La diatriba su Covid e altre patologie sembrava finalmente esaurita l’anno scorso, quando uno studio dell’ISS aveva rilevato che, su un campione di autopsie fatte su pazienti deceduti “per Covid”, nell’89% dei casi il Covid era risultata effettivamente la causa principale della morte, mentre costituiva una mera concausa nel restante 11%.

Invece, a seguito della pubblicazione dell’aggiornamento dei dati da parte sempre dell’ISS, a cui ha fatto eco un articolo de “Il Tempo“, la polemica “Covid e altre patologie” è tornata alla ribalta.

Ho già parlato della questione sul profilo tecnico in questo post della pagina Facebook, e ho fatto alcune considerazioni logiche in quest’altro. Per chi volesse chiarimenti tecnici più autorevoli, potete guardare questo bellissimo articolo di MedBunker.

Nell’articolo di oggi, invece, vorrei affrontare il tema partendo da più lontano, facendo delle necessarie considerazioni logiche.

La tesi negazionista che emerge dallo studio dell’ISS è che, di fatto, la stragrande maggioranza (il 97%) dei morti di Covid aveva altre patologie, quindi il Covid non uccide quasi nessuno.

In effetti, si legge nello studio che, dei morti di Covid analizzati (si parla di 8.000 persone prese a campione):

  • il 67% aveva 3 patologie;
  • il 18% aveva 2 patologie;
  • l’11% aveva 1 patologia;
  • il 3% non aveva patologie.

Le patologie in questione sono essenzialmente: diabete, ipertensione, malattie oncologiche e obesità.

Covid e altre patologie: ragioniamo sui dati

Ora. Per ragionare sui dati di Covid e altre patologie dobbiamo partire da un presupposto: come ormai sappiamo, il Covid risulta potenzialmente letale per la stragrande maggioranza dei casi negli over 60.

Per farci un’idea della situazione, prenderemo dunque in esame questa fascia di età, valutando l’incidenza delle patologie rilevate dall’ISS sugli over 60.

Primo dato da cui partire: gli over 60 in Italia sono quasi 17 milioni di persone.

Diabete

Il diabete colpisce ben il 20% dell’intera popolazione over 60, come si può leggere nei dati ISTAT; infatti, il 70% dei diabetici ha più di 65 anni. Considerando che i malati di diabete in Italia sono circa 3 milioni e mezzo, significa che in questa fascia di età abbiamo quasi 2 milioni e mezzo di diabetici.

Ipertensione

Come si può leggere da questo studio, in Italia gli over 60 ipertesi sono addirittura il 56% del totale. Significa che più della metà degli over 60 è ipertesa. Parliamo di circa 10 milioni di persone su un totale di over 60 pari a circa 17 milioni di persone.

Obesità

Come possiamo leggere nelle statistiche di questo studio, la percentuale di persone in sovrappeso nella fascia di età over 60 è del 46%, quasi la metà.

Tumori

Quanto ai tumori, come si legge in questo studio statistico, ben il 73% dei tumori totali diagnosticati in Italia colpisce un over 60. Si tratta di quasi 2 milioni di persone.

Covid e altre patologie: chi dovrebbe morire?

Quindi, sulla base dei dati a nostra disposizione possiamo dedurre che almeno il 56% degli over 60 ha almeno una patologia correlata alla morte da Covid (l’ipertensione). Ma in realtà sono ben di più, perché il 56% è la percentuale degli ipertesi; tuttavia ci saranno sicuramente anziani obesi, con tumore o diabetici che non sono anche ipertesi, quindi quella percentuale è destinata a salire. Difficile stabilire un numero esatto, ma possiamo ipotizzare che arrivi almeno fino al 70%.

Quasi 1 su 3 degli over 60, dunque, ha una patologia che può favorire la morte per Covid. Stiamo parlando di 6 milioni di persone.

Al di là di questo, la tesi negazionista ha il problema che, al fine di poter davvero stabilire che il Covid è letale, dovrebbe uccidere principalmente chi non ha altre patologie. Ma come è possibile che una malattia qualunque uccida maggiormente chi non ha già altre patologie?

Ciò produrrebbe infatti un risultato profondamente assurdo: per poter davvero sostenere che il Covid uccide, secondo loro il Covid dovrebbe colpire tot anziani, e di quel tot uccidere principalmente quelli che non hanno alcuna patologia, salvando invece quelli che hanno altre patologie. Altrimenti, significa che il Covid non è letale.

Vi pare che possa avere senso? Cioè: se davvero un virus colpisse 100 anziani, e uccidesse per la maggior parte quelli che non hanno altri acciacchi, ma quasi mai quelli già compromessi, non sarebbe strano? Allora sì che mi verrebbero dei dubbi e delle perplessità: perché un virus appare innocuo a chi ha altre patologie che debilitano l’organismo, e invece uccide in massa quelli che stanno bene?

