettato il ricorso di alcuni professori in merito all’obbligo di Green Pass per lavorare;
- Una sentenza del 20 ottobre del Consiglio di Stato che ha dichiarato perfettamente legittimo l’obbligo della vaccinazione per i sanitari;
- Sentenza della CGE del 29 ottobre 2021 che dichiara inammissibile il ricorso dell’avv. Sandri;
- una sentenza del 7 novembre 2021 del TAR Lazio che legittima l’obbligo di Green Pass a scuola.
P.T.