In questi ultimi mesi si parla sempre più spesso di variante indiana, una nuova mutazione del virus Sars-Cov-2 che sta suscitando paure e dibattiti sia nella comunità scientifica che nella gente comune. Di cosa si tratta? E’ più letale? Il vaccino è inutile contro questa nuova variante? Dobbiamo davvero preoccuparci?

Cercherò di rispondere in modo semplice a queste domande, basandomi sulle fonti derivate da questo egregio video di Entropy for Life, che ha esposto perfettamente la questione (e al quale rimando per ogni approfondimento più tecnico).

Variante Indiana: Cos’è?

La variante indiana – ora chiamata variante “delta” – è una mutazione del Sars-Cov-2 che pare avere avuto inizio in India e si sta oggi diffondendo in tutto il mondo. Con ogni probabilità, come sta accadendo in UK, è destinata a sostituire l’attuale variante inglese – variante “alpha” -, ossia la variante ad oggi più diffusa.

Perché? Il motivo è essenzialmente la sua contagiosità, che pare essere quasi il doppio di quella del virus originario scatenatosi a Wuhan.

Secondo i dati, infatti, se il virus originario aveva un R0 che oscillava tra 2,3 e 5, l’attuale variante indiana oscilla addirittura tra 5 e 10.

Una contagiosità così alta si porta dietro almeno due ordini di problemi:

  • il primo è che, come sta accadendo in UK, mentre la variante inglese sta letteralmente scomparendo, quella indiana sta crescendo esponenzialmente, al punto che nel giro di appena due mesi tale variante è passata dal 20% dei casi a ormai l’80%;
  • il secondo è che più l’R0 è alto, più alta sarà la soglia di gregge da raggiungere per fermare l’epidemia. Come avevo spiegato in questo articolo, il calcolo dell’immunità di gregge si basa proprio sul fattore R0, e se un virus con R0 pari a 3 necessita di un’immunizzazione di circa il 70% della popolazione per essere fermato, contro un virus con R0 pari a 10 quella soglia sale quasi al 90%. Questo significa che bisognerà vaccinare molta più gente di quella che avevamo ipotizzato all’inizio della campagna vaccinale.

Tuttavia, e per fortuna, ad oggi non risulta che la variante indiana sia più pericolosa o più letale di quella precedente. Il problema quindi è essenzialmente la sua alta contagiosità, non la sua letalità.

Il Vaccino funziona contro la variante?

Naturalmente, la principale preoccupazione riguarda il fatto che questa variante possa eludere i vaccini, rendendo la campagna vaccinale sostanzialmente inutile. In effetti, il forte rialzo dei casi in UK, nonostante l’alta percentuale di vaccinati, dovrebbe suggerire questo. Ma è davvero così?

In realtà, secondo i dati disponibili pare che la variante indiana sia in grado di eludere la prima dose di vaccino, ma non anche la seconda. Infatti, la prima dose sembra coprire dalla variante solo nel 30% dei casi, mentre con la seconda dose la copertura sale al 95%.

Il vaccino, quindi, funziona ancora egregiamente, ma solo a seguito della seconda dose.

Infatti, la stragrande maggioranza dei nuovi casi in Gran Bretagna riguarda persone o non vaccinate o vaccinate solo con una dose. Questo, mi sembra ovvio, comporta la necessità non di abbandonare la campagna vaccinale, ma di accelerarla, concentrandoci soprattutto sulla somministrazione della seconda dose a tutti coloro che ancora non l’hanno ottenuta, perché con una sola dose non si è coperti come lo si era per le varianti precedenti (la prima dose copre dalla variante inglese nel 60% dei casi circa).

In termini semplici, per fermare l’epidemia bisogna vaccinare fino alla soglia di gregge, ma mentre per la variante inglese bastava una dose per fornire comunque una certa copertura, con la variante indiana questo non accade, quindi di fatto tutti coloro che hanno una sola dose sono da considerarsi come non vaccinati.

La variante indiana sta arrivando in Italia?

E veniamo al punto che ci tocca di più: come è messa l’Italia rispetto alla variante indiana?

Attualmente è stato rilevato poco più di un centinaio di casi. Tuttavia, se seguiamo l’esempio degli UK, possiamo stimare che entro agosto la variante indiana avrà pressoché totalmente sostituito quella inglese attualmente in circolazione. Insomma: è possibile che, per l’estate, si assista ad una nuova ondata di contagi.

Per evitarla, è importante continuare a vaccinare, e soprattutto provvedere a coprire con la seconda dose tutti coloro che hanno fatto solo la prima perché, come visto, aver fatto solo una dose non dona una copertura sufficiente a garantire l’immunità. Probabilmente, infine, potrà essere necessario vaccinare un numero maggiore di persone rispetto a quelle programmate, proprio perché l’immunità di gregge salirebbe al 90% rispetto all’attuale 70%.

Vaccinatevi e fatelo in fretta, è l’unica strada per uscire da questa emergenza.

P.T.