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Oggi vorrei fare alcune considerazioni personali partendo da una domanda: quante persone muoiono in Italia? E di che cosa muoiono? Guardare le statistiche generali ci dimostrerà come la nostra percezione ci possa far sovrastimare cause di morte di cui abbiamo molta paura e sottostimare fortemente altre cause invece ben più probabili.
I dati sui morti in Italia
Secondo l’ISTAT ogni anno muoiono in Italia circa 600.000 persone; le prime 24 cause di morte sono per malattia, in particolare malattie del cuore, tumori e diabete, che costituiscono 440 mila morti su 600 mila. La prima causa di morte non connessa con malattie è il suicidio, che fa circa 4 mila morti l’anno. Gli omicidi, invece, sono stati appena 363 nel 2017.
Detto in soldoni, le probabilità di morire per omicidio o aggressione sono 363 su 600.000 (lo 0,…%), quelle di morire per malattia 440.000 su 600.000 (più del 66%). Voi siete più preoccupati di morire per aggressione o per malattia?
Sottovalutazione dei rischi
Prevedo l’obiezione: “Ma cosa c’entra? Le aggressioni e gli omicidi si possono evitare, le malattie invece sono una casualità…”, giusto?
Sbagliato. Le malattie cardiovascolari, i tumori e il diabete sono causate principalmente da ciò che mangiamo, beviamo e respiriamo ogni giorno.
Come molti medici dicono, “quello che mangi è la tua prima medicina”, e allo stesso modo tutto ciò che immettiamo nel nostro corpo ogni giorno (anche acqua, bevande e aria) hanno il loro peso nel determinare il nostro stato di salute.
Premettendo che ovviamente azzerare quei morti è utopia, il mio pensiero è che ciò non significhi che non possa esistere un modo per abbassarli anche drasticamente: ad esempio investendo nella ricerca, nella sanità (la malasanità causa 570 morti l’anno, che sono comunque più degli omicidi), nei controlli sulla provenienza del cibo e sui terreni, nell’implementazione dei sistemi di raccolta rifiuti e delle energie rinnovabili e alternative.
Politiche di ampio respiro di questo tipo certamente avrebbero un costo, ma potrebbero contribuire in modo determinante alla nostra vita e alla nostra sicurezza. Se potessimo anche solo diminuire quelle morti del 10%, significherebbe salvare potenzialmente la vita a 44 mila persone all’anno.
La politica ignora i veri rischi
E invece, i nostri governi (tutti) in questi anni hanno tagliato i fondi alla sanità e alla ricerca; avviato accordi internazionali (come il T.T.I.P.) che potrebbero portare sulle nostre tavole cibi che subiscono un decimo dei controlli di qualità cui sono sottoposti i nostri prodotti; hanno tolto gli incentivi per l’installazione di impianti di energia rinnovabile; hanno permesso scandali dannosissimi come la famosa storia della “terra dei fuochi”; si limitano a disporre i “blocchi delle auto” quando le polveri sottili si alzano sopra soglia, senza valutare incentivi all’utilizzo di auto elettriche.
E allo stesso tempo, si battono con ogni mezzo per garantire la nostra sicurezza (dicono) aumentando i controlli alle frontiere (che anch’esse hanno un costo non indifferente) e inasprendo le pene per violenze e aggressioni, (se anche in questo modo potessimo diminuire gli omicidi del 10%, salveremmo 36 persone all’anno. A fronte delle 44 mila citate prima).
Superare i bias cognitivi aiuta la nostra salute
Questo è solo un mio ragionamento personale che sicuramente può essere opinabile in mille modi; eppure, sono convinto che una più corretta informazione e una più corretta percezione della realtà e dei rischi, potrebbe spingere la popolazione a premere sulle istituzioni affinché tutelino la nostra sicurezza in modo davvero efficace, anziché perdere tempo con problematiche del tutto marginali ma capaci di mobilitare l’opinione pubblica e quindi “spostare voti”.
Stiamo cercando cerotti per un taglietto sul dito mentre stiamo morendo dissanguati, perché abbiamo una gamba amputata.
P.T.