La diatriba tra vaccini e terapie domiciliari è la prova più concreta della totale assenza di logica e coerenza nelle argomentazioni no vax. In questo articolo mi limiterò a paragonare le due situazioni, ossia cosa vaccini e terapie domiciliari abbiano in comune e cosa no, per illustrare tutte le fallacie logiche dei no vax che denigrano i vaccini e sostengono le terapie domiciliari.
Vaccini e terapie domiciliari non sono alternative
In primo luogo, è bene precisare che vaccini e terapie domiciliari non sono alternativi tra loro, quindi a prescindere non ha alcun senso denigrare i vaccini per sostenere le terapie domiciliari o pretendere che una soluzione possa sostituire l’altra. Il vaccino serve a contenere le epidemie e ad evitare le ospedalizzazioni, ed è un prodotto che si somministra ai sani per evitare che si ammalino; le terapie, invece, si somministrano ai malati per evitare che muoiano. Hanno quindi obiettivi diversi e complementari, ed entrambe sono necessarie e importanti per fronteggiare un’epidemia.
Quindi, chi contrappone vaccini e terapie domiciliari, e pretende che le terapie possano sostituire il vaccino, parte col piede sbagliato perché non ha capito le basi del discorso. Se anche le terapie domiciliari funzionassero, esse non potrebbero sostituire il vaccino ma sarebbero un ottimo supporto alla campagna vaccinale nella lotta la Coronavirus. Ugualmente, la vaccinazione non è sufficiente da sola ad eradicare il patogeno o evitare morti e ospedalizzati: è necessario anche individuare terapie efficaci per chi si ammala lo stesso.
Basterebbe questo a squalificare le argomentazioni no vax, eppure si tratta solo dell’inizio.
Vaccini sperimentali e terapie sperimentali
In secondo luogo, i no vax lamentano che i vaccini siano ancora in fase sperimentale, e quindi noi saremmo tutti cavie di laboratorio che stiamo testando un farmaco mai sperimentato prima. Meglio, dunque, affidarsi alle terapie domiciliari.
Il vaccino, però, non è affatto sperimentale: ha superato le tre fasi sperimentali richieste con successo ed è stato regolarmente approvato dalle autorità competenti. Il fatto che siano stati approvati secondo una procedura “condizionata” non significa che non abbiano rispettato tutti i requisiti richiesti per poter essere messi in commercio. Su cosa consista questa approvazione condizionata ne avevo già parlato in questo articolo, che vi spiega l’intera procedura e vi chiarisce i motivi per cui l’approvazione sia arrivata così in fretta rispetto al normale.
Le terapie domiciliari, invece, non hanno mai superato alcuna fase clinica e preclinica, non sono mai state approvate da alcuna autorità e, ad oggi, non esiste un solo studio randomizzato e controllato che ne attesti l’efficacia (l’unico è quello che trovate qui e di cui avevo parlato in questo articolo, e lascio a voi giudicare se le conclusioni siano promettenti).
Inoltre, le terapie domiciliari utilizzano spesso farmaci come l’idrossiclorochina, i cui studi hanno ampiamente dimostrato non essere efficace contro il Covid ma avere anzi diversi effetti collaterali anche gravi, al punto che i rischi superano i benefici (ne avevo parlato qui).
Quindi: il no vax rifiuta un farmaco che ha superato tutte le fasi di sperimentazione, è stato approvato, si è dimostrato efficace; e in cambio pretende di utilizzare una terapia mai sperimentata, mai approvata e che ad oggi non dimostra alcuna efficacia.
Esonero da responsabilità
In terzo luogo, il no vax lamenta che i vaccini siano sottoposti ad uno scudo penale che protegge le case farmaceutiche in caso di danni, e che anzi perfino il medico che te li somministra sarebbe esente da ogni responsabilità perché ti fa firmare il consenso informato. In questo senso, le terapie domiciliari sarebbero più trasparenti e quindi più sicure.
Il no vax, però, non ha compreso il senso dello scudo penale garantito alle case farmaceutiche – ne avevo già parlato meglio qui – e cioè non un accordo satanico che dimostra che i vaccini sono veleno e tutti gli Stati sono corrotti dal sistema delle Big Pharma, ma più semplicemente il fatto che i vaccini, come tutti i farmaci, hanno effetti collaterali non prevedibili che capitano in un caso su un milione; ma siccome i vaccini, a differenza di tutti gli altri farmaci, si somministrano a centinaia di milioni di persone all’anno, quel caso su un milione comporterebbe miliardi di euro indennizzi all’anno per le case farmaceutiche, rendendo la produzione dei vaccini antieconomica. Per questo, a fronte del beneficio sociale garantito dalla somministrazione di massa di un vaccino, sono gli Stati a farsi carico dei risarcimenti, poiché altrimenti le case farmaceutiche non avrebbero interesse a produrli. Ma ciò non significa che, in caso di danni, non possiate essere risarciti, ma semplicemente che sarà lo Stato a risarcirvi e non il produttore.
Per ogni approfondimento, peraltro, in questo video avevo spiegato come funziona il risarcimento per danni da vaccino:
Quanto invece al consenso informato, esso è solo un documento che il medico vi fa firmare prima di qualunque trattamento sanitario, con il quale attestate di essere stati informati sulle modalità del trattamento e sui suoi rischi; in nessun modo costituisce un documento col quale vi è preclusa una richiesta danni al medico, né in ambito civile né tantomeno penale.
Le terapie domiciliari invece, come emerge dallo stesso protocollo di ippocrate.org e dallo screenshot qui sopra da esso estrapolato, prevedono una liberatoria con la quale il medico curante viene esonerato da qualunque responsabilità, sia civile che penale che morale, nel caso di danni di qualunque tipo causati dal trattamento. Quindi, se nel caso di consenso informato, se il medico vi inietta il vaccino lanciandovi la siringa nell’occhio e rimanete ciechi ben potete citarlo in giudizio sia civile che penale, se il medico che vi somministra la terapia vi cagiona dei danni, magari iniettandovi dell’aria endovena, secondo la loro liberatoria non potete nemmeno denunciarlo (posto che questo non è nemmeno possibile, come avevo spiegato in questo post).
Insomma: il no vax si lamenta del vaccino perché in caso di eventuali danni non potrebbe fare nulla, quando ciò è palesemente falso data la possibilità di ottenere l’indennizzo dallo Stato e il fatto che il consenso informato non preclude alcun risarcimento, e preferirebbe una terapia domiciliare, per sottoporsi alla quale devi firmare un totale – e illegale – scarico di responsabilità anche per eventuali conseguenze penali.
Vaccini e terapie domiciliari: conclusioni
In definitiva, il no vax preferisce le terapie domiciliari al vaccino per motivi in base ai quali dovrebbe preferire il vaccino alle terapie, posto che a prescindere non ha proprio capito che i vaccini non escludono le terapie e viceversa.
Però questa gente condiziona l’opinione pubblica del Paese, e ostacola la fuoriuscita di tutti da questa pandemia. Io ho smesso di considerarlo “normale”; voi?
P.T.
Per un serio approfondimento sul tema delle terapie domiciliari, vi consiglio questo video di Polemica in PIllole: