Una delle perplessità che in molti continuano a manifestare in questi giorni è il rapporto di casi e morti ad agosto 2020 rispetto ad agosto 2021. Perché oggi abbiamo più casi e più morti rispetto ad agosto 2020? In effetti, ciò appare strano dato che oggi siamo nel pieno di una campagna vaccinale che dovrebbe portarci fuori dall’epidemia, e invece, guardando la situazione dell’anno scorso, quando i vaccini non c’erano, le cose non sembrano migliorate ed anzi appaiono addirittura peggiorate.

Partiamo allora da queste perplessità – come detto manifestate da molti, qui un esempio di Nicola Porro- e cerchiamo di capire perché oggi abbiamo più casi e più morti rispetto ad agosto 2020.

Lo faremo, come al solito, scremando l’analisi da qualunque opinione, affermazione, sensazione, e limitandoci ad analizzare i freddi numeri (come già fatto qui per il rapporto ISS in Italia e qui per i dati di Israele).

Dati a confronto

Cominciamo ad inquadrare la questione presentando i dati a confronto prendendo in esame la situazione al 28 agosto 2020 e al 28 agosto 2021.

28 agosto 2020

L’anno scorso, il 28 agosto la situazione era la seguente:

  • 97.065 tamponi eseguiti (tasso di positività al 1,5%);
  • 1.411 nuovi casi;
  • 9 decessi.

28 agosto 2021

Il 28 agosto 2021, invece, i dati sono i seguenti:

  • 265.480 tamponi eseguiti (tasso di positività al 2,95%);
  • 7.826 nuovi casi;
  • 45 decessi.

Analisi incrociata dei dati: il tasso di positività

Presi in assoluto, i dati sembrano dire che ad agosto 2020 ci fossero meno casi e meno decessi di oggi, vanificando ogni argomento in favore dei vaccini. Ma è davvero così?

Iniziamo dal primo dato, ossia il numero di tamponi. Nel 2021 i tamponi sono stati quasi il triplo, ma di nuovo i numeri assoluti sono del tutto relativi in una analisi incrociata.

Quello che ci interessa verificare è, piuttosto, il tasso di positività. Perché? Il motivo è stato egregiamente spiegato in questo articolo de “Il Post” dell’anno scorso che vi invito a leggere perché è spiegato davvero bene. Molto brevemente, il tasso di positività – rapporto tra tamponi eseguiti e tamponi positivi – non ci dice solamente il numero di positivi, ma ci consente anche di capire se il tracciamento è “sotto controllo”, ossia se stiamo effettivamente individuando tutti i positivi o meno.

Il Post propone l’esempio della rete da pesca: se vado a pescare con una rete di 10 metri e pesco 3 pesci, è molto probabile che io stia pescando praticamente tutti i pesci che ci sono nel mare e forse non mi serve una rete così grande; se invece di pesci ne pesco 1.000 e riempio per intero la rete, è probabile che ci siano molti altri pesci nel mare e quindi mi serva una rete più grossa.

Fuori di metafora, più il tasso di positività è alto (cioè più positivi becco) più è probabile che ci siano altri positivi che non sto rilevando e quindi io debba fare più tamponi. In base ai calcoli matematici, il “limite” percentuale dal quale è necessario iniziare a considerare una “rete più grossa”, perché mi sto perdendo troppi pesci, è il 3%.

In base a questo ragionamento, guardiamo il tasso di positività nei due periodi: nel 2020 era dell’1,5%, quindi con ogni probabilità quei 1411 positivi erano tutti i positivi; nel 2021, invece, è del 2,95% (il giorno precedente era del 3,27%), il che significa che stiamo iniziando a perderci dei positivi. Cosa comporta? Che mentre nel 2020 i 1411 positivi sono probabilmente il 100% dei reali positivi nel Paese, oggi quei 7826 potrebbero essere solo una percentuale dei positivi totali, che potrebbero essere anche di più.

Questo è un dato importante per leggere anche i dati successivi.

Rapporto casi/decessi

Tenendo a mente il differente tasso di positività, calcoliamo allora il rapporto casi/decessi:

  • agosto 2020: 1411/9: 0,65%;
  • agosto 2021: 7826/45: 0,58%;

Come vedete, il tasso di letalità risulta leggermente più basso nel 2021 rispetto al 2020, e ricordo che va considerato che nel 2021 i positivi potrebbero essere più di 7826, quindi la letalità sarebbe ancora più bassa.

Quindi, non ci sono affatto “più morti” nel 2021 che nel 2020.

Indice RT

Resta ancora un punto da analizzare: se anche i morti sono sostanzialmente uguali – ed anzi un po’ meno oggi rispetto ad agosto 2020 – rimane il fatto che oggi i casi siano decisamente di più, e questo contrasterebbe con la teoria per cui il vaccino aiuta a limitare i contagi. E’ così?

Per capirlo, di nuovo, non ha alcun senso paragonare i dati assoluti, perché stiamo parlando di due situazioni molto diverse.

Il virus non ha un calendario, non sa che mese sia. Quindi non è che si comporta nello stesso modo solo perché il mese è lo stesso, quasi avesse un calendario che lo avverte sul cellulare e lui dice “ah già, oggi devo contagiare tot persone come l’anno scorso”. Il paragone dello stesso mese non significa niente se le condizioni di contorno sono totalmente diverse. Non è difficile da capire.

Ad agosto 2020 eravamo reduci da 2 mesi di lockdown totale, mentre oggi circoliamo liberamente da diversi mesi; inoltre, come sappiamo, oggi è in circolazione una variante – la delta – estremamente più contagiosa di quella che circolava ad agosto 2020.

Molti obiettano che la scusa del lockdown non regge, perché esso è finito a maggio e questo non giustifica un ribasso di casi ancora a tre mesi di distanza. Chi dice questo, però, non ha la minima idea di come funzioni un’epidemia.

Come ho già spiegato in questo articolo su come funziona l’indice rt, e in questo video del nostro canale YouTube dedicato specificamente al Covid, l’epidemia ha una crescita di tipo esponenziale, ossia cresce lentamente nei primi mesi per poi salire improvvisamente in impennata quando i casi raggiungono un certo numero. Quindi, è perfettamente normale che un virus che ricomincia a circolare a fine maggio, ad agosto non abbia ancora manifestato una crescita esponenziale.

Infatti, l’unico fattore che va considerato per capire davvero la diffusione di un virus non sono i numeri assoluti, ma l’indice rt della malattia in un dato momento.

Ebbene, spulciando negli articoli di agosto 2020 scopriamo che, allora, l’rt della malattia era intorno a 0,75, perché ancora si sentivano gli effetti del lockdown. Quando l’indice è sotto 1, il virus fa fatica a circolare ed è infatti questo l’obiettivo degli epidemiologi per fermare un’epidemia.

Ad agosto 2021, invece, complice l’assenza di un lockdown e soprattutto la presenza di una variante molto più contagiosa, quell’indice è intorno a 1,27, ed è in discesa rispetto ai giorni scorsi (quindi per tutto agosto è stato più alto ancora). Quando l’indice è sopra uno, si creano i presupposti per una crescita esponenziale.

Quindi, la differenza nel numero di casi tra agosto 2020 e agosto 2021 dipende essenzialmente dalla sostanziale differenza nell’indice rt, che consentiva l’anno scorso al virus di non circolare (e nonostante questo avevamo 1411 positivi) e favorisce invece oggi una crescita esponenziale dei contagi (e nonostante questo i positivi sono intorno ai 7000).

Pertanto, se vogliamo valutare l’effettiva efficacia del vaccino nel contenere i contagi, pur in presenza di un rt alto, non ha alcun senso paragonare i dati di un periodo in cui l’rt era a 0,75 con uno in cui è a 1,27. Quello che al più si potrebbe fare è prendere un periodo dell’anno scorso con lo stesso rt di oggi e vedere allora, quando i vaccini non c’erano, quanti fossero i casi e come crescessero.

Ad ottobre 2020, ad esempio, l’indice rt ha raggiunto le soglie di oggi. Quanti casi avevamo allora? al 20 ottobre (rt a 1,30) i nuovi casi erano 10.000, che sono diventati 15 mila il 21, 20 mila il 24 e 31 mila il 30 ottobre. Perfettamente in linea con una crescita esponenziale.

Oggi invece, nonostante l’rt alto, i casi oscillano e comunque crescono in modo lineare, non esponenziale. Infatti, il 20 agosto 2021 erano 7.200, il 25 agosto 7.500 e, oggi, 7800.

Se dunque l’anno scorso, quando i vaccini non c’erano, il virus cresceva esponenzialmente, tanto che nel giro di appena 10 giorni i casi erano triplicati, oggi, invece, nel giro di 10 giorni i casi sono cresciuti pochissimo, di appena 600 casi su 7.000.

Quindi, alla domanda “perché oggi abbiamo più casi e più morti che ad agosto 2020?” rispondo con un’altra domanda:

Perché oggi, nonostante l’rt sopra 1 e una variante il triplo più contagiosa, i contagi non crescono esponenzialmente come accaduto l’anno scorso?

Azzardo una risposta: sarà mica il vaccino?

P.T.