Secondo voi gli oggetti hanno un’essenza?

Si narra che gli Inca ritenessero che il coraggio degli uomini risiedesse nel fegato; per questo, quando un guerriero inca sconfiggeva un nemico particolarmente forte, gli mangiava il fegato nella convinzione di assumerne il valore e il coraggio.

Pare peraltro che sia da questo aneddoto che derivi il detto “avere fegato” per indicare una persona molto coraggiosa.

Gli oggetti hanno un’essenza? Cos’è l’essenzialismo

Ora, non so dire se questa spiegazione sia valida o una mera leggenda metropolitana, ma non è questo il punto. L’aneddoto illustra una particolare “distorsione cognitiva”, o meglio uno schema associativo creato dal cervello umano, di cui parlano sia Michael Shermer che Bruce Hoods: per gli esseri umani gli oggetti hanno un’essenza. Il cervello umano ha cioè la tendenza a ritenere che l’essenza delle persone si trasferisca sugli oggetti da loro posseduti, secondo una dinamica detta “essenzialismo”.

gli oggetti hanno un'essenza

Leggendo il mio esempio, molti di voi l’avranno ritenuta una banale credenza primitiva, ormai superata dalle conoscenze scientifiche e quindi obsoleta e abbandonata al giorno d’oggi. Per dimostrarvi che non è affatto così vi faccio una semplice domanda: a parità di prezzo, misura e modello, avete la possibilità di scegliere tra due racchette da tennis identiche, ma una di esse è assolutamente anonima mentre l’altra è stata usata da Roger Federer nella finale di Wimbledon. Quale scegliereste?

Bruce Hoods, durante una sua conferenza, ha proposto ad alcuni presenti una scelta: ha presentato due gilet uguali, uno appartenuto a un noto presentatore di programmi per bambini, molto amato anche dai genitori e defunto da qualche tempo, l’altro posseduto in vita da un altrettanto noto ed efferato criminale locale, morto sulla sedia elettrica: la stragrande maggioranza dei presenti si è categoricamente rifiutata di indossare il gilet del criminale e ha senza remore preferito indossare quello del presentatore televisivo.

Questo perché il nostro cervello ragiona sul presupposto che gli oggetti hanno un’essenza, trasferitagli dai proprietari.

gli oggetti hanno un'essenza

Sembra inutile dover sottolineare questa tendenza quante credenze e teorie pseudoscientifiche abbia contribuito a diffondere, nel passato ma anche nel presente, e come continui ad influenzare – come abbiamo visto – le nostre scelte quotidiane: reliquie religiose, amuleti, porta fortuna, oggetti “sacralizzati” e resi quasi magici per l’essere appartenuti a personaggi importanti, famosi e influenti, spesso venduti a peso d’oro.

L’essenzialismo è una tendenza naturale del nostro cervello

In base a cosa sosteniamo che questa tendenza non sia un mero retaggio culturale, frutto del semplice radicamento di certe tradizioni, ma un vero e proprio schema cerebrale frutto dell’evoluzione?

Come visto parlando di “schemismo”, la creazione di schemi favorisce la sopravvivenza e la perpetuazione della specie. In che modo l’essenzialismo, in quanto schema, dovrebbe fare lo stesso?

Immaginiamo una comunità primitiva: un giorno, un membro di quella comunità si ammala di una malattia mortale e fortemente contagiosa, e dopo alcuni giorni di agonia muore. I suoi familiari o compagni, a quel punto, potrebbero indifferentemente creare uno schema o meno: se non seguono l’essenzialismo, probabilmente conserveranno gli oggetti o i vestiti del defunto per ricordo, che li contageranno di quello stesso virus e di conseguenza moriranno. Se invece creano lo schema dettato dall’essenzialismo per cui “il male di cui soffriva il defunto si trasferisce sugli oggetti da lui posseduti in vita”, essi terranno lontani da loro quegli oggetti ed anzi se ne libereranno, evitando in questo modo il contagio e sopravvivendo.

Di conseguenza, creare quello schema mi darà statisticamente più probabilità di sopravvivere, con la conseguenza che, dopo migliaia di anni di evoluzione, gli esseri umani saranno per la maggior parte discendenti di coloro che hanno creato  quello schema, trasferendolo alle progenie e radicandolo nel nostro sistema cognitivo (e nelle nostre tradizioni).

P.T.