Parte VIII di VIII

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L’ultimo esempio di manipolazione dell’opinione pubblica che ho scelto per la rubrica riguarda il M5S e ci illumina anche su alcuni aspetti del funzionamento della politica in generale.

Abbiamo visto che lo scopo principale, se non unico, della politica è accaparrare voti; per questo, come disse anche il Prof. Zagrebelsky, “la politica ‘pesca’ dalla società le istanze che vuole rappresentare” non tanto perché le condivida come parte integrante del loro “manifesto ideologico”, ma per assicurarsi in questo modo il voto di chi la sostiene e spesso lo fa solo per il tempo necessario per assicurarsi quel voto.


“La politica ‘pesca’ dalla società le istanze che vuole rappresentare”

G. Zagrebelsky

M5S e obbligo vaccinale

L’esempio del supporto dei grillini ai no vax ne è la dimostrazione: di fronte alla nascita e diffusione del movimento contro la legge sui vaccini obbligatori, disposta dall’altra parte politica, il M5S ha subito fiutato l’opportunità di accrescere il suo bacino elettorale in vista delle imminenti elezioni.

Così, diversi membri del gruppo (dalla Taverna a Barillari) hanno iniziato a bombardare i social e le aule della politica di invettive contro la proposta, di allarmismi fondati sul nulla, di fake news pseudoscientifiche, di affermazioni tanto insensate (come il noto post di Barillari che trovate qui) da costringere gli stessi vertici del Movimento a prendere le distanze dalle stesse.

Il Movimento ha cioè scelto, più o meno apertamente, di supportare la battaglia sociale no vax allo scopo di attirare verso di sé i voti dei suoi sostenitori ed aumentare così il bacino elettorale in vista delle elezioni.

Come la politica “pesca” le istanze sociali

Quest’ultimo aspetto, peraltro, dimostra proprio il concetto con cui ho aperto l’articolo: l’ideologia del M5S non è affatto antivax, ne’ l’abolizione dei vaccini è mai stata parte del programma politico del partito; semplicemente, il Movimento ha “tollerato” alcune uscite infelici di alcuni di loro per il semplice fatto che, in vista delle elezioni, avrebbero portato altri voti.

Chi è seguace fanatico del Movimento, infatti, avrebbe votato 5 stelle anche se favorevole ai vaccini, guardando alle altre proposte; ma allo stesso tempo, promettendo l’abrogazione della legge Lorenzin, tutti gli antivax, anche se non propriamente seguaci del Movimento, sarebbero stati spinti a votarli per vedere realizzata la loro “istanza sociale”.

Come giustificare il “passo indietro”?

Ad ulteriore dimostrazione di questa dinamica ci sono poi le vicende seguite alla vittoria delle elezioni e alla mancata abolizione della legge Lorenzin.

Una volta “vinte” le elezioni e saliti al Governo, infatti, nessuno aveva seriamente intenzione di cancellare quella legge, compiendo un gesto suicida per la società, anche perché lo scopo (prendere i voti alle elezioni) era già stato raggiunto. E dal momento che per legge i partiti non sono obbligati a mantenere le promesse fatte in campagna elettorale (per il cosiddetto “divieto di mandato imperativo”), ignorare la proposta è stato facilissimo: come ricorderete, per salvarsi la faccia hanno solamente tentato di prorogare l’attuazione della legge (ben sapendo che abrogarla andava contro ogni principio scientifico, medico, democratico e di buon senso) ma sia le Regioni che le altre parti politiche hanno giustamente ostacolato con ogni mezzo anche questo insensato palliativo (qui la notizia ansa).

L’arte di “spostare la domanda”

Oltre a questi palliativi per la salvare la faccia di fronte agli elettori, il M5S – ma anche la Lega – hanno poi fatto ricorso ad un altro stratagemma che agisce sui bias cognitivi e di cui avevo già parlato qui.

