Non amo particolarmente fare fact checking (è lungo e noioso…ma è importante!) ma siete stati in diversi a segnalarmi questa notizia e siccome era nelle mie corde, mi sono attivato.

Parliamo di un articolo datato 3 luglio 2019 (questo) che riporta alcune riflessioni di un Prof. di Diritto Internazionale, Augusto Sinagra, riguardanti la bandiera che battono le navi ONG e i principi indicati negli accordi di Dublino

In soldoni, quello che ne deduce è che siccome la Sea Watch 3 batte bandiera olandese, essa è di fatto territorio olandese, e siccome l’accordo di Dublino dice che per la richiesta di asilo è competente il primo Stato col quale il naufrago “viene a contatto“, della richiesta se ne dovrebbe occupare l’Olanda.

Checking “formale”

Prima di affrontare il merito della questione, la cosa più importante da fare è verificare “la forma” della notizia, ossia capire se ha degli elementi tipici delle fake news a prescindere dal suo contenuto.

L’articolo in questione, come potete vedere, non riporta alcuna fonte di questa presunta affermazione, e in genere dovreste diffidare dagli articoli che non lo fanno, soprattutto se riportano affermazioni o citazioni di qualcuno in particolare (se l’autore sa che queste cose sono state dette, allora sa anche dirci dove le ha lette).

Ho anche provato a spulciare i profili social del Professore, e per quanto mostri in diversi post una posizione molto “anti-ONG”, da nessuna parte ho trovato quelle affermazioni specifiche.

Non solo: questa notizia è stata subito diffusa da un sito, “oggi24oreche è uno degli ultimi “clickbait nati per diffondere le solite fesserie su vaccini, complotti e pseudoscienze varie. Lo potete capire già solo dal nome, che scimmiotta il Sole24ore proprio per attirare click puntando sulla confusione con la più famosa testata; ma potete capirlo anche scorrendo velocemente i titoli delle notizie in prima pagina.

Per quanto non siano elementi da soli sufficienti, queste due verifiche dovrebbero farvi nascere qualche dubbio sulla validità della notizia.

Checking sul contenuto

In ogni caso, quelle affermazioni sono plausibili? Dicono il vero? Passiamo al check del contenuto.

Paese di primo approdo o primo Paese in cui si fa richiesta?

E’ assolutamente vero che una nave che batte bandiera olandese sia territorio olandese. Questo vale per tutte le navi, militari, commerciali e civili, che si trovino in acque internazionali.

Quello che non è vero, però, è che l’accordo di Dublino (lo trovate qui) parli di primo Paese “con cui il migrante viene a contatto” né di “paese di primo approdo“. Questa affermazione non è scritta da nessuna parte nel Regolamento.

Quello che invece il Regolamento dice è riportato qui sotto, nella sua versione più aggiornata (quella del 2013):

fact checking ONG

E poi ancora, lo stesso Regolamento ribadisce che, in ogni caso:

fact checking ONG

Come potete vedere, il criterio usato dal Regolamento di Dublino non è quello del “Paese di primo approdo” ma quello del “primo Paese in cui è presentata la richiesta di asilo“. Ovviamente, ad un approccio superficiale possono sembrare due espressioni dello stesso concetto, visto che il Paese di primo approdo è lo stesso in cui si presenta la richiesta; ma non è sempre così, e soprattutto non lo è nel caso delle ONG, per le ovvie motivazioni che seguono.

A chi si fa la richiesta di asilo?

La richiesta di asilo si presenta di fronte alle autorità giudiziarie del Paese, a seguito della quale si instaura una procedura giuridica presso un Tribunale autorizzato a farlo da una legge dello Stato.

Le navi ONG, pur essendo parte del territorio di cui battono bandiera, sono navi private, che non hanno alcuna legittimazione né alcuna autorità a ricevere richieste di asilo da parte di chicchessia, né hanno alcuna competenza nel giudicarle. Non c’è un giudice olandese sulle ONG, né tantomeno un Tribunale. E allora a chi bisognerebbe presentare la richiesta?

Poniamo che io abbia uno yacht (magari!) e che salvi un naufrago nel Mediterraneo. Il mio yacht batte bandiera italiana quindi è territorio italiano: il migrante a quel punto è sul territorio italiano e potrebbe presentare richiesta di asilo. Ma a chi la presenta: a me, al mio marinaio? E decide il mio marinaio se quello ha diritto o no all’asilo politico?
E’ evidente che questa cosa non ha senso.

L’unica cosa che può fare il migrante è arrivare a terra e presentare la richiesta di fronte ad una autorità legittimata a riceverla, ossia un giudice preposto.

Ecco perché, in base agli accordi di Dublino, la competenza spetta di fatto al primo Paese in cui il migrante approda, perché è lì che il migrante ha la prima occasione di fare richiesta. Prima di arrivare a terra, semplicemente, non ha modo di farlo.

Certo: se la nave su cui sale avesse una struttura amministrativa legittimata a ricevere richieste di asilo potrebbe farlo, ma è ovvio che su una ONG non esista nulla di simile. Ecco perché tale teoria è comunque una stupidaggine, a prescindere dal fatto che la notizia sia vera o no.

Diagnosi

Insomma: dalle verifiche svolte, sappiamo che la notizia non riporta alcuna fonte, che è stata subito diffusa da una pagina di clickbait e che il contenuto è errato in punto di diritto. Tre indizi fanno una prova.

Forse non possiamo esserne certi, ma secondo voi è più probabile che si tratti di una fake news, nella quale l’autore ha fatto affidamento sul “principio di autorità” per rendere credibile la sua notizia e convincere gli utenti della sua validità, o che un Professore di diritto internazionale abbia fatto un’affermazione da bocciatura istantanea all’esame di diritto internazionale?

Smettetela di prendere per vera qualunque cosa solo perché “vi piace”, verificate quello che leggete o sentite. Anche quando c’è scritto che “l’ha detto un esperto“. Cercate le fonti, analizzate la notizia, chiedete agli esperti prima di credere e soprattutto condividere la prima cosa che vi passa sulla bacheca. Arrecate danno alla società, mettetevelo in testa.

P.T.