Torniamo a parlare dell’epidemia Conv-19 – qui alcuni approfondimenti utili – e in particolare di tamponi per Coronavirus.

Si è infatti molto parlato – su social, giornali e TV – di questa strana storia per cui in Italia abbiamo più casi accertati degli altri perché da noi abbiamo fatto molti più tamponi per Coronavirus rispetto agli altri paesi europei come Francia e Germania; una circostanza che ha scatenato perplessità e polemiche, perché a diversi è risultato abbastanza paradossale che gli altri paesi stiano sottovalutando il rischio epidemia al punto da non fare tamponi; per altri questa è invece la prova provata che l’unico vero focolaio europeo è quello italiano, mentre gli altri paesi avrebbero solo alcuni sporadici casi (usando poi chiaramente questo argomento per scopi politici, accusando il Governo in carica di negligenza soprattutto con riferimento agli arrivi dalla Cina degli scorsi mesi).

La questione è sembrata strana anche a me, motivo per cui ho cercato di verificare intanto se questa storia dei tamponi per Coronavirus fosse vera e poi per quale motivo altri paesi come la Francia stiano facendo molti meno controlli di noi.

Ho così fatto un po’ di noioso fact checking e questi sono i risultati cui sono giunto.

La Francia fa meno controlli: è vero?

Tutta la questione ha preso vita da alcune dichiarazioni sui media, in base alle quali si faceva notare che il numero di contagiati accertati in Italia è sensibilmente più elevato che altrove perché in Italia in appena 3 giorni sono stati fatti quasi 4000 tamponi per Coronavirus, mentre in Francia appena 400 in un mese. Per prima cosa, ho allora cercato di verificare se questo fosse vero.

tamponi per coronavirus

In realtà . La questione dei 400 tamponi per Coronavirus in Francia è stata infatti effettivamente resa pubblica in una dichiarazione resa dal Ministro francese Agnes Buzyn – ne trovate un estratto in questo articolo – la quale avrebbe affermato che:

“Per prepararsi ad affrontare l’eventuale epidemia, la Francia sta aumentando il numero di laboratori dotati di test diagnostici per poter arrivare a condurre diverse migliaia di analisi al giorno e su tutto il territorio, contro i 400 di oggi”

Agnes Buzyn

Dalla dichiarazione emerge dunque che, prima della dichiarazione, la Francia avesse effettivamente una capacità diagnostica pari a 400 tamponi Coronavirus al giorno, e che si prometteva di aumentarla entro le successive settimane. Quindi, in realtà il Ministro non dice che i tamponi fatti sono stati solo 400, ma che il paese transalpino ha questa capacità diagnostica giornaliera.

Perché la Francia fa meno controlli?

Ma andiamo oltre.

Quale che sia l’effettivo numero di tamponi per Coronavirus fatti oltralpe, pare evidente che ne siano stati fatti un numero decisamente minore che in Italia; la questione centrale diventa dunque: perché? Forse i francesi hanno sottovalutato il problema? Forse in Francia non ci sono casi, non c’è un reale focolaio ma solo qualche caso sporadico, mentre l’emergenza attualmente è solo in Italia? Ci sono davvero molti più casi in Italia che in Francia?

Continuando a spulciare le fonti nel tentativo di capire perché pareva che la Francia avesse sottovalutato il problema in questo modo e, nonostante questo, il numero di casi continuasse a risultare molto più basso che in Italia, sono riuscito a trovare una spiegazione più che plausibile della questione.

Riprendendo quanto affermato anche in questo articolo, la differenza tra Francia e Italia sta in questo.

Alla ricerca del “paziente 0”

Piccola ma necessaria premessa: lo scopo della ricerca sul campo a suon di tamponi per Coronavirus non ha solo lo scopo di individuare l’esatto numero di contagiati. Lo scopo più importante è invece quello di trovare il “paziente 0”, ossia il soggetto che per primo ha portato l’epidemia nel Paese.

tamponi per coronavirus

Si tratta di una ricerca importante, perché individuando il paziente 0 è possibile stabilire il punto di partenza dell’epidemia, e in questo modo, ricostruendo gli spostamenti di quel paziente, riuscire a ricostruire in modo abbastanza fedele le direttive di diffusione della malattia, rendendo più efficaci le misure di contenimento.

