Negli scorsi giorni è circolata la notizia di due genitori no vax di un figlio di 2 anni, che necessitava di una trasfusione di sangue per un’operazione al cuore; i genitori si sono opposti alla trasfusione sostenendo che avrebbero accettato solo sangue no vax.

La notizia è un chiaro sintomo della deriva che questa situazione sta prendendo: ritenere che il sangue di un vaccinato sia “infetto” e pericoloso è una cosa che supera la fantascienza e che chiarisce il livello di psicosi collettiva che la disinformazione sulla pandemia può arrivare a scatenare.

Ma al di là delle ragioni biologiche e mediche per le quali una simile paura è del tutto infondata e senza senso, quel che mi interessa trattare in questa sede, da avvocato, è la vicenda giudiziaria che si è instaurata dietro questa patetica scenetta.

Sangue no vax: la vicenda

In base a quanto si legge su alcune testate, il piccolo aveva bisogno urgente di questo intervento e i genitori, pur non opponendosi all’intervento in sé, avevano preteso che lo stesso avvenisse solo ed esclusivamente attraverso sangue no vax, ossia tramite la donazione da parte di un non vaccinato. Avevano addirittura raccolto adesioni su chat e social per trovare possibili donatori non vaccinati per evitare il ricorso al sangue scelto dai medici.

Quali erano le loro paure? Sostanzialmente due: il fatto che le sostanze contenute nel sangue di un vaccinato potessero causare danni al bambino e il rischio che nei vaccini vi fossero residui di embrioni umani.

Al solito, si parla di due delle più tipiche fake news che circolano ormai da mesi, e che continuano a circolare nonostante l’intera comunità scientifica abbia già ribadito in tutte le salse che si tratta di fesserie.

Nel vaccino non ci sono sostanze di sorta se non sali, grassi e un segmento di RNA che si degrada in 36 ore. Al massimo, nel sangue dei vaccinati puoi trovare gli anticorpi contro il virus, che sono gli stessi anticorpi che il tuo organismo creerebbe da sé se si infettasse.

Quanto alla storia dei feti abortiti nei vaccini, ne avevo già ampiamente parlato in questo articolo e in quest’altro, ai quali rimando.

In ogni caso, la resistenza dei genitori ha spinto l’ospedale Sant’Orsola, incaricato dell’intervento, a sporgere ricorso al Tribunale di Modena, che ovviamente gli ha dato ragione.

L’intervento è improcrastinabile e il sangue dei vaccinati è assolutamente sicuro, ha ribadito il Giudice, quindi “ci sono le garanzie di assoluta sicurezza nel sangue fornito dall’ospedale, qualsiasi sia la sua provenienza“.

E infine, il Tribunale, dopo aver respinto il ricorso dei genitori, è andato anche oltre, togliendo la patria potestà ai genitori e affidando il bambino ai servizi sociali, così da consentire l’urgente intervento.

La difesa dei genitori per “motivi religiosi”

Ma la cosa che di tutta questa vicenda sul sangue no vax ho trovato più interessante è la difesa giuridica dei genitori in processo, che pochi hanno citato nel dettaglio e che forse è il caso di approfondire: stando alle parole del legale, i genitori avrebbero spinto sul diritto al rifiuto della trasfusione per “motivi religiosi“. Ora, nel prendere atto che la filosofia “no vax” sia considerata da loro stessi una “religione” (e questo chiarisce molte cose…), in realtà una tale affermazione è totalmente inconferente, e di fatti il Giudice non l’ha presa in considerazione.

Come potete meglio approfondire da questo link, il tema del rifiuto dell’emotrasfusione per motivi religiosi esiste e riguarda principalmente i Testimoni di Geova. Questo gruppo religioso, infatti, rifiuta le trasfusioni per una particolare interpretazione di uno specifico passo della Bibbia che sembra vietarle.

Ma al di là di questi aspetti specifici, stando ai principi di diritto il rifiuto della trasfusione per motivi religiosi è considerato legittimo; per questo, evidentemente, il legale ha cercato di appoggiarsi a tale principio nella speranza di avere ragione nel processo.

Il problema, però, è che le due fattispecie sono totalmente diverse: il Testimone di Geova rifiuta in toto l’emotrasfusione, non pretende che gli sia fatta col sangue che vuole lui. Non vuole farla e basta. Non apporta ragioni scientifiche e mediche a giustificazione del rifiuto, lo fa per una convinzione religiosa che – giusta o errata che sia, non mi interessa – resta una libera scelta personale.

I genitori in questione, invece, non rifiutano la trasfusione in generale per convinzioni religiose, ma rifiutano un tipo di sangue pretendendone un altro, su una serie di presupposti (danni causati dalle sostanze ivi contenute e presenza di feti abortiti) che non hanno nulla di religioso, ma sono bensì tesi di carattere scientifico. Stando così le cose, la loro pretesa non può considerarsi legittima poiché frutto di una convinzione religiosa inopinabile, ma va considerata per quello che è, cioè una paura antiscientifica fondata su una serie di notizie già largamente accertate come false.

Ecco perché il Giudice ha ignorato la “scriminante” proposta dai genitori: pretendere solo sangue no vax è una pretesa ridicola, contraria alla scienza e fondata su asserzioni comprovate come false, quindi non ha senso di esistere.

Se però i no vax vogliono ammettere che la loro posizione è di carattere religioso allora si accomodino: questa è esattamente la dimostrazione che la vostra convinzione non ha alcuna base scientifica né alcuna prova: è solo cieca fede.

P.T.

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