Apro questo articolo con una doverosa premessa: l’epidemia di Coronavirus cinese ha inevitabilmente scatenato allarmismo, paura ma anche le solite teorie bislacche sui poteri forti che vogliono sterminarci. Lo scopo di questo articolo è quello di fare un po’ di chiarezza sulla situazione, soprattutto per contrastare la falsa informazione sul tema, e non quello di proporre un’analisi epidemiologica della malattia, che non mi compete.
Io non sono un medico e questo non è un articolo medico: chiunque sia interessato a saperne di più sui sintomi, l’epidemiologia o voglia avere consigli medici per sé e i propri familiari non prenda questo articolo come una pubblicazione scientifica; si rivolga a un medico specialista e non a pagine a caso su Facebook.
Principali domande sul Coronavirus cinese
Perché si chiama “Coronavirus”?
Tra i vari “voli pindarici” dei soliti complottisti e allarmisti ne ho lette davvero di tutti i colori. Alcuni sono addirittura riusciti ad usare il nome del virus per creare collegamenti davvero assurdi; uno su tutti il fatto che “corona” sia l’anagramma Racoon, ossia la città di Resident Evil – sì, il videogioco! – da cui parte l’apocalisse zombie. Questa verità, unita al fatto che a Wuhan ci sarebbe un laboratorio biochimico, sarebbe la prova che siamo di fronte a un virus creato a tavolino dal governo cinese.
Mi è quindi sembrato il caso di fare una precisazione: il nome Coronavirus identifica una categoria di virus – i coronaviridi – che hanno questo nome perché i loro virioni (la parte infettiva) appaiono al microscopio elettronico come piccoli globuli, sui quali ci sono tante piccole punte che ricordano quelle di una corona. Insomma: il nome deriva dal latino ed è conosciuto da decenni in ambito medico, non se lo sono inventato i cinesi l’altro giorno e soprattutto non lo hanno fatto ispirandosi ad un videogioco di zombie. Anzi, i videogiochi neanche esistevano quando il primo Coronavirus è stato individuato.
Il Coronavirus è stato creato in laboratorio per esperimenti militari?
Questa, che è la solita insinuazione complottista che sempre si sente quando si parla di una nuova epidemia, non l’ho trovata su un sito improbabile, ma l’ha addirittura diffusa un noto “giornalista” – le virgolette sono volute – della TV: Paolo Liguori.
Trovate a questo link il suo intervento da segnalazione all’Ordine dei giornalisti, nel quale afferma di aver ricevuto questa “soffiata” da una “fonte affidabilissima”; l’ha ritenuta affidabile perché di recente gli aveva passato un’informazione corretta – quella sull’abbattimento dell’aereo ucraino in Iran -, cosa che equivale a dire che io sarei un pallone d’oro perché una volta ho fatto un gol di tacco al campetto. Perché è così che i nostri giornalisti verificano le fonti!
In ogni caso, secondo questa fonte irreprensibile a Wuhan sarebbero in corso esperimenti militari cinesi per creare una super arma batteriologica in laboratorio volta a sterminare intere popolazioni; di conseguenza, pare che questo virus sia sfuggito ai laboratori causando questa epidemia.
E ovviamente, secondo la sua fonte affidabilissima, questo mega virus, sul quale il governo cinese avrebbe investito miliardi, nascosto documenti e dossier, organizzato un enorme piano top secret con i migliori genetisti del Paese, sarebbe un semplice Coronavirus che provoca una banale influenza e uccide solo gente già compromessa. Mi sembra molto plausibile che il governo cinese, per elaborare un virus killer, invece di prendere come modello un virus potente come la poliomelite, il vaiolo o l’ebola, usi un ceppo che causa il raffreddore…
Del resto, sarebbe anche da chiedersi per quale assurda ragione un esperimento segreto come questo, una volta finito male e diffusosi il virus in città, sarebbe stato subito segnalato dalle autorità cinesi all’OMS, dopo appena un centinaio di contagi, citando ogni dettaglio utile – una cosa che non era stata fatta nemmeno con la SARS -, quando la Cina avrebbe potuto fare quello che fa sempre, ossia insabbiare tutto mettendo la città in quarantena e impedendo ogni fuga di notizie, come è solita fare per cose anche meno gravi e segrete di questa.
Mi sa che la fonte di Liguori ha visto troppi film o giocato troppo a Resident Evil…
Quanto dobbiamo preoccuparci del virus?
Torniamo seri. Il problema principale del Coronavirus cinese è che ne sappiamo ancora troppo poco.
