Secondo quanto riportato dai media inglesi, si sarebbero verificate alcune reazioni allergiche al vaccino Pfizer. In particolare, alcuni soggetti avrebbero sviluppato una paresi facciale, come reazione allergica ad una delle sostanze contenute nel vaccino.
Quanto è preoccupante questa notizia? Cosa succederà adesso? L’ipotesi del “vaccino sicuro” è definitivamente sfumata? I no vax avevano ragione?
Cerchiamo di capire meglio cosa è accaduto.
I fatti
A seguito delle prime somministrazioni del nuovo vaccino anti-Covid della Pfizer, in UK si sono verificate alcune reazioni allergiche ai danni di 2 operatori sanitari sottoposti alla vaccinazione, su alcune migliaia di vaccini somministrati. Si è trattato di una paresi facciale ai danni di alcuni pazienti che, come spiega questo articolo,
sono stati prontamente sottoposti a cure mediche e si sono ripresi velocemente
A seguito di questi avvenimenti, la MHRA ha
raccomandato di non sottoporre a vaccinazione anti Covid chi abbia alle spalle una storia di “significative” reazioni allergiche
Non avendo ancora dati certi su quale sostanza possa aver causato la reazione, l’agenzia del farmaco inglese ha così deciso di sconsigliare la vaccinazione a chi è tendenzialmente allergico di suo, onde ridurre al minimo il rischio che simile conseguenza possa verificarsi ancora.
Si parla dunque di 2 casi su migliaia, che hanno avuto una reazione non grave e presto rientrata, in soggetti storicamente affetti da numerose allergie.
Vaccini e reazioni allergiche
La circostanza che i vaccini possano dare reazioni allergiche non è affatto una novità, e ne avevamo parlato tempo fa. Tutti i vaccini, infatti, comportano questo rischio, come lo comportano tutti i medicinali e una gran parte delle sostanze esistenti sul pianeta.
Ognuno di noi, infatti, può sviluppare reazioni allergiche a qualcosa – le punture di ape, le noccioline, sostanze chimiche varie – e siccome queste reazioni dipendono dal singolo soggetto, è normale che in presenza di una sostanza somministrata in massa a milioni di persone una tale reazione possa – purtroppo – statisticamente verificarsi.
Non a caso, è previsto dai protocolli anche sui vaccini già in commercio che, a seguito della somministrazione, si consiglia di restare in ospedale per almeno 15 minuti: questo perché se si è davvero allergici a qualcosa, la reazione si manifesta subito – e non dopo anni, come alcuni no vax insinuano… – quindi restando in ospedale è possibile prendere il paziente “per tempo” ed evitare più gravi conseguenze.
Se simili conseguenze si verificano, quindi, con vaccini e farmaci già in commercio da decenni, figuriamoci se questo rischio non si potesse palesare nei riguardi di un prodotto nuovo, appena messo sul mercato per risolvere una delle più grandi emergenze sanitarie mondiali della nostra storia recente.
Ed è proprio per questa ragioni, tra l’altro, che la Direttrice dell’EMA, Emer Cooke, ha garantito che:
“I produttori dovranno farci rapporto su qualsiasi evento negativo e ogni mese dovranno inviarci i dati sull’andamento delle vaccinazioni. Così potremo capire se eventuali casi sono legati alla vaccinazione”
Emer Cooke
Reazioni allergiche al vaccino Pfizer: la differenza tra logica e complottismo
A differenza di quanto un no vax possa pensare, quindi, l’eventualità di reazioni allergiche al vaccino Pfizer – come anche agli altri in fase di approvazione – è tutt’altro che una sorpresa per gli addetti a lavori, né tantomeno può essere ragionevolmente vista come conseguenza di un disegno pre-congegnato per danneggiare la popolazione. Anzi, proprio il fatto che le reazioni allergiche dipendano da migliaia di fattori “personali”, e quindi varino parecchio da un soggetto all’altro, renderebbe al contrario impossibile prevedere quante persone le manifestino, il che esclude l’ipotesi della “volontarietà” della Pfizer sia sul piano logico che su quello “logistico”.
Insomma: sostenere che le reazioni avverse al vaccino siano la prova del complotto di Big Pharma tanto paventato dai complottisti, equivale a dire che le reazioni allergiche agli arachidi siano la prova dell’esistenza di un complotto dei produttori di noccioline per sterminare l’umanità, nonostante tale allergia colpisca solo una persona su un milione.
Perché, come sempre, il vero problema del no vax è la sua incapacità di formulare un ragionamento in termini di costi-benefici: secondo loro, è comunque più pericoloso vaccinarsi, e rischiare una reazione allergica che si verifica in un caso su decine di migliaia (e che comunque non ha alcuna conseguenza proprio perché i protocolli la considerano e quindi si può agire in tempo), piuttosto che contrarre una malattia che ha un fattore r0 sopra 1, quindi circola parecchio, ha una letalità dello 0.5% e un’ospedalizzazione che supera il 5%.
Ma tanto lo sappiamo: far notare questa contraddizione a un no vax è utile come spiegare la quantistica a un paramecio.
P.T.
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