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Introdotto l’argomento parlando della teoria dell’iceberg, con oggi inizieremo ad illustrare cosa sia in concreto il divario tra percezione e realtà e perché esista.

Prenderemo spunto da un sondaggio IPSOS del 2017 che rivela che l’Italia è il primo Paese in Europa per percezione alterata della realtà.

Il problema nasce, come indicato la scorsa settimana parlando della teoria dell’iceberg, principalmente dal fatto che utilizziamo poco l’informazione attiva e ci affidiamo quasi solo ai media per reperire informazioni sul mondo circostante (telegiornali, giornali, programmi televisivi, ma anche i social…); ma i media, per ragioni di tempo, non possono raccontare tutti gli eventi del mondo e quindi si limitano a fare una selezione. Questa selezione altera la nostra percezione della realtà.

Percezione e realtà tra terrorismo e incidenti stradali

Un esempio pratico: uno dei pericoli più percepiti nella nostra società è il terrorismo. Il pericolo percepito è tale che molti di noi ci pensano due volte prima di prenotare un viaggio in una capitale europea, andare allo stadio, al mercato o in un luogo affollato. 
Ma quanto è realmente incidente il rischio attentato nella nostra vita quotidiana? Se guardiamo i dati statistici, dal 2002 ad oggi (quindi negli ultimi 16 anni) il terrorismo ha causato, in tutta Europa, poco più di 200 morti. Di questi, neanche uno è avvenuto in Italia

Ora: quanti di noi temono di morire ogni volta che sono in auto o in scooter? Immagino nessuno, nonostante passiamo buona parte del nostro tempo nel traffico. Eppure, ogni anno solo in Italia muoiono più di 3.000 persone sulle nostre strade a causa degli incidenti stradali. Il che significa che negli ultimi 16 anni sono morte quasi 50.000 persone solo in Italia. In un periodo in cui, ricordo, i morti per terrorismo sono stati pari a 0.

Ecco le dinamiche che concernono il divario tra percezione e realtà. Questo avviene perché la notizia di ogni singolo attentato rimbomba nei telegiornali, nel talk shows e sui social per intere settimane, mentre degli incidenti stradali ne viene raccontato 1 su 100 e questo storpia la percezione 
che abbiamo degli accadimenti.

Gli omicidi sono in aumento?

Per confermare l’esistenza di questa distorsione, possiamo fare un altro banale esempio: secondo voi, negli ultimi 35 anni, gli omicidi in Italia sono aumentati o diminuiti? La percezione, basata sulle notizie che si sentono ogni giorno sui media, ci dice che sono notevolmente aumentati (spesso in famiglia, nei bar o a scuola si sentono considerazioni del tipo: “cosa succede alla gente? Stanno diventando tutti pazzi: uccidono i propri figli, le mogli, i genitori, ti ammazzano per un parcheggio o per rubarti 50 euro”, ecc…).

Invece, i dati ISTAT ci dimostrano non solo che non sono in aumento, ma che sono in netta e costante diminuzione. Dagli anni ʼ70 ad oggi, siamo passati dai circa 3000 omicidi l’anno a meno di 400. Sono quindi diminuiti di quasi 10 volte. Eppure, questa considerazione statistica, come tale inconfutabile, cozza profondamente la percezione della maggioranza di noi.

divario tra percezione e realtà

Superare la percezione con l’informazione attiva

Per superare il divario tra percezione e realtà è importante imparare ad usare l’informazione attiva; una visione più generale del mondo ci rende più consapevoli, più informati e più capaci di stabilire priorità sociali e formulare giudizi su ciò che ci circonda. E ci protegge anche dalla manipolazione dell’opinione pubblica fatta dalla politica; essa sfrutta proprio queste dinamiche per creare allarmi inesistenti ed ottenere la legittimazione popolare per determinati interventi legislativi che, dati alla mano, sarebbero meno prioritari di altri.

Per farlo, però, bisogna anche imparare a navigare nel web e riconoscere le fonti attendibili. Iscrivendovi alla newsletter di questo blog, riceverete un vademecum gratuito per orientarvi nel web.

Ma soprattutto, è fondamentale imparare a frenare i bias cognitivi, che ci spingono a confermare gli schemi indotti dalla nostra percezione. Sono le convinzioni maturate dai bias, infatti, il principale ostacolo alla nostra capacità di superare la percezione per affidarsi alla verifica critica. Ritenendo quello schema già confermato dalle informazioni a nostra disposizione (WYSIATI) non siamo infatti portati a cercare di svolgere ulteriori verifiche.

Ad ogni modo, in questa rubrica vi proporrò una serie di esempi pratici che dimostrano come la nostra percezione sia a volte molto alterata rispetto alla realtà; per farlo, andremo a toccare diversi argomenti più o meno alla ribalta dell’opinione pubblica.

P.T.