Non abbiamo effettiva contezza di quanto sia contagioso; è notizia di questi giorni che il virus riuscirebbe a contagiare anche durante la fase di incubazione, e che si diffonda principalmente attraverso le mucose infette. Questo crea un problema perché diventa estremamente più difficile contenerlo, diffondendosi anche tra pazienti che ancora non mostrano sintomi e che quindi è impossibile “isolare” per tempo dalla gente sana.
Un’altra cosa che non sappiamo è la sua effettiva mortalità. Abbiamo infatti contezza di 132 morti su circa 6.000 contagiati, il che dovrebbe farci presumere una mortalità del 2,5%. Una percentuale molto alta, se si pensa che un virus altrettanto contagioso come il morbillo ha una mortalità dello 0,1% circa.
Il problema è che i calcoli sono tutti da confermare, dal momento che il numero di contagiati riconosciuti potrebbe essere di molto inferiore a quello reale – ne ha parlato MedicalFact in questo articolo – il che potrebbe ridurre di molto quella percentuale.
Quindi di Coronavirus si può morire?
Tutte le malattie virali possono essere potenzialmente letali, sopratutto se non trattate. Lo stesso virus dell’influenza stagionale, sempre molto sottovalutato dall’opinione pubblica, fa ogni anno centinaia di migliaia di morti nel mondo.
Per quanto riguarda il Coronavirus cinese, i casi accertati di morte sono riferiti a soggetti con un sistema immunitario già compromesso o nei quali le mancate cure hanno provocato degenerazioni come polmoniti, che hanno poi portato alla morte. Negli altri casi, il decorso della malattia non è molto diverso da quello di un’influenza particolarmente aggressiva.
Il punto, dunque, non è tanto la mortalità in sé, ma la sua effettiva capacità di diffondersi, ed è per tale ragione che gli epidemiologi si stanno concentrando soprattutto su questo aspetto.
Si tratta dello stesso concetto che cerchiamo sempre di spiegare ai no vax parlando di morbillo: il morbillo ha una mortalità relativamente bassa – 1 su 1000 – quindi potrebbe sembrare “innocuo”; il problema è che si tratta del virus più contagioso che conosciamo, e quindi in assenza di precauzioni – come un’adeguata copertura vaccinale – in caso di epidemia esso potrebbe contagiare velocemente milioni di persone, soprattutto in zone densamente popolate proprio come la città di Wuhan. Pertanto, in presenza di 10 milioni di contagiati, il numero di morti salirebbe a decine di migliaia! E questo è sostanzialmente il vero rischio in cui potremmo incorrere con il nuovo Coronavirus.
Certo: si tratterebbe di soggetti già compromessi, anziani o bambini molto piccoli con un sistema immunitario ancora non adeguatamente sviluppato. Ma i virus non fanno distinzione, quindi un’eventuale epidemia attaccherebbe potenzialmente chiunque e potrebbe diventare una catastrofe.
Quanto dobbiamo temere il virus cinese?
Insomma: al netto degli eccessivi allarmismi e dei soliti complottismi senza senso, il motivo per cui c’è preoccupazione per questo nuovo Coronavirus è essenzialmente che ne sappiamo ancora troppo poco: non capiamo quanto sia contagioso e quindi quanto sia opportuno predisporre un vaccino per evitare epidemie; non sappiamo quanto sia effettivamente mortale, anche se abbiamo riscontrato che si tratta di un virus particolarmente aggressivo; non siamo attualmente in grado di predisporre una cura specifica, col rischio che i casi possano avere complicanze come la polmonite; non siamo neppure in grado di valutare l’effettiva diffusione del virus e quindi predisporre sistemi per contenerlo, dato che a quanto pare si diffonde anche tra pazienti che non hanno ancora sviluppato i sintomi.
Wuhan è stata isolata, tanto da apparire oggi come una città fantasma; tuttavia si sono già certificati casi in altre zone della Cina e del resto del mondo (anche in Francia e Germania), motivo per cui è necessario agire in fretta prima che l’epidemia possa sfuggire al controllo e causare danni gravissimi, ossia effetti collaterali, morti ma anche un sensibile aumento della spesa sanitaria dei vari Paesi a causa dell’ospedalizzazione, anch’essa molto alta vista l’aggressività del virus.
Quindi, chiariamo: non è in corso un’apocalisse zombie, l’umanità non pare essere destinata all’estinzione di massa e il virus non è un’arma batteriologica cinese sfuggita al controllo dei militari. Si tratta di una “semplice” epidemia sulla quale sappiamo ancora poco e che, se ignorata, potrebbe avere gravissime conseguenze.
Non è ancora il momento per rinchiudersi in un bunker con scorte di cibo; per ora è sufficiente seguire le raccomandazioni dei medici per arginare il più possibile il rischio di esserne contagiati, e attendere che la ricerca scientifica faccia il suo lavoro, come ha sempre fatto.
P.T.