Tra le varie perplessità che girano intorno a questa storia dell’epidemia di Coronavirus, ultimamente ho visto girare una questione particolare: è vero che il Presidente Conte aveva disposto lo stato di emergenza già dal 31 gennaio, quindi sapeva già tutto e ci sta prendendo in giro?

Da laureato con tesi in diritto costituzionale, l’argomento è decisamente nelle mie corde e quindi ho pensato di approfittarne per spiegare come funzionino queste procedure costituzionali.

In effetti, comprendo che chi è scevro di nozioni costituzionali – male, la Costituzione dovete conoscerla anche se non siete avvocati! – possa apparire quantomeno dubbio che il Governo abbia dichiarato lo Stato di emergenza già dal 31 gennaio, per la durata di 6 mesi, ma poi abbia disposto la quarantena forzata solo da marzo con decorrenza ad aprile. Non è una contraddizione? Perché non ha disposto la quarantena da subito? E perché disporla solo fino ad aprile, se lo stato di emergenza è stato dichiarato fino a luglio?

Cosa ci nascondono?

Niente, come sempre. E per capirlo è necessario spiegare un attimo i termini della questione, perché capisco che tra i cittadini ci sia molta confusione.

Cos’è lo stato di emergenza?

Si intende genericamente per “stato di emergenza” una situazione che può venire a crearsi in caso di calamità naturali o altre catastrofi che rendono necessario un intervento più celere e meno “vincolato” da parte delle istituzioni, per gestire la situazione efficacemente e limitare i danni.

In tali casi, infatti, le regolari procedure previste dalla Costituzione per emanare leggi e provvedimenti rischiano di rivelarsi troppo lunghe e inefficaci – sappiamo bene quanto tempo ci mette il nostro Parlamento a promulgare una legge tra discussioni, emendamenti, rinvii,… -; perciò, può rivelarsi opportuno demandare parte delle funzioni direttamente al Governo, che avendo – almeno di solito – un solo colore politico e un solo referente per ogni Ministero, è in grado di provvedere più celermente e in maniera più efficace senza essere vincolato ai limiti delle laboriose procedure costituzionali.

Si tratta di una situazione espressamente prevista in tutti i sistemi costituzionali di stampo occidentale del mondo, e come tale anche dal nostro.

In particolare, è la Legge n. 225 del 1992 a disciplinare questa eventualità e stabilendo di demandare

la deliberazione dello stato di emergenza al Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei ministri

Art. 5, l. 225/1992

Il medesimo articolo stabilisce poi che la delibera con cui si dichiara lo Stato di emergenza:

  • può essere emanata non solo al verificarsi degli eventi calamitosi, ma anche nella loro imminenza;
  • dispone in ordine all’esercizio del potere di ordinanza, conferendo al Consiglio dei Ministri una competenza attributiva di tale potere; la norma non effettua una previa individuazione del novero dei potenziali destinatari, fatta salva l’indicazione contenuta nel successivo comma 2, che conferisce potere di ordinanza al Capo del Dipartimento per la protezione civile salvo che sia diversamente stabilito con la deliberazione dello stato di emergenza; l’ordinanza deve essere oggetto di intesa con le regioni territorialmente interessate;
  • deve indicare l’amministrazione pubblica competente in via ordinaria per il coordinamento degli interventi successivi alla scadenza dello stato di emergenza.

Quindi: la dichiarazione dello stato di emergenza, con conseguente attribuzione del potere di ordinanza al Governo, è del tutto legittima.

Perché lo stato di emergenza dura 6 mesi, mentre la quarantena solo 20 giorni?

stato di emergenza dal 31 gennaio

Posta la legittimità della dichiarazione di Conte, i dubbi sollevati afferiscono al fatto che lo stato di emergenza sia dal 31 gennaio 2020, mentre le prime misure di quarantena risalgono solo all’11 marzo. Inoltre, lo stato di emergenza è dal primo momento stabilito in 6 mesi, quindi per quale ragione la quarantena finirebbe molto prima?

