In questi giorni una certa preoccupazione sta destando la notizia della variante Epsilon, ossia una presunta “nuova” variante di Coronavirus che, a quanto pare, sarebbe capace di eludere l’efficacia del vaccino.

Avevo già avuto modo di affrontare il tema della variante delta in questo articolo, ma dal momento che in questi giorni alcuni sulla mia pagina Facebook mi hanno sottoposto anche la questione della variante Epsilon, usandola come prova che i vaccini stanno favorendo le varianti, ho cercato di indagare meglio sulla questione, anche rivolgendomi ad alcuni esperti, come Francesco Cacciante di “Polemica in Pillole“, il quale ha poi risposto ai miei dubbi attraverso un articolo uscito su Bufale.net, tra l’altro confermando le mie perplessità.

Cerchiamo allora di chiarire la questione con alcune considerazioni.

La variante Epsilon non è “nuova”, né è stata creata dai vaccini

La prima questione da chiarire è che per molti, anche alcuni giornalisti che hanno dato la notizia, il fatto che ad analizzare la variante Epsilon sia stato uno studio pubblicato su Science il primo di luglio – qui il link allo studio -, significhi che tale variante sia stata appena scoperta e, secondo altri ancora, che la sua nascita sia dovuta proprio alla campagna vaccinale, che ne avrebbe in qualche modo favorito la diffusione proprio in quanto “vaccino-resistente”.

variante epsilon
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Chiaramente non è così: uno studio pubblicato oggi, infatti, non è certo stato scritto ieri. Le procedure di peer review e di pubblicazione degli studi scientifici richiedono mesi, il che significa che se questo studio è appena uscito, esso risale a qualche mese fa. Inoltre, se l’analisi di una variante è stata fatta anche solo due mesi fa, significa che quella variante è stata scoperta ancora prima, perché è ben difficile che un virus possa essere individuato, isolato e analizzato nel giro di qualche giorno.

Infatti, i dati attestano che la variante Epsilon sia stata scoperta a inizio gennaio in California; e attenzione: scoperta a inizio gennaio potrebbe significare che la stessa circolasse già da prima. Il vaccino, dunque, non c’entra assolutamente nulla.

La variante non desta particolare preoccupazione

La seconda cosa importante da considerare deve passare da una breve, e molto superficiale, spiegazione “tecnica”.

Come ormai abbiamo capito tutti – per chi non lo avesse capito, suggerisco questo video di Polemica in Pillole – le varianti altro non sono che mutazioni “errate” del genoma del virus all’interno delle cellule. Quando il virus si replica nelle nostre cellule può infatti avvenire qualche errore di replicazione che fa mutare il virus stesso. Tali mutazioni avvengono continuamente, ma non tutte destano particolare attenzione. Nella maggior parte dei casi, infatti, la mutazione comporta la degenerazione del virus, facendolo estinguere; in altri casi la mutazione appare indifferente nel modificare la struttura del virus; in altri ancora modifica la struttura del virus ma non in maniera rilevante in termini di letalità o contagiosità e in alcuni casi, infine, quelle mutazioni possono rendere quel virus più infettivo, più contagioso o più letale.

Le varianti quindi sono molte, ma non tutte destano effettiva preoccupazione. E da qui deriva tra l’altro la classificazione delle varianti i “varianti sotto monitoraggio“, “varianti di interesse” e “varianti di preoccupazione“.

Quali sono le varianti che preoccupano di più? In via logica ci verrebbe da dire “quelle più letali o comunque quelle in grado di eludere il vaccino”. Eppure, la variante Epsilon è ad oggi qualificata come “variante sotto monitoraggio”, ossia nel gruppo di quelle meno “attenzionate”. Perché?

Il motivo è molto semplice: per l’evoluzione la variante che sarà in grado di imporsi sulle altre non sarà quella più letale o quella che può eludere il vaccino, ma quella più contagiosa. Come abbiamo visto per la variante delta, ora la variante più preoccupante in circolazione, è il suo fattore r0 – che sembra arrivare fino a 10 – ad averle permesso di soppiantare le altre varianti, perché avendo una capacità di contagio doppia rispetto alle varianti precedenti, inevitabilmente si diffonderà più delle altre e, alla lunga, finirà per sostituirsi ad esse, perché mentre per la variante alfa ogni infetto ne contagia circa 3-4, la per variante delta ogni infetto ne contagia quasi 10.

Pertanto, se anche emergesse una variante effettivamente in grado di eludere i vaccini, comunque questa non desterebbe preoccupazione salvo che non abbia un r0 abbastanza alto da costituire un rischio per la sua capacità di sostituire le altre varianti per le quali il vaccino è in grado di garantire copertura.

Qual è l’r0 della variante Epsilon?

Ecco quindi la vera domanda a cui rispondere. Nello studio di Science la risposta non c’è, ma la possiamo presumere dai numeri e dai fatti.

Infatti, la variante Epsilon, che come detto circola da almeno 7 mesi, ad oggi risulta aver contagiato appena lo 0,08% dei soggetti. Se pensiamo che la variante delta, scoperta a fine novembre 2020, oggi ha superato il 70% dei contagi in UK e che pare destinata a costituire il 90% dei contagi in tutta Europa entro fine luglio, capirete l’abissale differenza delle due varianti sull’effettiva capacità di contagiare.

Per questo, la variante Epsilon non sarà mai in grado di soppiantare le altre varianti più contagiose, come la variante alfa e ancora di più la delta, le quali continuano ad essere coperte dal vaccino. Tant’è che al contrario, come dice il genetista Marco Gerdol, la variante Epsilon è di fatto una variante in via di estinzione.

Nessuna preoccupazione, dunque. Solo un po’ di sano sensazionalismo da parte dei giornali che, vedendo uscire lo studio qualche giorno fa, hanno pensato bene di seminare un po’ di allarmismo senza prendersi la briga di fare qualche verifica (e non ci voleva molto, come avete visto).

Bisogna vaccinare in fretta!

Questo significa che nessuna variante potrà mai eludere il vaccino? Ovviamente no. E’ sempre possibile che una variante sviluppi sia delle mutazioni in grado di modificare la Spyke abbastanza da renderla irriconoscibile agli anticorpi creati dal vaccino, sia da renderla abbastanza contagiosa da soppiantare le altre in circolazione.

Proprio per questo, invece di incolpare i vaccini, è necessario accelerare la campagna vaccinale perché più il virus circola, più questa possibilità può diventare concreta.

E se, come sembra emergere dai recenti studi, il vaccino è in grado di abbattere la carica virale, quindi ostacolare la trasmissione del virus e proteggere così anche i non vaccinati, l’arma migliore che abbiamo contro qualunque variante in arrivo è proprio il vaccino.

P.T.