Gli errori del complotto

Nei precedenti articoli abbiamo ripercorso le varie tappe che il complotto delle scie chimiche dovrebbe necessariamente seguire per poter essere materialmente messo in pratica. Dai soggetti coinvolti, ai costi da sostenere, alla logistica necessaria fino ai rischi cui si esporrebbe un simile piano di sterminio globale.

Forte di questi elementi, vorrei ora spostare l’argomento sul quinto degli argomenti della logica dei troppi, ossia gli errori del complotto.

Con tale argomento mi riferisco al fatto che, nonostante l’estrema complessità della logistica e la necessaria cura dei dettagli che un complotto del genere dovrebbe rispettare per poter restare nascosto per più di mezzo secolo, secondo i complottisti questi “poteri forti” avrebbero lasciato prove evidenti del piano, talmente evidenti che loro stessi sarebbero stati in grado di svelarlo facilmente con delle semplici ricerche su Google o con dei ragionamenti elementari.

Lo scopo di questo articolo è dimostrare l’assoluta illogicità di queste “evidenze”, dal momento che esse sono talmente banali da non poter essere logicamente applicabili ad un complotto di simili proporzioni.

1. La scelta dei tempi

errori del complotto

In primo luogo c’è una considerazione davvero elementare; tanto da far dubitare dell’intelligenza di chi ordisce il complotto. Stiamo infatti parlando di un sistema globale occulto, che corrompe tutti, struttura una logistica estremamente complessa e segreta, coinvolge esperti, personale, industrie; che fa tutto nell’ombra, avendo cura di ogni dettaglio per evitare fuga di notizie e di lasciare per strada anche il più piccolo indizio.

Ma se i poteri forti studiano tutto nei dettagli per non fare svelare in alcun modo la cospirazione dietro le scie chimiche: per quale assurdo motivo scelgono di irrorare in pieno giorno, rendendo quelle scie perfettamente visibili da chiunque alzi la testa al cielo? Possibile che i poteri forti abbiano studiato ogni più piccolo dettaglio del complotto e nessuno di loro abbia pensato che, semplicemente, bastava irrorare solo di notte e nessuno al mondo sarebbe mai riuscito a vedere le scie e farsi venire dei dubbi?

Che senso ha creare una logistica così complessa e poi sparare sostanze nel cielo nel modo più visibile possibile, annullando ogni vantaggio derivato dall’occultamento della logistica, mostrando il risultato del loro piano all’intera popolazione mondiale, quotidianamente, alla luce del sole, per 70 anni?

Nessun senso, ovviamente.

2. Foto compromettenti

Ma andiamo avanti.

errori del complotto

Abbiamo detto che un sistema del genere, per funzionare, deve prevedere delle cisterne e dei serbatoi montati sugli aerei per contenere l’alluminio e il bario da usare per le irrorazioni. Se così è, è gioco forza che tali serbatoi debbano essere nascosti nel modo più efficace possibile sia al personale che ai viaggiatori, per non destare alcun sospetto. Abbiamo visto che per tenere in piedi il complotto e scongiurare ogni rischio sarebbe necessario un intero sistema di intelligence che monitori ogni passaggio del piano, ogni persona più o meno coinvolta, ogni eventuale fuga di notizie.

Un’intelligence che a quanto pare funziona alla grande, visto che dopo 70 anni il complotto è ancora attivo e funzionante.

errori del complotto

Ma se è così, come è possibile che le foto di questi serbatoi circolino allegramente su internet e chiunque abbia una connessione possa vederle e diffonderle a sua volta? Come fa il complotto a resistere ancora, se queste prove schiaccianti ormai le hanno già viste tutti? Come possono i poteri forti, che tutto possono e tutti corrompono, lasciare che queste foto circolino tranquillamente per il web? Che senso ha corrompere personale, militari, governi, industrie, addetti e finanziare una logistica occulta di proporzioni sensazionali, se poi lasci circolare sul web foto del genere?

Nessun senso, ovviamente.

Per dovere di cronaca, quei serbatoi hanno una spiegazione molto più semplice: vengono installati sugli aerei da collaudare e riempiti di acqua per simulare il peso dei passeggeri e analizzarne l’aerodinamica durante i voli di collaudo.

3. Confessioni autorevoli

Ma gli errori del complotto non si esaurirebbero qui.

Partiamo sempre dal presupposto che il complotto delle scie chimiche si fonderebbe su una logistica estremamente complessa e strutturata, attenta ad ogni più piccolo dettaglio, rivolta a mantenere con ogni mezzo e a qualunque costo un segreto che, proprio grazie a questa omertà, sarebbe stato capace di perdurare indisturbato per una settantina d’anni.

Ogni singolo passaggio è ben congegnato e studiato, l’attenzione ai particolari è maniacale, ogni informazione viene protetta, nascosta, alterata per impedire qualunque fuga di notizie.

E nel bel mezzo di questo impianto logistico infallibile, cosa succede? Che il capo della CIA, in una intervista a diffusione mondiale, senza essere obbligato da nessuno, confessa pubblicamente il complotto.

Circola infatti da tempo questa presunta intervista, ovviamente tagliata ad arte e travisata dai complottisti, come spiega questo articolo di BUTAC, in base alla quale addirittura il vertice della CIA avrebbe confessato il piano di sterminio con le scie chimiche. Al di là del debunking sulla prova in questione, viene da chiedersi per quale assurda ragione logica uno dei vertici dei poteri forti, primo fautore del complotto e dunque primo soggetto che ha interesse a non svelare una sola virgola della cospirazione, decida arbitrariamente e senza alcuna ragione – non era sotto processo né sotto tortura, e neppure si parlava di scie chimiche nell’intervista – di far sapere a tutto il mondo che il complotto esiste, svelandolo in 5 minuti ed annullando così 70 anni di lavoro dietro le quinte per mantenere un segreto così inconfessabile.

Che senso avrebbe tutto ciò? Nessuno, ovviamente. Si tratterebbe di un errore del complotto così banale da risultare assurdo, quasi una barzelletta. Eppure, è una delle prove madri per i complottisti delle scie chimiche…

Errori del complotto: l’illogicità della teoria complottista

Gli esempi delle presunte prove del complotto delle scie chimiche dimostrano l’argomento della logica dei troppi dei “troppi errori“.

Se davvero questo complotto esiste e perdura da 70 anni seguendo una logistica ferrea, procedure determinate, attenzione maniacale ai dettagli proprio per scongiurare qualunque fuga di notizie, non avrebbe alcun senso logico che sia possibile svelarlo con queste semplici prove; esse sarebbero talmente evidenti e banali, frutto di errori talmente grossolani da farci dubitare della sanità mentale di coloro che l’hanno ordito.

Un piano di sterminio del genere, su scala globale, che riesce a persistere indenne da detrattori per più di mezzo secolo non può, per ovvie ragioni, essere svelabile con delle semplici ricerche su google da parte di tizi qualunque, né ricorrendo a semplici foto prese a caso dal web o da presunte dichiarazioni talmente eclatanti da risultare del tutto insensate.

Se il complotto esiste e nonostante la sua complessità continua a restare nascosto ad addetti, esperti e autorità varie, allora nessun complottista sarà mai in grado di svelarlo; al contrario, se bastano delle foto su Google allora il complotto sarebbe già stato banalmente svelato da tempo da chi avrebbe davvero i mezzi per farlo.