Come si sta comportando l’Unione Europea sul Coronavirus e l’epidemia in corso?

L’emergenza Coronavirus sta dando adito a infinite teorie complottistiche e fake news di ogni tipo; era dunque inevitabile che si scatenassero anche sovranisti e anti-europeisti per cercare di screditare l’Unione Europea.

infatti, la questione è stata subito sfruttata per far passare l’Unione Europea per un finto alleato, un traditore, un nemico del nostro Paese completamente disinteressato alle nostre sorti ed anzi pronto a darci il colpo di grazia in questa difficile situazione, sfruttando tutta una serie di notizie travisate, manipolate o inventate del tutto. Com’è andata davvero?

In questo articolo analizzeremo le principali bufale su Unione Europea e Coronaviurs, cercando di approfittarne per chiarire meglio i fatti.

La Germania e la questione delle mascherine bloccate

Il 4 marzo 2020, una nota del Ministro dell’Interno tedescoqui, per chi sa il tedesco – fa sapere che la Germania ha bloccato le esportazioni di presidi medici all’estero.

Negli stessi giorni – seppur in modo un po’ diverso, come meglio spiegato qui – anche la Francia ha preso misure simili.

La notizia ha naturalmente scatenato l’indignazione dell’opinione pubblica e dei giornali, ed è stata subito sfruttata dai sovranisti per dimostrare il reale “sentimento europeo” dei nostri “alleati” ma soprattutto per colpevolizzare il progetto dell’Unione Europea. In particolare, è stata presa di mira una fornitura di mascherine che, dalla Germania, era proprio in quei giorni pronta a partire per l’Italia e sarebbe stata bloccata all’ultimo momento; il tutto condito da un parallelismo con un cargo di presidi proveniente dalla Cina, che dimostrava come i nostri nemici fossero molto più solidali degli stessi europei.

Ora: la notizia non è un a bufala, ma vorrei invitarvi a ragionare.

Presumiamo che le parti fossero invertite: ipotizziamo cioè che il carico di mascherine fosse italiano e che dovesse andare in Germania. Ipotizziamo quindi che fosse il nostro Governo che, a fronte dell’emergenza in corso e della penuria di presidi, decidesse di bloccare le esportazioni per tenere quei presidi a disposizione del nostro personale medico e dei cittadini. Cosa avrebbero detto i sovranisti? Che il Governo ha fatto bene, che è sacrosanto, che ci dobbiamo proteggere noi per primi. Quindi perché se lo fa un altro Stato dovrebbe essere sbagliato? E cosa avreste detto al Governo se invece quel carico di mascherine fosse partito lo stesso, in nome della “solidarietà europea”? Che era uno scempio, un tradimento, “dimissioni subito!!11!!“; vero?

E’ perfettamente normale che in una situazione di emergenza del genere ogni Stato tenda a tutelare i propri cittadini innanzitutto, che lo faccia la Germania, la Francia o l’Italia. State cioè semplicemente applicando due pesi e due misure.

E allora la Cina? Come mai loro ci hanno regalato delle mascherine? Intanto nessuno ce le ha regalate, le abbiamo regolarmente pagate; in secondo luogo, la Cina è ormai fuori dall’ondata epidemica quindi se lo può permettere, mentre Germania e Francia stanno per entrarci proprio adesso.

Unione Europea e blocco delle mascherine

La cosa più importante però è verificare cosa l’Unione Europea abbia fatto in proposito: accusati dai sovranisti di essere i veri colpevoli di tutto ciò, in realtà l’Unione Europea è intervenuta sulla questione condannando il gesto dei due Paesi europei e intervenendo a livello normativo per cancellare quella decisione. Le condanne arrivano per la prima volta dalla Presidentessa dell’Unione Europea Ursula Von der Leyen, che dal suo profilo twitter il 15 marzo ha dichiarato che

«dobbiamo condividere questo materiale all’interno dell’Unione Europea; restrizioni nazionali per gli equipaggiamenti protettivi nei confronti degli altri Stati membri non sono buone […] dobbiamo aiutarci a vicenda»

Ursula Von der Leyen

Concetto ribadito anche da David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, come si legge in questa nota.

