Parliamo della diatriba che ha interessato le Iene, Burioni e il Codacons; come certamente sapete, giorni fa il programma di Mediaset Le Iene ha mandato in onda un servizio con il quale si insinuava un possibile conflitto di interessi a carico del Prof. Burioni, che sfrutterebbe i canali media per promuovere una possibile cura al Coronavirus a base di anticorpi monoclonali – che è la sua materia specifica – a discapito di altre, come il plasma, che cercherebbe invece di screditare.

Per chi fosse interessato, ho trattato meglio la questione in questo video del nostro canale YouTube:

Non è però mio intento, qui, giudicare l’azione delle Iene – ho avuto modo di analizzare un altro servizio dello stesso inviato, che trovate a questo link, su un argomento del tutto diverso -; il Prof. Burioni ha già dichiarato di essersi rivolto a un legale per “ristabilire la verità“, quindi sarà la Magistratura a verificare chi ha ragione, non certo io.

Vorrei invece soffermarmi su un aspetto in particolare: il servizio delle Iene, infatti, si basa essenzialmente sulle parole e le argomentazioni di tale Carlo Rienzi, il Presidente del Codacons, Associazione di Consumatori piuttosto conosciuta.

Proprio a seguito del servizio il Codacons ha fatto sapere di aver inoltrato una denuncia nei confronti di Burioni sulla base delle stesse accuse mosse nel servizio.

Ora: non è come detto mio interesse in questa sede valutare il modus operandi delle Iene; vorrei però chiarire un aspetto importante: un programma che si dice in favore della verità, dalla parte dei deboli e contro le truffe e i truffatori, sarebbe il caso che scegliesse meglio le proprie fonti e i propri riferimenti, visto che non è nuovo ad errori clamorosi.

Tutti sanno che Le Iene hanno infatti spesso portato avanti battaglie fasulle e in alcuni casi dannose per i cittadini, come quando appoggiarono Stamina, rivelatasi una truffa bella e buona, o quando hanno creato allarmismo sull’esperimento Sox del Gran Sasso, rischiando addirittura di farlo chiudere sulla base di insinuazioni pseudoscientifiche prive di alcuna validità, ma anche quando hanno montato un caso ben oltre il ragionevole, ed anzi contribuendo a fomentarlo, parlando di Blue Whale. E sono solo alcuni esempi.

Ed è per questo che forse è il caso di fare un’analisi di altro tipo rispetto alla questione de Le Iene, Burioni e il Codacons e di capire meglio cosa sia il Codacons e che battaglie abbia gestito nella sua attività.

Il Codacons contro Fedez

Si è già sentito parlare nei mesi scorsi di Codacons per una “diatriba” diventata virale sui social: quella contro Fedez. Al di là del dibattito che ne è seguito, è bene riassumere il contenuto delle accuse di Fedez, perché ci mostrano un lato del modus operandi del Codacons che ci aiuta a fare chiarezza sulla credibilità di questa associazione.

In soldoni, Fedez accusava l’organizzazione di avere inserito un banner sul loro sito che esplicitamente parlava di una raccolta fondi per “curare il Coronavirus”, inducendo gli utenti a convincersi che le somme sarebbero state date a medici e ospedali per aiutarli nella battaglia che stavano vivendo nei momenti più duri dell’epidemia. Invece, si trattava di un crowdfunding dell’associazione per l’associazione stessa, il che significava che i soldi sarebbero finiti nelle tasche del Codacons.

Le Iene, Burioni e il Codacons

La vicenda è arrivata a interessare perfino il Ministero dell’Interno e ad attivare la Polizia, inducendo così il Codacons a modificare il banner.

Le Iene, Burioni e il Codacons

Cosa che, tra l’altro, non ha evitato che il Codacons attaccasse personalmente Fedez e la sua compagna e iniziasse poi a fare le pulci sull’attività che Fedez svolge con la moglie sempre per fini di beneficenza (vera), fino a denunciarlo. Le ripicche dei bambini, insomma.

In ogni caso, suscita qualche perplessità che un’organizzazione nata per difendere i consumatori dalle truffe, dai raggiri e dalla mancata trasparenza dei “contraenti forti”, sfrutti poi un banner ambiguo per spillare soldi ai consumatori stessi, comportandosi proprio come i truffatori contro cui dovrebbe battersi…

Il Codacons e i no vax

Ma l’aspetto più interessante è riassunto in questa foto.

Le Iene, Burioni e il Codacons

Il Codacons si è infatti fatto promotore per anni di una battaglia in particolare: quella antivax. Nella foto potete vedere infatti, insieme, Carlo Rienzi e Andrew Wakefield, ex medico autore di una delle più celebri truffe mediche della storia: quella dell’autismo causato dai vaccini.

Wakefield aveva infatti falsificato degli studi condotti su 12 bambini – alla faccia della valenza statistica! – allo scopo di sostenere che i vaccini somministrati in tenera età fossero la causa dell’autismo. Si scoprì poi, mentre la peer review smontava punto per punto quello studio – condotto con dati alterati e modalità ben poco ortodosse, costringendo i bambini a iniezioni e a altre pratiche assolutamente non necessarie – che Andrew Wakefield stava in realtà sperimentando una nuova tipologia di vaccino, cosa che lo poneva in palese conflitto di interessi; si era così accordato con un avvocato, allo scopo di intentare sulla base di quello studio cause milionarie alle case farmaceutiche e, una volta screditati i vaccini in commercio, proporre in alternativa i propri metodi di immunizzazione, guadagnando due volte.

