Cosa sono le fallacie logiche?
In via generale, esse sono definite come
errori nascosti nel ragionamento che comportano la violazione delle regole di un confronto argomentativo corretto.
Fallacie logiche
Si tratta dunque di argomenti errati, frutto di deduzioni sbagliate o di meri artifici retorici per sostenere una tesi in assenza di reali evidenze a supporto.
Come tali, esse sono alla base del ragionamento in Antimetodo e per questo possiamo riscontarrne un ampio uso da parte di pseudoscientisti, complottisti e analfabeti funzionali in generale.
In questa guida analizzeremo 20 fallacie logiche di cui facciamo tutti frequente uso, spesso senza renderci conto che si tratta di argomenti privi di valore probatorio. L’approccio cognitivo fondato sull’Antimetodo che deriva dai bias cognitivi del nostro cervello ci porta infatti a sostenere teorie attraverso il ricorso ad argomenti privi di valore scientifico.
Si tratta di argomentazioni contrarie al metodo scientifico ma che tutti noi usiamo per avvalorare o difendere la nostra convinzione.
In questo articolo ho elencato le 20 fallacie logiche più utilizzate. Lo scopo è quello di illustrarvele e indurvi a cercare di rilevare se, in determinati casi, ne fate uso anche voi.
Nel caso ne facciate uso, sappiate che le stesse sono errate e quindi non hanno alcun valore probatorio.
a. L’argomento fantoccio
La prima delle 20 fallacie logiche è una mera strategia retorica volta a rappresentare scorrettamente l’argomentazione dell’avversario, esagerandola o riportandola in modo caricaturale. Spesso è usata dai troll.
Consiste anche nel mettere in bocca all’interlocutore parole che non ha detto, con lo scopo di confutare più facilmente la sua tesi. In questo modo si cerca di ricostruire la teoria avversa di modo che appaia errata, pretendendo in automatico che la propria sia più sensata e dunque quella corretta.
b. “Terreno sdrucciolevole”
Con essa si intende l’argomento di chi sostiene che da una determinata ipotesi derivino necessariamente determinate conseguenze (negative) allo scopo di screditare chi sostiene la bontà di quella ipotesi. Con questo meccanismo non si discute della bontà dell’ipotesi stessa ma si sposta la conversazione su una sua conseguenza estrema e soprattutto ipotetica.
Esempio: “Paolo dice che se consentiamo i matrimoni tra persone dello stesso sesso, allora successivamente permetteremo ai figli di sposare i propri genitori, o la propria automobile o addirittura una scimmia”
c. Il principio di autorità
Esso consiste nel suffragare la validità di una teoria sulla base delle qualità personali e l’autorità di chi l’ha proposta. Tale argomento era peraltro molto utilizzato nel medioevo, prima che fosse abbandonato in favore del metodo scientifico sperimentale proprio in quanto privo di valore probatorio.
d. Argomento ad hominem
Nel senso diametralmente opposto abbiamo invece l’argomento ad hominem. Esso consiste al contrario nel contestare la validità di una teoria screditando le caratteriste personali del soggetto che l’ha proposta. Anche questo argomento è molto utilizzato da complottisti e pseudoscientisti; la convinzione è che screditare il soggetto che formula una teoria comporti, quasi per “osmosi”, la confutazione anche della teoria da questi enunciata.
e. Supplica speciale
E’ un argomento che si usa quando la propria tesi viene smentita; lo scopo è cercare di ottenere ragione inventando eccezioni o cambiando il senso della propria tesi iniziale. Anch’esso è un tipico argomento dell’Antimetodo, indotto dal bias di conferma; pur di tenere in piedi lo schema acquisito, si modificano le proprie tesi a costo di snaturarlo o riadattarlo alle confutazioni mosse contro lo stesso.
f. Domande accusatorie
Questo artificio retorico è un po’ una rielaborazione specifica dell’argomento ad hominem. Esso consiste nel fare una domanda che contiene un’affermazione, in modo che l’intervistato non possa rispondere con un sì o con un no, ma debba contestare la domanda e apparire così sulla difensiva o addirittura colpevole.
Ad esempio chiedere: “hai smesso di picchiare tuo figlio?”; quale che possa essere la risposta, essa farà apparire l’interlocutore colpevole di qualche nefandezza, e questo finirebbe per screditare in radice ogni sua affermazione.
g. Il carro del vincitore
Questo altro non è che la conseguenza della distorsione cognitiva detta “effetto band wagon”. Esso induce ad avallare un’ipotesi sulla base del fatto che è creduta per vera da molti soggetti. Anche questo argomento, chiaramente, non ha alcun valore probatorio di per sé; infatti, tutti gli uomini primitivi credevano che i fulmini li lanciassero le divinità, ma ciò ovviamente non rende plausibile questa tesi! Come visto, però, per l’Antimetodo il fatto che una determinata tesi sia sostenuta da molte persone (non importa se esperti della materia) costituisce una prova che suffraga la validità di quella tesi.
h. Il falso dilemma
Esso consiste essenzialmente nel far credere che esistano solo due alternative e costringere a scegliere tra una di esse, quando in realtà le possibilità sono di più. Frutto in parte della “semplificazione“, trattasi di un argomento disonesto, perché scegliendo una seconda opzione palesemente falsa o pericolosa si avvalla automaticamente la prima ipotesi, anche se invalida, perché si escludono tutte le altre a priori.