A livello normativo, poi, l’Unione Europea ha prima convinto Germania e Francia ad eliminare il blocco – come si legge qui – e poi ad emanare un vero e proprio Regolamento UE sul divieto di blocco delle esportazioni intra UE – il 402 del 14 marzo 2020 -; insomma, è stata proprio l’Unione Europea a venire incontro all’Italia.

Unione Europea e Coronavirus: aiutano tutti tranne l’Italia?

Le affermazioni di Christine Lagarde (e i fatti)

Unione Europea e Coronavirus
Christine Lagarde

Una notizia che ha creato molto scandalo è stata poi quella connessa con le infelici dichiarazioni di Christine Lagarde, presidentessa della BCE. Questa avrebbe infatti dichiarato, come ben spiegato in questo articolo de Il Post, che non è problema della BCE quello di tenere basso lo spread dei paesi membri. La frase, seppur contestualizzata, ha fatto arrabbiare non poco gli italiani, che sono nel pieno di una pandemia e che avrebbero avuto bisogno di parole che tranquillizzassero i mercati e non che ne provocassero il crollo.

In questo caso, gli italiani hanno avuto sicuramente ragione; del resto, lo stesso Mattarella ha usato toni decisi rispetto a quelle affermazioni. Il problema, però, non stava tanto nel contenuto di quelle parole, ma nel momento in cui sono state formulate. Che la BCE non abbia il compito di abbassare lo spread, infatti, è assolutamente vero; se uno Stato compie scelte politiche che fanno scappare gli investitori, non è certo un problema della BCE…

Tuttavia, l’affermazione è stata infelice e probabilmente detta senza pensare, perché nel caso specifico la questione dello spread non è legata a scellerate scelte di uno Stato membro, ma a un’emergenza mondiale, sulla quale come tale nessuno Stato ha colpe.

Unione Europea e Coronavirus

E infatti, la BCE ha presto fatto marcia indietro: non solo la Lagarde si è scusata ed anzi ha annunciato un intervento della BCE proprio finalizzato a scongiurare la speculazione sui titoli di Stato di tutti i Paesi europei, ma ha poi anche messo in pratica le sue parole lanciando il Pandemic Emergency Purchase Programme (PEPP) finalizzato a stanziare 750 miliardi – da aggiungersi ai 150 già messi a disposizione in precedenza – per fornire garanzie agli investitori e scongiurare il rialzo dello spread.

Infatti, il grafico che vi mostro attesta cosa sia successo allo spread subito dopo l’istituzione del PEPP. A dispetto delle infelici e contestabili dichiarazioni iniziali, la BCE non ci ha affatto lasciato soli, ma si è piuttosto attivata per tutelare i titoli di Stato dei Paesi membri, Italia compresa.

Tutti gli altri Paesi hanno stanziato più soldi dell’Italia?

Rispetto alla questione Unione Europea e Coronavirus un’altra notizia che ha fatto il giro del web e che dimostrerebbe la disparità di trattamento che l’Unione Europea ha riservato al Bel Paese, circola sotto forma di meme.

Unione Europea e Coronavirus

I dati riportati suggeriscono da un lato l’enorme differenza di finanze messe a disposizione dell’emergenza da vari Paesi – illustrando come altri Stati abbiano stanziato fondi per cifre superiori di 10, 20, addirittura 50 volte rispetto all’Italia – e dall’altro è stato spesso accompagnato da descrizioni che inveivano contro l’Unione Europea, competente per la concessione di finanziamenti e liquidità agli Stati membri, colpevole di usare pesi e misure totalmente diversi per l’Italia e gli altri Paesi.

Ora, partiamo di nuovo da considerazioni meramente logiche.

Ma secondo voi una disparità così clamorosa avrebbe davvero senso? Sarebbe verosimile? Possibile che una cosa del genere non abbia creato uno scandalo pazzesco, non abbia fatto inferocire i nostri numerosi parlamentari europei, non abbia avuto una eco spropositata in Europa e nel mondo? Possibile che di un dato così scandaloso non ne parli nessuno a parte i meccanici, i gelatai e gli idraulici sui social (e Salvini, ovviamente)?

Ma secondo voi questo cosa dovrebbe significare: che l’Unione Europea è stata creata 50 anni fa, con tutti i casini che hanno fatto, gli istituti, i Regolamenti, le trattative, gli stanziamenti di fondi, la moneta unica…Solo per rubare dei soldi all’Italia?

