Il Coronavirus ha ufficialmente creato un focolaio in Italia e ha così scatenato il panico generale.
E’ quindi opportuno fare qualche chiarimento in base alle informazioni in possesso degli istituti sanitari, da diffondere per contrastare la disinformazione dilagante, per capire di cosa è effettivamente giusto preoccuparsi e soprattutto sapere cosa fare per scongiurare epidemie.

1) Il problema del Coronavirus non è la mortalità

Il Coronavirus – nome scientifico SARSCOV2 – non è un virus ad altissima letalità. I dati parlano del 2% circa – che non è poco – ma questa percentuale è una media dei dati pervenuti dai vari Paesi in cui si è diffuso. Quella percentuale è infatti sensibilmente più alta a Wuhan, dove è partita e dove c’è la stragrande maggioranza dei casi accertati, principalmente perché le autorità si sono attivate tardi e male ed essendo una cosa nuova è stato più difficile affrontarla; negli altri paesi, invece, la mortalità è intorno allo 0.1-0.3% (più o meno la stessa del morbillo, per capirci).

2) Chi muore di Coronavirus

Quella percentuale va poi incrociata con altri dati.

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In primo luogo l’età della persona infetta. Il Coronavirus uccide il 14.8% degli ultraottantenni colpiti, e la percentuale scende man mano che si abbassa l’età fino ad arrivare ai bambini, che nella fascia di età 0-9 anni hanno una mortalità dello 0% (pare per una maggiore reattività del sistema immunitario).

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Inoltre, altri dati dimostrano che la malattia risulta potenzialmente fatale soprattutto nei soggetti già affetti da altre patologie (malattie cardiovascolari, diabete, difficoltà respiratorie e cancro quelle principali), mentre la mortalità tra i soggetti assolutamente sani è dello 0.9%.

3) Sintomatologia del Coronavirus

Il virus è aerobico e si diffonde attraverso gocce di saliva disperse nell’aria; più in profondità è inalato, più può essere pericoloso. Resiste anche sugli oggetti, ma solo per qualche ora.

Si tratta di una influenza che può manifestarsi in modo anche molto violento. “Può”, nel senso che nell’80% dei casi è in realtà scambiata con una banale influenza, che guarisce in qualche giorno. In alcuni pazienti è addirittura asintomatica.

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Ma in altri casi, quando cioè il virus viene inalato più in profondità, può invece causare bronchiti e peggio ancora polmoniti, con gravi strascichi e rischi letali, soprattutto se trattata in ritardo.

4) Perché è pericoloso?

I principali motivi per cui il Coronavirus cinese va tenuto sotto controllo più di una banale influenza sono almeno 3:

  • si tratta di un ceppo nuovo, ancora al vaglio dei ricercatori, di cui sappiamo ancora poco, e del quale non esiste ad oggi né una cura né un vaccino – tutt’ora in fase di sperimentazione;
  • la sua contagiosità pare essere piuttosto alta, anche più di una normale influenza, quindi si diffonde molto in fretta ed è difficile da tenere sotto controllo. In assenza di cure efficaci e di un vaccino, il rischio è quindi di trovarci di fronte ad un’epidemia incontrollabile che, a dispetto della bassa mortalità, con una forte diffusione potrebbe comunque fare numerose vittime;
  • Un altro problema da non sottovalutare è di carattere logistico-economico. In base agli studi del Centre of Disease Control of China il virus causa l’ospedalizzazione nel 18,5% dei casi – in Italia attualmente siamo al 20% -, ossia sensibilmente di più di un’influenza normale. Se consideriamo che l’Italia ha meno di 8000 posti letto disponibili per la terapia intensiva, ne deriva che sarebbe sufficiente un’epidemia di 43 mila casi per far collassare il nostro sistema sanitario.

5) Cosa bisogna fare?

Ecco perché, invece di fare incetta di cibo, diffondere panico e implorare la pietà di Dio, quello che è necessario fare è adoperarsi per fare in modo che il virus circoli il meno possibile usando il buon senso, ossia:

  • ricorrere a quarantene volontarie in caso di sospetti sulle proprie condizioni di salute invece di andare a lavorare lo stesso, perché se siete infetti anche se avete contratto la malattia in forma lieve potete contagiare altri, che magari sono più a rischio di voi;
  • non andare al pronto soccorso per avere accertamenti perché rischiate di contagiare gente già malata, come tale a rischio, ma chiamare l’ambulanza o i numeri utili – 1500 e 118 – e seguire i protocolli;
  • evitare per quanto possibile luoghi tipicamente affollati dove è difficile proteggersi dal contagio;
  • avere una più attenta cura della vostra igiene – soprattutto delle mani, che sono causa del contagio nel 60% dei casi –;
  • non starnutire possibilmente in faccia alla gente ma usare dei fazzoletti per evitare che le gocciolione di saliva si diffondano nell’ambiente;
  • seguire tutte le indicazioni dell’ISS e del Ministero almeno fino a che le istituzioni saranno riuscite a prendere il controllo della situazione e il picco non sarà raggiunto.

Soprattutto, non generalizzate il panico come se fossimo nel pieno di un’apocalisse zombie, perché l’isteria collettiva può fare più danni dell’epidemia.

Per ogni aggiornamento sull’evoluzione della malattia, consultate il sito del WHO.

P.T.