i. Appello alla natura
In base a tale argomento, tendiamo a sostenere che una cosa naturale deve essere per forza giusta, ideale, necessaria, buona. Ovviamente non è così: anche l’assassinio, per esempio, potrebbe essere inteso come evento “naturale”, ma non per questo lo consideriamo giustificabile. Allo stesso modo, non tutto ciò che è naturale è automaticamente buono e utile: si pensi alle malattie, ai veleni, alle catastrofi naturali.
j. Composizione/divisione
Questi due argomenti sono speculari, e consistono il primo nel ritenere che ciò che è valido per una parte sia valido per il tutto (composizione) o che viceversa ciò che è valido per un intero sia valido anche per le sue singole componenti (divisione).
k. Anedottica
Si tratta in questo caso della tendenza a citare un aneddoto o un esempio isolato della propria esperienza personale per confutare una tesi, soprattutto per indebolire le statistiche. Ne sono esempi il classico “io ho avuto il morbillo e sono ancora qui!” o “l’omeopatia con me ha funzionato!“).
l. La “fallacia fallace”
Con questa espressione si intende un argomento con il quale si sostiene che una proposizione è falsa solo perché supportata da argomentazioni fallaci. L’errore sta nel non considerare che l’affermazione può anche essere vera, seppur non presentata in modo logicamente valido. Viceversa, una proposizione presentata in modo logicamente valido può essere falsa.
Esempio: “Dopo aver fatto notare a Paolo che aveva commesso una fallacia nel dire che dovremmo tutti mangiare cibo nutriente perché uno scienziato aveva detto così, Andrea disse che allora al contrario dovremmo mangiare cheeseburger al bacon ogni giorno”.
m. “Tu Quoque”
Anche questo è uno stratagemma molto utilizzato soprattutto da chi non ha competenze sufficienti per entrare nel dettaglio della questione, e per questo cerca di liquidare l’interlocutore criticandolo per il fatto che non sia coerente con quello che dice, ed evitare così di confrontarsi con la validità delle sue affermazioni (es. “parli tu che sei il primo a fare il contrario”, come se il tuo atteggiamento avesse una qualche influenza sulla tua affermazione). Fa dunque sempre parte delle argomentazioni disoneste finalizzate a screditare l’interlocutore e non la sua teoria.
n. Inversione dell’onere della prova
Questa prassi, frutto del bias di conferma che ci illude che la nostra teoria sia già provata, ma anche dell’ignoranza generale dei dettami del metodo scientifico, consiste nel sostenere che l’onere della prova spetti a chi vuole smentire una tesi e non a chi la sostiene.
o. Fallacia genetica
Far credere che l’origine di una certa argomentazione possa togliere validità alla stessa. Così come una teoria non sarebbe valida se sostenuta da un soggetto dalle qualità deprecabili (argomento ad hominem) allo stesso modo una teoria sarebbe sbagliata se ideata e sostenuta da ideologie, culture e popolazioni connotate negativamente.
Esempio: “L’eugenetica non è accettabile, è una pratica usata dai nazisti!”.
p. “Tiratore del Texas”
Con questo particolare nome si intende la prassi con cui qualcuno sceglie arbitrariamente una casuale concentrazione di un certo dato per sostenere una tesi, oppure crea ad arte un modello che avvalori una congettura. Il nome viene dalla storia del pistolero texano che sparava colpi a caso su un capanno, per poi disegnare attorno ai fori di proiettile un bersaglio.
Esempio: “I produttori della bevanda gassata mostrarono delle ricerche secondo cui, dei cinque paesi dove la bibita era più bevuta, tre erano nella classifica dei primi dieci al mondo per la salute media. Quindi la loro bibita era salutare”.
q. “Terra di mezzo”
L’ultima delle 20 fallacie logiche consiste in un argomento col quale si cerca di sostenere che un compromesso, o un punto d’intesa tra due estremi, sia la verità. Spesso la verità sta nel mezzo, ma questo non è necessariamente vero: a volte la verità è in uno dei due estremi. Un esempio di questo argomento l’ho verificato in una discussione con un complottista dell’11 settembre. Dopo essere stato messo di fronte ad ogni singola confutazione delle sue prove, ha concluso sostenendo che, in ogni caso, visto che lui aveva dubbi e io avevo delle risposte, il complotto c’era comunque, ma era meno “complesso” di come la teoria complottista ufficiale lo delineava.
Fallacie logiche e bias cognitivi
Queste 20 fallacie logiche contrarie al metodo scientifico sono molto comuni e come probabilmente avrete avuto modo di constatare a tutti noi capita di farne uso in una discussione.
Ciò capita in virtù del tentativo del cervello di consolidare i propri schemi, in assenza dei quali perderebbe i riferimenti su cui fonda l’interpretazione della realtà. Così facendo, andrebbe in uno stato di confusione. Per questo, nell’ossessione di non perdere lo schema, il cervello fa il possibile per avvalorarlo e non si cura dell’effettiva validità degli strumenti che usa, purché essi portino almeno illusoriamente a screditare la teoria avversa e quindi a confermare la propria.
Se riconoscete che ne state facendo uso, ricordatevi che le vostre argomentazioni stanno uscendo dai binari del metodo scientifico. Non state più adottando un approccio critico, ma vi state concentrando sul tentativo di confermare il vostro schema.
State cioè facendo ricorso all’Antimentodo.
P.T.
(L’elenco delle 20 fallacie logiche è tratto da questo articolo de “Il Post”).
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