Semplice: lo stato di emergenza, come visto, è solo una condizione che viene dichiarata per consentire al Governo di potersi arrogare determinati compiti, connessi con una serie di interventi che lo Stato deve fare per contenere i danni, risolvere la situazione e garantire il rispetto e l’efficacia delle misure emergenziali.

La quarantena, invece, è solo una delle misure che il Governo può intraprendere per risolvere lo stato di emergenza. Insomma: lo stato di emergenza e la quarantena stanno in rapporto di genere a specie. Per poter imporre una misura di quarantena – che come tale limita la libertà delle persone ex art. 16 Cost. -, è necessario che previamente sia stato dichiarato uno stato di emergenza.

Conte sapeva già tutto con 2 mesi di anticipo?

Queste circostanze, che possono creare confusione, sono state da alcuni sfruttate per gridare a un qualche complotto in base al quale lo stato di emergenza sarebbe stato dichiarato molto prima perché il Governo “sapeva già tutto”, insinuando il solito complotto per schiavizzarci o non si sa bene cosa altro fare.

stato di emergenza dal 31 gennaio

Peccato che, come fa presente anche questo articolo di Open, i complottisti hanno la memoria cortissima e si dimenticano che già a gennaio in Italia erano stati accertati i primi due casi; ma soprattutto, dimenticano che la dichiarazione dello stato di emergenza dal 31 gennaio deriva semplicemente dal fatto che è stato l’OMS, il giorno precedente, a dichiarare lo stato di emergenza sanitaria. Dichiarazione alla quale il Governo italiano non ha fatto altro che adeguarsi.

stato di emergenza dal 31 gennaio

Niente di occulto, quindi. Tutto perfettamente normale e alla luce del sole. Del resto, sorrido di fronte ai complottisti – aizzati dal solito Rosario Marcianò – che urlano a complotti occulti che sarebbero confermati da una legge pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, cioè la raccolta ufficiale delle leggi dello Stato che chiunque può andare a leggere quando vuole, ma loro si accorgono solo oggi che l’Italia è in stato di emergenza dal 30 gennaio…

Ma allora perché la quarantena è stata disposta solo l’11 marzo?

Anche per questo c’è una spiegazione molto semplice.

Quando, il 30 gennaio, è stato proclamato lo stato di emergenza, come detto in Italia c’erano appena 2 casi e il rischio di epidemia restava ancora medio-basso. In queste condizioni, il Governo ha preferito iniziare ad intervenire in maniera più blanda, nella speranza che individuando il paziente 0 e ricostruendo la sua rete di contatti, sarebbe stato possibile isolare gli infetti e scongiurare l’esplosione di focolai. Del resto, come stiamo sperimentando oggi, le misure di quarantena sono dolorose e dannose per l’economia; è pertanto perfettamente comprensibile che il Governo, allo stato esistente al 30 gennaio, abbia preferito non attuare misure così drastiche, che peraltro ben difficilmente sarebbero state accettate dai cittadini in presenza di appena due contagi, vista l’insofferenza dilagante anche oggi che i casi superano i 60 mila.

Ricordatevi sempre che stiamo ragionando col senno del poi e che ora che l’epidemia è esplosa è più facile giudicare l’operato del Governo di due mesi fa.

Una strategia che comunque si è rivelata per mille motivi un fallimento e che ha costretto il Governo, con l’inizio di marzo, ad intervenire in modo più drastico, imponendo l’isolamento forzato e il distanziamento sociale prima nelle “zone rosse” e poi in tutto il territorio nazionale. La speranza ora è che il picco si raggiunga presto, così da poter eliminare alcune restrizioni ed arrivare a risolvere il problema entro la fine dei sei mesi di dichiarata emergenza. Se ciò non accadesse, lo stato di emergenza perdurerà comunque fino a luglio, e fino a quella data il Governo potrà in autonomia prendere ogni misura che riterrà necessaria per affrontare l’emergenza.

Quindi: possiamo dire che il Governo ha fatto male i suoi conti? . Possiamo dire che dietro tutto questo c’è il solito complotto dei “poteri forti” per tenerci chiusi in casa a tempo indeterminato? Assolutamente no.

P.T.