Di recente, in un’intervista ad un medico primario, il Dott. Pier Luigi Garavelli avrebbe fatto una serie di dichiarazioni, tra le quali il fatto che vaccinare durante la pandemia è sbagliato.

Ora, come sapete io non sono un medico o un’immunologo, ma sono un essere pensante. E per “debunkerare” queste affermazioni – già analizzate nel merito da Open – mi limiterò a fare ciò che distingue un essere pensante da uno non pensante: ragionare. Anche senza avere le competenze, infatti, e prima di stabilire se queste affermazioni siano vere o false in base ai nostri “gusti personali” (perché quelli usiamo, se non abbiamo competenze), la cosa migliore da fare è sfruttare la logica e il ragionamento, per valutare possibili implicazioni di quelle affermazioni.

Analizziamo allora meglio le affermazioni del Dott. Garavelli e poniamoci delle domande, anche senza verificare nel merito se le stesse siano vere o meno.

Il Lockdown è utile solo per malattie “da contatto”

La prima affermazione del Dottore asserisce che il lockdown non sia utile per malattie come il Covid, ma solo per malattie infettive “da contatto”, come ad esempio Ebola.

Prima domanda: una malattia da contatto come Ebola contagia “attraverso lo stretto contatto con sangue, secrezioni, tessuti, organi o fluidi corporei di persone infette“. Quindi, non mi sembra così necessario chiudere in casa tutti e impedire alla gente di circolare per fermare un virus come Ebola, dato che basterebbe evitare che gli infetti vengano abbracciati e baciati dai sani.

Il fattore R0 di Ebola è infatti molto più basso di quello di Sars-Cov-2, proprio perché il Covid si diffonde per le vie aeree e quindi non serve necessariamente il contatto con secrezioni e mucose. Pertanto, non vedo come possa essere possibile che il lockdown sia più utile per una malattia meno contagiosa rispetto a una più contagiosa, dove basta proprio la vicinanza, uno starnuto, toccare qualcosa di infetto per prendersi la malattia.

Vaccinare durante la pandemia è sbagliato
Virus Ebola

Seconda domanda: Ebola è una malattia terrificante, che provoca febbre altissima ed emorragie varie a tutti gli organi interni. Sfido dunque un qualunque malato di Ebola ad andarsene in giro a fare shopping, al mercato, a un concerto, a fare la spesa; credo che sarebbe già tanto se riuscisse ad alzarsi dal letto.

Credo perciò che se ci fosse un’epidemia di Ebola il lockdown non sarebbe affatto necessario, perché gli infetti avrebbero problemi ben più impellenti di andarsene in giro. Si auto-isolerebbero per “forza maggiore” e comunque finirebbero sistematicamente tutti all’ospedale. Di certo non mi troverei uno pieno di emorragie interne con la febbre a 41 a passeggiare per strada…

Il Vaccino favorisce le mutazioni del virus

Prendiamo per vera anche questa affermazione. In generale, in effetti, i virus tendono a mutare nel tempo. La mutazione avviene con errori di replicazione dell’RNA, che possono nel tempo dare vita a nuove proteine e in generale a modificare alcuni tratti essenziali del virus. Se quella mutazione è più efficace in termini di sopravvivenza, continuerà a riprodursi fino a sostituire il virus precedente; se non lo è, si estinguerà.

Questo significa che più il virus circola, più probabilità ci sono che muti. E a forza di mutare, potrebbe assumere forme tanto differenti dal virus originale da rendere obsoleti vaccini e terapie, costringendo la ricerca a ricominciare daccapo. Questo accade certamente lasciando diffondere il virus, perché più replicazioni ci sono più una mutazione del genere diventa probabile; ma poniamo anche che sia possibile come “reazione” alla vaccinazione.

Questo mi sembra proprio il motivo per cui è necessario non solo vaccinare tutti, ma vaccinare in fretta, ossia raggiungere la soglia di gregge prima che le mutazioni portino ad un nuovo virus, contro il quale il vaccino sarebbe inefficace. No?

Se al contrario non vacciniamo e lasciamo che il virus muti, c’è invece il rischio di non liberarsi mai del problema.

Vaccinare durante la pandemia è sbagliato

Per il fatto che il vaccino favorisce le mutazioni del virus, “vaccinare durante la pandemia è sbagliato“.

Domanda banale: se non possiamo vaccinare durante una pandemia, quando avremmo dovuto vaccinare? Prima era impossibile, dato che se il virus non esiste mi chiedo come si possa creare un vaccino che ci immunizzi da lui e somministrarlo a tutti, prima che magari questo virus che non esiste compaia sulla faccia della Terra (posto che, se anche fosse possibile una cosa del genere, dovremmo fare qualche migliaio di vaccini a caso visto che non possiamo prevedere quale virus scatenerà un’epidemia).

Dopo la pandemia, invece, non avrebbe alcun senso, dato che il vaccino serve a raggiungere la soglia di gregge senza affrontare i rischi della malattia e in questo modo fermare la curva epidemica; aspettare che finisca la pandemia significa aspettare che si raggiunga l’immunità naturale, passando tra l’altro per milioni di ospedalizzati e centinaia di migliaia di morti, per poi somministrare un vaccino che, a quel punto sì, non sarebbe di alcuna utilità, visto che l’epidemia è finita.

Ha senso vaccinare solo durante un lockdown

E veniamo all’ultima affermazione. Secondo il medico, perché il vaccino sia efficace si sarebbe dovuto somministrare parallelamente al lockdown, per evitare la circolazione del virus e quindi le sue possibili mutazioni. Posto che il medico aveva appena detto che per questo virus il lockdown era inutile, mentre ora diventa utile, in ogni caso la sua soluzione è molto interessante, ma ha un piccolo problema: a marzo 2020, quando abbiamo dovuto fare il lockdown per evitare una strage, il vaccino non ce l’avevamo. Quindi, secondo il medico, a marzo 2020, non avendo il vaccino, avremmo dovuto evitare il lockdown, così da far circolare il virus per tutta la popolazione e fare centinaia di migliaia di morti in qualche mese, fare collassare gli ospedali, mandare in tilt il sistema sanitario. Tutto questo perché si può vaccinare solo se c’è un lockdown…

Peraltro, la soluzione di vaccinare durante un lockdown è in effetti stata adottata da Israele, e anche il Regno Unito, nonostante l’alta percentuale di vaccinati raggiunta, continua a mantenere le restrizioni. Quindi in realtà si tratta di una soluzione già adottata da alcuni governi, non è una sua scoperta.

Ma soprattutto, mi lascia perplesso il fatto che queste affermazioni siano usate dai negazionisti a supporto delle loro teorie. Questo significa infatti che da un lato i negazionisti sostengono che il lockdown di due mesi del 2020 è stata una violazione dei nostri diritti costituzionali, un sopruso, un atto dittatoriale; e parallelamente sostengono che oggi, che il rischio è più basso che a marzo 2020 e nonostante ci sia finalmente il vaccino, il Governo ci dovrebbe chiudere tutti in casa fino alla fine della campagna vaccinale, ossia per quasi un anno.

Sicuri di volere questo? Davvero non vi accorgete della contraddizione?

Se anche non avete le competenze, potete sempre usare la logica. Se ce l’avete.

P.T.