Il problema sta essenzialmente nel fatto che mentre in Francia il paziente 0 è stato trovato, in Italia ancora no.

Perché la Francia ha fatto meno tamponi per Coronavirus?

In Francia, dunque, il paziente 0, ossia il soggetto arrivato malato direttamente da Wuhan, è stato individuato molto in fretta. Ciò ha facilitato non poco il lavoro delle autorità, perché è stato sufficiente monitorare e ricostruire tutti gli spostamenti del paziente 0 per individuare le possibili zone – e le possibili persone – eventualmente contagiate dal suo passaggio. In effetti, come detto anche nell’articolo citato più sopra, in Francia

“Non c’è stata la necessità di fare un test su larga scala perché sapendo dall’inizio quali potevano essere i potenziali pazienti “zero” francesi era più semplice seguirne l’andamento e ricostruirne gli spostamenti”

Chiariamo con un esempio. Poniamo che il paziente 0 viva in un piccolo paese di campagna di 2000 anime, nel quale si è recato subito dopo essere atterrato in Francia. A quel punto, le autorità non hanno bisogno di sottoporre a tampone per Coronavirus tutto il paese, perché sanno già che il paziente iniziale è lui, e quindi sarà sufficiente prendere misure di contenimento dell’epidemia – come mettere in quarantena il Paese intero – ben sapendo che, a prescindere dal numero di casi, quel focolaio lì esiste a causa del paziente 0 e che tutti gli eventuali infetti del paese non possono che essere stati contagiati da lui.

Altri tamponi potranno eventualmente essere fatti ad hoc verso persone specifiche del paese che manifestassero sintomi più gravi, al solo fine di distinguere la sua infezione da una più banale influenza ed eventualmente prendere precauzioni sanitarie verso quel singolo, per evitare che si aggravi ulteriormente.

Perché l’Italia ha fatto più tamponi per Coronavirus?

In Italia, invece, il paziente 0 ad oggi non è ancora stato trovato. Quello che abbiamo trovato è il paziente 1, ossia un soggetto infetto che, non essendo stato in Cina, deve necessariamente essere stato contagiato da qualcun altro (il paziente 0, appunto).

Pertanto, nel caso italiano è stato necessario andare a ritroso, ripercorrendo ogni suo spostamento, al fine di individuare un potenziale paziente 0 che possa averlo contagiato. E l’unico modo per farlo è fare controlli a tappeto verso chiunque risulti essere stato in un determinato luogo nello stesso momento in cui lì c’era il paziente 1.

Tornando all’esempio di prima: se il paziente 1 vive in un piccolo paese di campagna di 2000 abitanti, nel quale si è recato negli ultimi giorni, a differenza che nel caso francese è necessario fare il tampone a tutti quei 2000 abitanti, perché è possibile che tra essi si nasconda il paziente 0, o un altro paziente – che chiameremo 1b – responsabile del contagio del paziente 1 che sia stato a sua volta contagiato dal paziente 0. Non conoscendo il paziente 0, infatti, le autorità non possono sapere se sia stato il paziente 1 a contagiare il paziente 1b, o viceversa; circostanza importante da capire, perché solo comprendendo chi sia il vero paziente 1 sarà possibile seguirne a ritroso gli spostamenti per arrivare al paziente 0.

Ecco spiegato perché, insomma, l’Italia ha dovuto fare molti più tamponi della Francia.

Circostanza che peraltro dimostra che non è affatto detto che il numero di casi in Italia sia effettivamente più alto, perché semplicemente gli eventuali pazienti contagiati dal paziente 0 in Francia sono già sotto controllo quindi non c’è stato bisogno di accertarsi, salvo peggioramenti di salute, che fossero davvero tutti affetti dal virus. Di conseguenza, non hanno fatto loro il tampone, il che non significa che non siano necessariamente malati anche loro.

P.T.