Per questo, Wakefield fu radiato dall’Ordine, processato e condannato, diventando però il guru dei no vax, simbolo dell’oppressione dei poteri forti che volevano solo screditarlo.

Come dicevo, il Codacons ha sostenuto la battaglia di Wakefield, gli ha fatto promozione, lo ha appoggiato e si è addirittura battuto contro la censura del documentario “Waxxed“, nel quale si riproponevano proprio le tesi di Wakefield dove però non c’era contraddittorio e nessuno poteva smentirle, proprio perchè la scienza le aveva già smentite.

Sempre il Codacons ha infatti avviato numerose campagne disinformative e diverse denunce ai danni del Governo e delle case farmaceutiche, come questa 2017, quest’altra sempre del 2017 – sulla base di uno studio avviato da Alessandra Gatti e Stefano Montanari, – quest’altra ai danni delle scuole e delle ASL per la presunta violazione della privacy dei bambini non vaccinati.

Il tutto, accompagnandosi spesso con il Presidente dell’ordine dei biologi Vincenzo D’Anna, noto per le sue strampalate uscite in tema di medicina, e basando le accuse e le denunce dalla stessa avviate su studi pseudoscientifici, come appunto quello di Montanari – soggetto tra l’altro anch’esso denunciato sia dal Patto Trasversale per la Scienza che dall’Ordine degli Infermieri per le pericolose sparate sull’inesistenza del Coronavirus -, ma anche studi stranieri, come quello di Theresa Deisher, altra nota no vax, pubblicati su riviste scientifiche che hanno lo stesso Impact Factor di questo blog, e su altre inchieste rivelatesi delle bufale, come quella del rapporto Signum sui danni dei vaccini somministrati ai militari italiani in missione.

Il Codacons e il 5g

Per non farsi mancare nulla, il Codacons è andato oltre, avviando una battaglia anche contro gli smartphone e il 5G.

Ancora una volta, il supporto scientifico alla base di queste accuse sono stati studi che attestano il contrario di quello che il Codacons ha capito, oppure che non sono stati letti da Rienzi con la dovuta attenzione. Soprattutto, l’associazione ha inventato di sana piana “decine di studi” che non esistono, ignorando invece tutti quelli che affermano il contrario (e che invece esistono).

Per qualunque approfondimento nel dettaglio tecnico degli studi attualmente a disposizione sugli effetti del 5G, rimando a questo mio articolo.

Senza dimenticare di fomentare un po’ di allarmismo a casaccio, come capitato in questa occasione in cui l’installazione di una “antenna 5G gigante” in provincia di Brescia ha dato adito ad esposti e preoccupazioni; ma anche di allarmare gli stessi Sindaci, inviando comunicazioni allarmanti per spingere gli stessi a bloccare l’installazione delle antenne, come accaduto nell’agosto dell’anno scorso, anche avviando iniziative a forte impatto mediatico.

Le Iene, Burioni e il Codacons: “non sono no vax, ma…”

Quello che veramente, a mio parere, emerge dalla vicenda tra Le Iene, Burioni e il Codacons, non è quindi tanto il conflitto di interessi di Burioni, che sarà la Magistratura a verificare nelle sedi opportune, ma altre due cose:

  • La prima è che esiste una organizzazione a favore dei consumatori, che si batte contro le truffe, i raggiri e in favore della verità e della tutela dei cittadini, che in realtà supporta campagne pseudoscientifiche, appoggia e dà visibilità a criminali e truffatori che diffondono falsità allo scopo di trarre profitto sull’ignoranza – e il dolore – della gente, che cerca lei stessa di raggirare gli utenti con banner ambigui e che porta avanti campagne in palese conflitto di interessi, come denunciare case farmaceutiche e screditare medici pro vaccini proprio per avvalorare la sua ideologia chiaramente no vax, che le offre visibilità e introiti raramente leciti e del tutto contrari all’etica;
  • La seconda è che un sedicente programma di “informazione” di taratura nazionale, che si professa dalla parte della verità, finalizzato ad avviare inchieste “scomode” contro truffatori, criminali e approfittatori, si affidi a quella organizzazione per raccogliere prove e accuse contro alcuni personaggi, considerandole verità assodate anziché verificarle; un’organizzazione che si dichiara no vax, che supporta i ciarlatani e i criminali, che crea allarmismo contro il 5G senza uno straccio di prova e che soprattutto lucra su queste situazioni.

E’ vale a ben poco precisare alla fine del servizio che “i vaccini si devono fare“, se per tutto il servizio hai dato visibilità e credibilità a un’organizzazione palesemente contraria ai vaccini, supportando e rafforzando la sua battaglia per screditare un medico che cerca di battersi proprio contro questi truffatori.

Insomma: “non sono no vax, ma...” è un incipit che abbiamo già sentito troppe volte in giro, e che serve solo per giustificare posizioni insostenibili, anche in altri contesti, e che è stata usata come scusa per fare pubblicità all’ennesima organizzazione di ciarlatani che lucrano sulle paure e la salute della gente che, suo malgrado, si fida di un programma così noto.

Ho parlato più diffusamente delle modalità di inchiesta delle Iene in questo video:

Tra Le Iene, Burioni e il Codacons: siamo sicuri che solo Burioni abbia un conflitto di interessi?

P.T.

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