Quello di oggi è un articolo particolare: analizzeremo tutte le contraddizioni del negazionismo Covid, ma le dimostreremo attraverso un singolo accadimento dai risvolti “logici” molto interessanti; non tanto quindi sulle questioni di merito, quanto sull’approccio logico e metodologico del negazionista.

La pandemia dura ormai da quasi due anni e l’approccio negazionista inizia a manifestare le sue contraddizioni. In che senso? Nel senso che, come sempre cerco di spiegare, l’approccio antimetodologico del complottista si fonda non tanto su una “ricostruzione alternativa” degli eventi, ma solamente sulla negazione totale e cieca di qualunque affermazione “ufficiale” per il solo fatto di essere tale. In questo modo, però, il negazionista non riesce ad evitare, nel tempo, di incorrere in continue e palesi contraddizioni logiche, in quanto a forza di negare tutto si finisce inevitabilmente per negare anche più fatti che, logicamente, non possono essere tutti contemporaneamente “falsi”, in quanto la falsità di uno esclude la falsità dell’altro.

Oggi lo capiremo meglio con un esempio pratico: si è verificato di recente un accadimento che, benché sia oggi sbandierato da complottisti e sostenitori delle terapie domiciliari, dimostra al contrario tutte le contraddizioni del negazionismo Covid e proprio attraverso questa “doppia negazione” di fatti che stanno in contraddizione tra loro.

L’indagine della Corte dei Conti contro l’AIFA: i fatti

Parliamo oggi dell’indagine avviata dalla Corte dei Conti nei confronti di AIFA, che l’anno scorso – ad ottobre del 2020 – aveva rifiutato di accettare la sperimentazione di un anticorpo monoclonale della Lilly che nei trial aveva dato buoni risultati contro il Covid, e che l’azienda farmaceutica aveva offerto all’Italia in maniera assolutamente gratuita.

Della questione ne hanno parlato i giornali, ma anche i diretti interessati – come Guido Silvestri in un suo post di Facebook – e la circostanza ha ovviamente aizzato negazionisti e sostenitori delle terapie domiciliari, che vedono in questo rifiuto da parte di AIFA l’ennesima dimostrazione che c’è un complotto dietro le autorizzazioni dei farmaci volto ad ostacolare l’approvazione di terapie utili per combattere il Covid, così da avvantaggiare i vaccini (anche se, come avevo già spiegato qui, le due cose non si escludono tra loro, ma questo è un altro discorso).

Il negazionista, oggi, non ci vede nulla di male nel sostenere questa tesi e quindi battersi contro il Governo e l’AIFA per la mancata approvazione dei monoclonali, ed anzi lo ritiene perfettamente coerente con la sua posizione sulla questione “pandemia Covid” che attualmente trova grande forza nella difesa delle terapie domiciliari precoci.

Ma è davvero così?

Quando il negazionista screditava i monoclonali…

Facciamo un salto indietro. La questione della mancata approvazione dei monoclonali della Lilly non era affatto stata tenuta nascosta fino ad oggi, tanto che già allora il Patto Trasversale per la Scienza aveva formulato un comunicato chiedendo spiegazioni all’AIFA per tale rifiuto. Lo so, e lo ricordo bene, perché neanche a volerlo fare apposta della questione ne avevo parlato anche io già a dicembre 2020, in questo articolo che oggi calza davvero a pennello per la tesi che voglio esporre. Guarda caso, infatti, avevo citato l’episodio non tanto – o non solo – per puro scopo informativo, ma soprattutto per evidenziare come il negazionista – già allora – adottasse un approccio del tutto selettivo nel suo “negare” le verità ufficiali.

In quel periodo, se ricordate, i vaccini non c’erano ancora ed era in corso un’altra diatriba negazionista: la famosa questione del plasma iperimmune, che curava tutti ma gli ospedali non lo usavano perché spinti dalle lobby farmaceutiche e dagli esponenti più crudeli del “regime sanitario” a preferire ed investire su altri tipi di medicinali: ossia su anticorpi artificiali, quindi creati in laboratorio, perché più costosi e soprattutto capaci di garantire un lucro alle Big Pharma. Avete capito di cosa stiamo parlando? Esatto: proprio gli anticorpi monoclonali.