Se queste banali considerazioni non vi bastano a capire che le vostre illazioni non hanno alcun senso e che probabilmente dovreste provare a pensare che ci sia qualcosa che non va nella vostra comprensione della questione, passiamo all’analisi dei fatti.

Le cifre indicate nel meme per gli altri Paesi come Germania, Spagna e Francia sono vere, ma non riguardano l’effettiva liquidità messa a disposizione del Paese; riguardano invece l’accesso al credito.

Detto meglio,

i 550 miliardi della Germania sono “Garanzie di liquidità”, cioè fondi che permettono alle imprese o alle famiglie di accedere al credito grazie una garanzia fornita dallo Stato tramite la KfW, la banca pubblica tedesca assimilabile alla nostra Cassa Depositi e Prestiti. Tale accesso al credito ammonta, appunto, a 550 miliardi. Non si tratta però di liquidità, di soldi reali o di fondi “freschi”, ma di una sorta di “promessa” di pagamento che il governo fa per conto di imprese e famiglie, garantendo così a tutti di poter accedere alla liquidità necessaria.

Danilo Toninelli

Come tali, quei 550 miliardi – come le altre cifre stanziate dagli altri Paesi – non andrebbero paragonati ai 25 miliardi di liquidità appena immessa nel sistema dal decreto “Cura Italia” per bonus, benefici, strutture e personale sanitario, ma ai 350 miliardi di “potenziale movimento di liquidità” che tramite il medesimo decreto sono stati messi sul piatto dal Governo, e che interverranno ad esempio sul fondo di garanzia per le PMI e sulle garanzie al sistema bancario.

Il risultato è quindi che l’Italia ha mobilitato risorse per il 19% del PIL, mentre la Germania per il 16%.

Unione Europea e Coronavirus: cosa si sta facendo realmente

Abbandonate le fesserie diffuse su Unione Europea e Coronavirus al solo scopo di manipolare l’opinione pubblica (che ovviamente si beve qualunque cosa), passiamo piuttosto a riassumere quali interventi l’Europa abbia effettivamente preso in favore degli Stati – Italia compresa – per contenere l’emergenza.

Unione Europea e Coronavirus
Ursula Von der Leyen

In primo luogo, l’Unione Europea ha dichiarato dal primo istante la sua assoluta vicinanza all’Italia, attraverso le parole della solita Von der Leyen e di Draghi, che hanno assicurato all’Italia tutto il supporto possibile per risolvere la crisi, come risulta ad esempio qui.

In seguito, si è immediatamente mobilitata in modo trasversale, e in particolare:

  • ha stanziato 37 miliardi di euro per supportare i sistemi sanitari dei vari paesi membri;
  • ha stanziato quasi mille miliardi di euro per proteggere i debiti pubblici dei paesi membri da possibili speculazioni (come già visto);
  • ha stanziato 8 miliardi di euro per supportare le banche europee per facilitarne i prestiti alle piccole e medie imprese;
  • ha stanziato 80 milioni di euro alla ricerca per individuare un vaccino;
  • ha bloccato le esportazioni di materiale medico e presidi sanitari fuori dall’UE;
  • ha sospeso il patto di stabilità.

Insomma, l’Unione Europea sul Coronavirus si è mossa ed esposta parecchio in favore dei suoi membri, e non si è certo dimenticata dell’Italia…

Crearsi idee politiche sulle fake news

Naturalmente, ognuno è libero di avere la sua idea politica, e quindi essere europeista o euroscettico. Articoli di fact checking “politico”, come questo, non hanno assolutamente lo scopo di farvi cambiare idea sull’Europa; l’intento è solo quello di invitarvi a ragionare e verificare le notizie prima di prendere una posizione politica.

Perché essere euroscettici è legittimo, ma se doveste rendervi conto che il vostro euroscetticismo è basato su considerazioni in merito a fatti che avete travisato, che sono stati manipolati o non avete capito, diventa evidente che la vostra idea sia fondata sul niente, e che quindi la seguiate solo perché siete abituati a seguirla, cercando costantemente di confermarla (bias di conferma).

Se così è, a credere a qualunque affermazione sull’Unione Europea e il Coronavirus non fate la figura dei liberi pensatori politici, ma degli analfabeti funzionali.

P.T.