La distorsione cognitiva più importante di tutte, ma sicuramente una delle meno conosciute, è il cosiddetto WYSIATI. Per capire di cosa si tratta è utile un esempio pratico.
Se avete mai comprato una settimana enigmistica nella vostra vita, sicuramente conoscete il gioco “unisci i puntini”: un disegno che presenta dei punti sparsi e numerati che, unendoli con dei segmenti, creano una figura.
In sostanza, ogni puntino è un po’ come se fosse una singola informazione sul disegno, che diventa chiaro solo con la somma di tutte le altre informazioni costituite dagli altri puntini.
Una decisione qualsiasi è sempre meglio di una “non decisione”
Allo stato di natura (per ovvie ragioni) l’essere umano non possiede mai tutte le informazioni su qualcosa e quindi molto spesso non ha la possibilità di unire correttamente tutti i puntini riguardo un fenomeno; ma nonostante questo, l’istinto di sopravvivenza lo costringe a trovare delle risposte, a “creare un disegno” in base alle informazioni che ha, perché l’inerzia che sarebbe necessaria per consentire all’uomo di ricavare tutte le informazioni di cui ha bisogno non è funzionale alla sopravvivenza: allo stato di natura spesso è infatti necessario prendere decisioni ed esprimere giudizi in fretta per non soccombere ai predatori, alla fame e ai pericoli in genere.
WYSIATI e istinto di sopravvivenza
Per comprendere meglio come questa dinamica si manifesti concretamente, è utile proporre un esempio: un uomo primitivo affamato, e in cerca di cibo da ore, trova un frutto a terra, precedentemente contaminato dalle feci di un altro animale; queste ultime erano a loro volta contaminate da un virus intestinale di cui quello stesso animale era affetto. L’uomo mangia il frutto e la sera stessa inizia ad avere febbre, convulsioni, dolori allo stomaco e vomito.
In presenza di tutte le informazioni, è facile presumere che sia stato contagiato dallo stesso virus, trasferitosi dall’animale al frutto e dal frutto all’uomo; quell’uomo, però, non ha a disposizione tutte le informazioni che ho elencato: non sa cosa sia un virus, non ha notato che il frutto era contaminato e non può sapere come funzioni un contagio, che sintomi produca e quali rischi si corrano. Lui ha solo due informazioni:
- ho mangiato il frutto
- sono stato male
Se quell’uomo avesse dovuto raccogliere tutte le informazioni necessarie per poter avere un disegno completo della situazione, avrebbe dovuto fare delle verifiche, come ad esempio provare nuovamente a mangiare il frutto nei giorni successivi e vedere se sortiva lo stesso effetto, avendo cura di non mangiare altro o compiere altre attività che potessero “falsare” i risultati delle sue verifiche. Ma ovviamente, se il frutto fosse poi stato effettivamente velenoso egli sarebbe morto di certo.
WYSIATI e “storia coerente”
La natura ci ha quindi dato la possibilità intuitiva di costruire comunque una storia coerente in base alle informazioni che abbiamo per consentirci di interpretare la realtà, perché abbiamo dei bisogni biologici come la necessità di nutrirci ed è necessario imparare a distinguere cosa mangiare e cosa no in poco tempo per non morire di fame.
Per questo, il cervello dell’uomo primitivo creerà da quelle due sole informazioni una “storia” che abbia senso: “sono stato male perché ho mangiato quel frutto”. Forse non è vero, ma è più utile pensare che lo sia: se infatti il frutto è velenoso e io lo mangio muoio, se non lo è e non lo mangio comunque posso cercarne altri e non morirò di fame.
Kahneman chiama questa distorsione “WYSIATI”, acronimo di “What You See Is All There Is”, ossia “tutto quello è che vedi è tutto ciò che esiste”.
Una soluzione estremamente efficiente allo stato di natura per prevedere pericoli, interpretare gli eventi naturali e comprendere il rapporto causa-effetto tra essi.
Quando le storie smettono di essere coerenti
Il problema nasce però nel mondo moderno, dove questo sistema diventa assolutamente fuorviante su materie così evolute (e per questo complesse) come quelle a disposizione oggi.
Pensate in particolare alle informazioni su una società come quella odierna, globalizzata e interconnessa: queste diventano infinite e impossibili da ricavare nella loro interezza per il singolo essere umano. Per questo, l’errore che facciamo col frutto aumenta oggi esponenzialmente di fronte a situazioni che si fondano su migliaia di “puntini”, e sulle quali altrettanto spesso abbiamo invece pochissime informazioni.
Ma il sistema WYSIATI si è così radicato nella natura umana ed è ormai così strutturato ed efficiente che è capace di rendere le ricostruzioni estremamente coerenti anche in presenza solo di informazioni banali e basilari su temi anche molto complessi, al punto da portare il nostro cervello a riuscire sempre a ricostruire una storia coerente. E non è tutto: il nostro intuito non solo non vede tutti gli altri puntini, ma non sa neppure che ne esistano così tanti altri e non ritiene nemmeno di aver bisogno di conoscerli, dato che la sua ricostruzione è perfettamente coerente già di suo, e questo crea una “illusione di validità” che indurrà poi al bias di conferma e al radicamento dei pregiudizi cognitivi di cui parlerò nei prossimi articoli.
Il WYSIATI alla base delle altre distorsioni cognitive
Per riassumere, il WYSIATI procede in questo modo: creo una storia coerente con le sole informazioni che ho, ignorando tutte le altre a me sconosciute, perché l’istinto mi impone di farlo; cerco continue conferme a quella storia per “dimostrarla” (bias di conferma) e consolidarla (congelamento); quella storia si radica tra gli schemi del mio cervello e diventa parametro di valutazione di tutto ciò che quella storia riguarda (ancoraggio). E non avendo idea dell’esistenza di mille altre informazioni a me sconosciute, non solo continuo a vedere la mia storia perfettamente coerente, ma non ho elementi per vederne un’altra e mettere in dubbio la mia. E non mi interessa neppure averli, perché la coerenza e l’autoconvinzione hanno cancellato in me il beneficio del dubbio.
Ecco in che modo il WYSIATI contribuisce in modo determinante alla diffusione di credenze e teorie pseudoscientifiche e alimenta molte delle nostre distorsioni cognitive, dal bias di conferma fino all’effetto Dunning-Kruger.
Come fermare questa tendenza
Mi pare evidente che l’unico modo per fermare questo percorso, aizzato proprio dal WYSIATI, sia agire all’origine, quando l’essere umano si avvicina alla realtà esterna in modo costante e inizia ad avere bisogno di distinguere il “bene dal male” e il “vero dal falso”, per evitare di entrare in un circolo vizioso dal quale è poi quasi impossibile uscire.
A maggior ragione nel mondo di oggi, sottoposti come siamo a un vero e proprio bombardamento di informazioni di ogni tipo, sia vere che false.
Il bombardamento informativo di internet è come un negozio di caramelle
per il nostro bias di conferma: “gratis, tutte quelle che vuoi e del gusto che vuoi tu”.
Per questo, secondo me, la priorità sono i giovani e queste cose andrebbero insegnate anzitutto nelle scuole.
P.T.
- Kahneman / Pensieri lenti e veloci
- Shermer / Homo Credens