Ricordate i servizi delle Iene su Burioni, accusato di avere un conflitto di interesse nello screditare il plasma in quanto esperto ricercatore proprio di terapie monoclonali (ne avevo parlato in questo video), che facevano chiara concorrenza al plasma? Ecco: in quel periodo per il negazionista i monoclonali erano una pozione di Satana, il simbolo della corruzione di Big Pharma e la prova che il sistema cercava di screditare nobili ricercatori al servizio dei pazienti – come De Donno – che continuavano a promuovere una cura come il plasma che era sicura, efficace e soprattutto a basso costo, per poter continuare invece a lucrare sulla pandemia vendendo prodotti creati dai loro laboratori e non dalle donazioni di sangue dei guariti.

Proprio allora, infatti, alla notizia che erano scoppiate alcune polemiche riguardo il rifiuto dell’AIFA di sperimentare gratis i monoclonali della Lilly, avevo scritto quel famoso articolo, nel quale facevo notare i “due pesi e due misure” dei negazionisti, che da un lato urlavano al complotto perché non usavano il plasma pur di favorire i monoclonali, ma allo stesso tempo non dicevano nulla quando l’AIFA rifiutava di approvare dei monoclonali offerti gratuitamente.

Non lo facevano, ovviamente, perché in quel preciso periodo storico la narrazione negazionista puntava sull’utilizzo di rimedi “naturali” e poco costosi contro l’ingerenza di Big Pharma e di Burioni, che invece spingevano per prodotti artificiali e più costosi. Per questo, l’eventuale complotto dell’AIFA che ostacola l’approvazione di una cura apparentemente efficace come i monoclonali non poteva entrare nella logica della narrativa negazionista di allora (ma anzi la contraddiceva), e per questo il fatto era stato pressoché ignorato da tutti i negazionisti.

La nuova versione sui monoclonali: tutte le contraddizioni del negazionismo Covid

Oggi, invece, la narrativa negazionista è cambiata perché è cambiato il contesto di riferimento: adesso la diatriba non è più tra farmaci naturali e farmaci artificiali – quindi tra ricercatori indipendenti e le Big Pharma -, bensì tra vaccini e terapie domiciliari (e quindi tra chi vende i vaccini e chi cerca di curare i pazienti).

Tutte le Contraddizioni del Negazionismo Covid

Ora il nemico, che va negato e screditato e che va attaccato come prova del complotto delle Big Pharma, sono i vaccini; di conseguenza, qualunque cosa che possa apparire quale “alternativa” al vaccino diventa una cosa buona, da difendere e sostenere a spada tratta. Anche i monoclonali.

Tutte le Contraddizioni del Negazionismo Covid

E non a caso, nel nuovo contesto, la mancata autorizzazione alla sperimentazione di anticorpi monoclonali – poco importa che si trattasse di un anno fa – rientra nella nuova narrativa del “non autorizzano le cure per favorire i vaccini” – che è la narrativa dei sostenitori delle terapie domiciliari, la nuova “fase” del negazionismo -, e pertanto diventa coerente con le posizioni negazioniste. Pertanto, i negazionisti la appoggiano anche se è in palese contraddizione con tutto il castello logico che era stato costruito in precedenza.

Infatti, laddove ieri trovavate negazionisti inveire contro Burioni e le Big Pharma che volevano a tutti i costi abolire il plasma, anche se funzionava perfettamente, per sostituirlo con i loro prodotti chimici e artificiali che “chissà cosa c’è dentro“, oggi trovate quegli stessi negazionisti idolatrare le proprietà dei monoclonali che “curano al 100% tutti” ma ne ostacolano l’approvazione perché vogliono vendere solo i vaccini.

E’ la stessa logica del “bipensiero” elaborata da Orwell nel celebre 1984, attraverso la quale il Grande Fratello era in grado di convincere i sudditi della validità di un concetto e del suo esatto contrario contemporaneamente; oppure consentire al Governo di modificare anche diametralmente una politica da un momento all’altro senza che il popolo ci trovasse nulla di strano (come l’episodio nel quale, durante una manifestazione contro il nemico col quale si era in guerra, improvvisamente quel nemico diventava l’alleato e la manifestazione mutava radicalmente obiettivo, ma nessuno dei manifestanti aveva nulla da obiettare).

Tutte le contraddizioni del negazionismo Covid, insomma, sono le stesse che ritroviamo in qualunque narrativa complottista di più bassa lega, dalla terra piatta alle scie chimiche.

La cosa divertente – e triste al contempo – è che sono gli stessi negazionisti a citare in lungo e in largo la celebre opera di Orwell, senza aver capito che l’autore stava descrivendo proprio loro.

George Orwell si sta certamente rivoltando nella tomba.

P.T.