Parte III di VIII
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Il secondo esempio storico di condizionamento delle masse è fornito da i totalitarismi e la propaganda; come visto negli articoli precedenti, la manipolazione dell’opinione pubblica è un dato coessenziale della democrazia. Può dunque apparire strano che, nell’illustrare i difetti dei sistemi democratici, mi ritrovi a parlare di dittature totalitarie. Eppure non si tratta di una contraddizione; non a caso il politologo Herman Heller affermò:
“La dittatura, ancor più della democrazia, ha bisogno di legittimarsi democraticamente”.
H. Heller
Democrazia e totalitarismo
Infatti,i regimi totalitari che hanno dominato la scena politica europea nei primi decenni del 1900 si sono instaurati proprio all’interno di sistemi democratici. Ciò in coincidenza con la concessione del suffragio universale, ossia l’allargamento del diritto di voto a tutta la popolazione adulta. Una popolazione di persone per lo più senza istruzione e per questo facilmente manipolabile.
Inoltre, grande spinta verso la manipolazione è stata offerta dalla nascita dei primi mezzi di comunicazione di massa; essi hanno permesso di sfruttare la demagogia degli oratori ateniesi in modo capillare e persistente. Dove ad Atene la manipolazione avveniva grazie all’arte oratoria di singoli soggetti, nei totalitarismi la demagogia si strutturava monopolizzando i mezzi di comunicazione e indicando un’unica verità, senza lasciare spazio a voci contrarie così da alterare completamente la percezione della realtà da parte dei cittadini. Così, la semplice demagogia prese il nome di “propaganda”.
Attraverso il controllo e il monopolio dei mezzi di informazione, il regime creava ad arte una realtà puntando ancora una volta sulle istanze irrazionali ed identificando come nemico dello Stato chiunque avesse un pensiero contrario a quello del regime. In questo modo si creava un’enorme finzione che, non potendo essere paragonata ad alcuna altra verità (resa di fatto illegale) alterava la percezione dei cittadini e finiva per diventare verità essa stessa.
La propaganda
per i totalitarismi e la propaganda la manipolazione delle masse era dunque un tratto essenziale per tenere in piedi il regime. E’ sufficiente leggere i principi della propaganda di Joseph Paul Gobbels, Ministro della Propaganda nazista, per capirlo.
E non è certo un caso che lo stesso Benito Mussolini, prima di darsi alla politica, facesse il giornalista per la testata “L’Avanti!”, esperienza che gli aveva fornito tutte le conoscenze necessarie a permettergli di toccare le giuste corde del popolo.
Grazie al favore del popolo, i governi totalitari sono stati in grado di raggiungere le redini del potere, monopolizzare tutti i mezzi di comunicazione ed avviare un processo di indottrinamento delle masse. Con esso, si è di fatto impedito al popolo di formulare giudizi corretti sulla realtà che aveva intorno; tutto veniva infatti visto attraverso il filtro della propaganda, con le terribili conseguenze che noi tutti conosciamo.
Bisognerà attendere la fine della guerra e la creazione delle costituzioni rigide per vedere la fine di quella “psicosi collettiva” che aveva influenzato la maggior parte dei popoli europei del periodo. Ma con il ritorno alla democrazia, l’era della manipolazione dell’opinione pubblica può dirsi conclusa?
Nel prossimo articolo cercherò di spiegarvi perché no.
P.T.
- Castells / Comunicazione e potere
- Gentile / Capo carismatico e democrazia: il caso De Gaulle
- Heller / Dottrina dello Stato
- Lippman / L’opinione pubblica
- Pinelli / Forme di Stato e forme di governo
- Sartori / Elementi di teoria politica
- Schmitt / Le categorie del politico. Saggi di teoria politica
- Schumpeter / Capitalismo, socialismo e democrazia