In sostanza, i partiti al Governo hanno spostato la questione su un piano diverso, per superare le evidenti contraddizioni scientifiche della posizione no vax che avevano sostenuto fino alla vittoria delle elezioni. Se prima si parlava del fatto che “10 vaccini erano troppi e sovraccaricavano il sistema immunitario” o che l’emergenza morbillo non esisteva e quindi l’obbligo vaccinale era un complotto per far guadagnare qualcuno, oppure che la sicurezza dei vaccini fosse ancora tutta da accertare e quindi obbligare i bambini a vaccinarsi poteva costituire un danno per la loro salute, una volta al Governo la questione si è spostata sull’opportunità o meno di impedire l’accesso a scuola dei bambini.

In questo modo, hanno potuto continuare a giustificare la loro posizione “pro no-vax” andando oltre il negazionismo scientifico, che a quel punto avrebbe palesemente screditato il partito di fronte alla popolazione “sana di mente”, e facendo in modo che sulla questione gli elettori fossero indotti a rispondere ad una domanda più semplice.

Dai vaccini al diritto all’istruzione

Infatti, per rispondere alla questione “i vaccini fanno male o no?” sono necessarie conoscenze, analisi, verifiche e competenze specifiche nel campo dell’immunologia, quindi un sacrificio e uno sforzo intellettuale che non tutti hanno le capacità – e la voglia – di fare. Rispondere alla più semplice questione “è giusto impedire l’accesso all’istruzione ai bambini?” è molto più immediato. Soprattutto, chiunque risponderebbe che ciò non sia giusto, perché tutti noi consideriamo l’istruzione e i diritti dei bambini qualcosa di sacrosanto.

Spostando il dibattito su quella questione specifica, M5S e Lega sono così riusciti a continuare a giustificare la loro linea politica sul tema, mostrando la loro vicinanza ideologica agli elettori.

Rispondere alla domanda più semplice facilita una presa di posizione

In effetti, la tecnica di indurre le persone a rispondere alla domanda più semplice – ed emotiva – rispetto alla c.d. “domanda bersaglio” – ossia quella per le quali servono conoscenze tecniche – è un sistema efficacissimo per il cervello per esprimere un giudizio su qualcosa di complesso.

Ad esempio, se io vi chiedessi “ritenete giusto privare della libertà qualcuno per interi anni, tenendolo lontano dai suoi affetti?“, sicuramente ognuno di voi risponderebbe “no”, perché per la nostra emotività ciò è qualcosa di inaccettabile.

Tuttavia, la privazione della libertà è prevista dal nostro sistema giuridico ed è applicata quotidianamente nei confronti dei carcerati. In quel caso, infatti, sussistono condizioni, ragioni, elementi e argomenti che possono giustificare la privazione della libertà per un periodo limitato. Entrando dunque nel tecnico e nel dettaglio di quella specifica situazione, al giudizio meramente emotivo dobbiamo sostituire un ragionamento complesso, che implica la valutazione di molti fattori.

La stessa cosa avviene per l’esclusione da scuola per i bambini non vaccinati, il cui scopo non è certo quello di privare i bambini dell’istruzione, ma quello di fungere da deterrente per i genitori e spingerli alla vaccinazione proprio per evitare l’esclusione scolastica dei figli, garantendo contemporaneamente una necessità sociale come l’immunità di gregge.

Ma se a questo ragionamento complesso sostituisco la più semplice domanda “è giusto privare i bambini del diritto allo studio?” è ovvio che la nostra risposta diventi emotiva e ci porti ad una conclusione opposta a quella tecnicaqmente corretta.

Stratagemmi per mantenere i consensi senza mantenere le promesse

Questo i politici lo sanno bene, e infatti come ho più volte spiegato questa tecnica è diffusissima tra tutte le parti politiche.

Con questo stratagemma, il M5S e la Lega sono così riusciti a continuare a giustificare la loro posizione ideologica pur non contraddicendo degli evidenti principi scientifici, continuando a godere del supporto di quella parte di popolazione che aveva affidato proprio a loro l’obiettivo di abolire l’obbligo vaccinale.

E così facendo, la legge è rimasta al suo posto, così come i grillini sono rimasti al Governo raggiungendo il loro scopo anche grazie ai voti dei no vax.

P.T.