Nei giorni scorsi il TAR del Lazio ha dichiarato legittimo il Green Pass.

Stranamente, però, i vari siti di informazione come ByoBlu e RadioRadio, che non hanno mai perso occasione per parlare di presunte sentenze che confermavano l’esistenza di una dittatura sanitaria e l’illegittimità delle misure prese dal Governo – come ad esempio per il Tribunale di Reggio Emilia e il Giudice di Pace di Frosinone -, dando modo ai loro seguaci di affermare che “ormai le sentenze contro le misure del Governo non si contano più”, quando il Tar del Lazio ha dichiarato legittimo il Green Pass si sono guardati bene dal parlarne.

E dire che in altri casi, altre sentenze dello stesso Tar del Lazio erano state prontamente citate, come quella sull’obbligo delle mascherine agli under 12 – citate chiaramente a sproposito, come avevo analizzato in questo articolo -; ora che invece il Tar del Lazio ha dichiarato legittimo il Green Pass, i siti di informazione “vera”, stranamente, non cielodicono.

Dovrò dunque farlo io.

Il contenuto del decreto

Il decreto – che in realtà sono due, i decreti monocratici 4531/2021 e 4532/2021 – segue ad un ricorso presentato da dei docenti, per far dichiarare illegittimo l’obbligo di Green Pass per i docenti che hanno scelto di non vaccinarsi, con conseguente sospensione dal lavoro senza retribuzione, in quanto simile disposizione lederebbe la loro libertà di scelta e quindi un loro diritto.

il Tar, però, come si legge in questo articolo de La Stampa, ha dichiarato che la sospensione dei docenti sprovvisti di Green Pass “è giustificabile alla luce della tipicità delle mansioni“, e soprattutto che

“il diritto del personale scolastico a non vaccinarsi, in disparte la questione della dubbia configurazione come diritto alla salute, non ha valenza assoluta, e dunque non può essere inteso come intangibile”

Pertanto, non solo il Tar nutre seri dubbi che la libertà di non vaccinarsi configuri un “diritto alla salute”, motivo per cui esso non può essere considerato assoluto, ma in particolare rileva che

“Relativamente alla prospettata illegittimità degli impugnati provvedimenti nella parte in cui stabiliscono che i dipendenti privi di Green Pass qualora non si procurino il documento, perdono anche il trattamento retributivo anche per le prestazioni espletate prima della sospensione, il danno prospettato è meramente patrimoniale e ristorabile integramente e, pertanto, certamente non può configurare quella situazione di estrema gravità ed urgenza tale da giustificare la sospensione per tale aspetto dei gravati provvedimenti”

Non solo: perfettamente in linea con quanto indicato nello stesso Regolamento Europeo sul Green Pass, di cui avevo già parlato qui, secondo il Tar la possibilità di sottoporsi al tampone per chi non intenda vaccinarsi appare perfettamente rispettosa dei diritti individuali e della stessa libertà di scelta, che non essendo assoluta non può andare a ledere il diritto alla salute altrui.

Dice infatti il Tar che:

“la presentazione di un test molecolare in sostituzione del certificato comprovante l’avvenuta gratuita vaccinazione costituisce una facoltà rispettosa del diritto del docente a non sottoporsi a vaccinazione, ed è stata prevista nell’esclusivo interesse di quest’ultimo. Di conseguenza, a una sommaria delibazione, non appare irrazionale che il costo del tampone venga a gravare sul docente che voglia beneficiare di questa alternativa”

Insomma: il decreto con cui il Tar del Lazio ha dichiarato legittimo il Green Pass appare smontare completamente tutte le obiezioni dei no vax in merito alla legittimità della misura, sia perché non va a comprimere un diritto assoluto, come la scelta di non vaccinarsi, sia perché consente un’alternativa al cittadino che non vuole vaccinarsi – il tampone – rispettando così la sua libertà di scelta.

E anche oggi, la dittatura sanitaria la svelate domani.

P.T.