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Nelle scorse settimane ho fornito alcuni esempi pratici per individuare il profondo divario tra percezione e realtà che permea il nostro modo di interpretare il mondo.

Abbiamo quindi analizzato alcuni divari tra percezione e realtà. Abbiamo mostrato come alcune nostre convinzioni siano errate parlando di tasso di omicidi; di etnia degli assassini; di percentuali delle etnie in carcere; analizzando anche con un esempio concreto come i media possano influenzare in modo determinante quella percezione, stravolgendo le nostre priorità e la nostra comprensione di ciò che ci circonda.

Come il cervello consolida le sue convinzioni

Le dinamiche che consentono questo divario tra percezione e realtà sono da ricercarsi, ancora una volta, nei bias cognitivi e nell’analisi della realtà secondo l’Antimetodo.

Quello che accade è che, come analizzato in quest’altro articolo, il nostro cervello si affida alle informazioni che riceve passivamente dall’esterno per creare i suoi schemi mentali utili ad interpretare la realtà; siccome però il sistema informativo viaggia secondo dinamiche sue proprie, è impossibile per un essere umano conoscere nel dettaglio tutte le informazioni di cui necessita per operare correttamente quella interpretazione. Di conseguenza, non potrà far altro che basarsi sulle sole informazioni che riceve dai media e dai social.

Esse costituiscono ovviamente solo una parte di tutte le informazioni, come spiegato con la teoria dell’Iceberg.

Il problema è che il cervello non lo sa, e quindi tenderà a fare affidamento su quelle informazioni come se fossero le uniche esistenti. Si attiva così quella distorsione cognitiva che definiamo WYSIATI.

Una volta creata una storia coerente che sappia mettere insieme le informazioni a nostra disposizione, il nostro cervello inizierà ad adottare un approccio confermativo che tenderà cioè e selezionare tutte le altre informazioni usando come criterio proprio la coerenza della storia creata; in sostanza, prenderemo per vere solo le informazioni che confermano quello schema e tralasceremo le altre. Di più, tenderemo a cercare solo quelle informazioni e ad affidarci solo a quelle fonti che siano in linea con lo schema già creato, attraverso il bias di conferma.

Ancora, tenderemo a riadattare ogni informazione a quella storia, sul presupposto che essa sia già “dimostrata” e quindi non possa essere sbagliata, seguendo un approccio contrario a quello suggerito dal metodo scientifico.

Percezione e realtà: perché è difficile abbandonare gli schemi?

Sulla base di questo approccio antimetodologico, determinate convinzioni, frutto della nostra percezione, si consolideranno a fondo nei nostri schemi cognitivi e le riterremo valide oltre ogni ragionevole dubbio, proprio perché l’approccio del cervello tenderà continuamente a confermarle. Ad ogni conferma, infatti, quella convinzione si consoliderà ulteriormente e il divario tra percezione e realtà tenderà ad accrescersi.

percezione e realtà

Tutto ciò avviene in modo del tutto inconsapevole – è infatti il Sistema 1, ossia l’intuito, a svolgere simili operazioni – e di conseguenza non saremo mai in grado di accorgerci dell’errore perché finiremo per entrare in un circolo vizioso senza uscita

Perché le evidenze non bastano?

In molti sono portati a sottovalutare questo problema, relegandolo ad una questione di mera ignoranza. Anche accettando che le dinamiche che creano il divario tra percezione e realtà siano effettivamente quelle esaminate sin qui, come è possibile infatti che certa genti arrivi a negare anche l’evidenza? Come è possibile cioè che quel divario tra percezione e realtà continui a persistere anche dopo che si sono mostrate prove e documentazioni che dimostrano il contrario?

Di certo, saranno in molti a ritenere che solo uno stupido o un testardo persisterebbe nel sostenere un’idea errata anche di fronte all’evidenza, continuando a negare ciò che può essere fattualmente dimostrato.

In realtà non è così: il problema sta proprio nel fatto che quelle percezioni, radicandosi nel cervello sotto forma di schemi, diventano per il cervello delle certezze granitiche, capaci di assumere lo stesso livello di evidenza delle prove contrarie basate sul metodo scientifico.

L’Antimetodo convince il Sistema 1 con la stessa forza con cui il metodo scientifico convince il Sistema 2

La nostra percezione è più forte delle statistiche, delle prove, delle argomentazioni razionali; e non perché siamo stupidi, ma perché essa è la base fondante della nostra comprensione del mondo e il cervello farà estrema fatica ad abbandonarla. Se lo facesse, dovrebbe rimettere in discussione tutte le sue convinzioni, su cui basa il suo stesso approccio alla quotidianità.

La percezione è personale, emotiva, interiore; le prove sono documentazioni estranee al nostro sentire, spesso difficili da interpretare e per le quali può essere necessario avere conoscenze che mancano ai più. Per questo, è inevitabile che il cervello preferisca la prima alle seconde, anche se la prima è fondata sul nulla.

Per farlo capire meglio, ho pensato di proporvi un banale esempio.

Di che colore è il cielo?

Poniamo che io vi sottoponga delle prove scientifiche inconfutabili, accertate e verificate dall’intera comunità scientifica mondiale e fondate su un approccio scientifico rigoroso, che dimostrino oltre ogni ragionevole dubbio che il cielo è rosso.

La accettereste come verità?

Sono abbastanza certo che, per quanto vi fidiate della scienza, per quanto siate consapevoli che a volte il nostro cervello possa confondere percezione e realtà, per quanto accettiate che, spesso, quello che vediamo non sia davvero la verità, non ce la fareste ad accettare che il cielo in realtà è rosso.

Non ci riuscireste perché, per quante prove io possa produrre, a voi basterebbe alzare gli occhi per vedere il cielo azzurro. Lo vedreste sempre azzurro, anche dopo aver letto tutte le mie prove; e continuereste a vederlo azzurro sempre. Del resto, è da quando siete nati che, se guardate il cielo, lo vedete azzurro.

Quindi, per quante prove io vi possa proporre, la mia verità contrasterà profondamente con una vostra percezione elementare, che sperimentate ogni secondo della vostra vita e che fa ormai parte del vostro bagaglio cognitivo. Tutto ciò che avete intorno, che avete visto e sperimentato nella vostra vita vi dice inconfutabilmente che il cielo è azzurro. Accettare che non è così vi costringe ad abbandonare uno schema acquisito che manderebbe in tilt ogni vostra convinzione sul mondo circostante.

Se il cielo non è azzurro, allora neanche il mare è azzurro. Nulla di ciò che vedo azzurro è in realtà di quel colore; nemmeno i Puffi, la maglia della nazionale e qualunque altra cosa che avete sempre considerato azzurra.

Il cervello non può abbandonare gli schemi acquisiti

Per il cervello questo è inaccettabile, quindi non potrà far altro che ritenere che le mie prove siano in realtà errate o false, e di conseguenza non le prenderà in considerazione anche se, sul piano scientifico, sono rigorose, convincenti e non lasciano spazio ad altre interpretazioni possibili.

E’ semplice ignorare l’evidenza quando la percezione ci mostra il suo esatto opposto. La percezione è l’evidenza scientifica del nostro Sistema 1.

Ecco, questo è esattamente ciò che accade anche con gli schemi creati dall’Antimetodo che favoriscono il divario tra percezione e realtà. E’ per questo che è così difficile scardinarli ed è per questo che, a mio parere, non c’è altro modo di frenare questa deriva che agire nelle menti dei giovani, illustrando loro queste dinamiche prima che esse si radichino e consolidino schemi che poi diventerà impossibile abbandonare.

P.T.