La verità è che è perfettamente normale che un qualunque virus – ma anzi qualunque patogeno – sia maggiormente letale verso chi ha già di suo problemi. La letalità non è un fenomeno assoluto: dipende molto anche dall’incidenza di altre patologie. Anche la peste, il vaiolo, l’ebola, hanno una letalità che varia a seconda dei soggetti che vengono colpiti. Se sei anziano, debilitato, malato di altre cose, è ovviamente più probabile morire di morbillo, vaiolo, gastrite, influenza o Covid. Non c’è nulla di cui stupirsi. Ci sarebbe da stupirsi, invece, se il patogeno uccidesse i sani e non i malati, perché allora sì che ci sarebbe qualcosa di anomalo…

Di conseguenza, è ovvio che la percentuale di letalità salga man mano che aumentano le patologie, e quindi sia più bassa in chi è sano e progressivamente aumenti in base al numero di patologie da cui si è affetti. In tal senso, è perfettamente coerente il fatto che il 3% dei morti Covid non avessero patologie, e poi la percentuale salga (11% – 18% – 67%) in base al numero di patologie del paziente.

Del resto, come visto, stiamo parlando di 17 milioni di persone affette da quelle patologie, quindi dire “uccide solo chi ha già altre patologie” significa dire “solo il 30% della popolazione italiana è a rischio“. E vi pare poco?

Il Covid ha ucciso solo 3 mila persone?

Questo significa che il Covid è innocuo? Chiaramente no, proprio perché in Italia almeno il 70% degli anziani – cioè la fascia più a rischio – ha altre patologie che possono favorire un decorso grave della malattia. Infatti, il Covid nel 2020 ha ucciso 120 mila persone, e guarda caso la mortalità in Italia nel 2020 ha presentato un “anomalo” picco di più di 100 mila morti rispetto alla media degli anni passati. Cosa ha causato quel picco? Il caldo? O forse gli ipertesi sono morti di botto tutti insieme, i diabetici hanno smesso in massa di fare l’insulina, gli obesi hanno fatto l’abbonamento da Mc Donald tutti nel 2020, e il fatto che proprio in quell’anno ci fosse un’epidemia era solo una coincidenza?

Insomma: in ogni caso, il voler cercare a tutti i costi l’effettivo numero di morti solo di Covid è un esercizio fine a se stesso. Sostenere che i morti solo di Covid fossero pochissimi non spiega nulla e non risolve nulla, perché quale che sia quella percentuale, dobbiamo fare i conti col fatto che la popolazione ha una alta percentuale di gente con svariate patologie, e quindi lo scoppio di un’epidemia di un virus anche con letalità bassa, che uccide solo in presenza di altre problematiche, resta pericoloso in termini di letalità e soprattutto in funzione del rischio di collasso dei sistemi sanitari.

Perché, ricordiamo ancora una volta, il problema della pandemia Covid non è mai stato il rischio che l’umanità si estinguesse, ma il rischio che il sistema sanitario collassasse per l’eccessivo numero di ospedalizzati, dato che l’ospedalizzazione è “solo” del 5% ma se contagia decine di milioni di persone ne manda all’ospedale centinaia di migliaia, impedendo di trovare posto e personale per tutti.

Un esempio: se si diffondesse un virus che uccide solo chi ha ipertensione, mentre non fa nulla a chi non è iperteso, non sarebbe un “sollievo”, dato che questo significa mettere in pericolo il 56% della popolazione over 60. Se uccidesse gli ipertesi nel 50% dei casi, stiamo parlando di decine di milioni di morti che, se non avessero contratto il virus, non sarebbero morti (perché con l’ipertensione e basta si può tranquillamente vivere fino a veneranda età).

Quindi il problema sussisterebbe eccome, e sussisterebbe proprio perché molta gente è ipertesa.

Pertanto, dire “il Covid non è pericoloso perché mette a rischio solo quelli che hanno patologie che affliggono ‘appena’ 17 milioni di persone“, è una tesi senza senso. Non trovate?

Al di là dunque delle statistiche e delle verifiche specifiche, la questione del Covid e altre patologie è totalmente insensata dal punto di vista logico.

Il Covid si è diffuso, ha contagiato milioni di italiani, ne ha ospedalizzati centinaia di migliaia, ha messo a rischio la tenuta del sistema sanitario, ci ha obbligato ad adottare misure scomode e fastidiose, ha colpito gran parte della gente e ha trovato più di 130 mila persone che, a causa di condizioni cliniche non ottimali, non hanno saputo rispondere adeguatamente e sono morte. A distanza di 1 anno e mezzo, continuare a sostenere che sia “una banale influenza” e che non si tratti di nulla di grave, comincia a smettere di essere ignoranza e inizia a diventare malafede.

Mi auguro quindi che questa argomentazione totalmente fallace e inutile sia finalmente abbandonata. Per sempre.

P.T.

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