Mi è capitato per le mani uno studio scientifico cinese, pubblicato su PubMed a questo link e subito proclamato a gran voce da Corvelva, nota associazione no vax, come la prova definitiva che gli asintomatici non sono contagiosi.

asintomatici non sono contagiosi

Seguendo la stessa logica usata già in questo articolo sull’idrossiclorochina come terapia per il Covid, anche in questo caso vorrei farvi notare come sia semplice a volte verificare uno studio scientifico pur non avendo le competenze tecniche specifiche per analizzarne i risultati.

Dove non arrivi con la competenza, puoi arrivare con la logica.

Per capire la validità di questo studio è infatti sufficiente considerare la metodologia e leggerne le conclusioni. Cosa hanno fatto i ricercatori?

In pratica, hanno preso un soggetto positivo asintomatico – UNO! – e hanno tracciato tutti i suoi contatti durante il periodo di presunta contagiosità. In particolare:

455 contatti che sono stati esposti al portatore del virus asintomatico COVID-19 sono diventati i soggetti della nostra ricerca. Sono stati divisi in tre gruppi: 35 pazienti, 196 membri della famiglia e 224 membri del personale ospedaliero. Abbiamo estratto le informazioni epidemiologiche, i registri clinici, i risultati degli esami ausiliari e i programmi terapeutici.

Corvelva

Analizzati i risultati,

Non è stata rilevata alcuna infezione da coronavirus 2 (SARS-CoV-2) per sindrome respiratoria acuta grave in 455 contatti mediante test dell’acido nucleico.

Quindi: lo studio ha preso in esame un solo soggetto asintomatico – alla faccia della precisione statistica! – che è stato in contatto con alcuni pazienti, i loro parenti e ben 224 membri del personale ospedaliero; la metà dei soggetti, quindi, erano persone che utilizzavano tutti i dispositivi di protezione individuale e che, per via del loro lavoro, hanno una particolare cura per l’igiene e la sanificazione costante della persona e dei propri indumenti.

Come Corvelva possa quindi insinuare che questo studio dimostri inconfutabilmente che gli asintomatici non siano contagiosi è un grande mistero; eppure è proprio ciò che fa: l’articolo che parla di questo studio si apre infatti con affermazioni simili:

Lecito porsi più di qualche domanda in un momento storico in cui la cittadinanza (anche pediatrica) viene obbligata ad indossare mascherine persino all’aperto e dove stanno cercando di convincerci che per proteggere noi stessi e gli altri sia necessario il “distanziamento sociale”.

Si insinua quindi chiaramente che “ci sia qualcosa sotto”, inducendo il lettore a farsi domande e crearsi dei dubbi sull’efficacia e la validità di certe misure, dando per scontato che lo studio di cui si va a parlare stia confermando che gli asintomatici non siano contagiosi, esattamente come riferisce il titolo dell’articolo Corvelva.

Eppure, lo stesso studio da loro citato conclude in maniera ben diversa da quello che Corvelva vuole fare credere. I ricercatori concludono infatti che:

we conclude that the infectivity of some asymptomatic SARS-CoV-2 carriers might be weak.

Ossia: è possibile che alcuni asintomatici abbiano una carica virale bassa.

Come potete capire anche senza essere infettivologi, lo studio non dice affatto che gli asintomatici non contagiano, ma che alcuni di loro – loro ad esempio ne hanno trovato uno – potrebbero avere una carica virale bassa, quindi incapace di infettare.

Ma il fatto che alcuni possano avere una simile carica virale non significa poter insinuare, come fa Corvelva, che tutti gli asintomatici non sono contagiosi e quindi le mascherine e il distanziamento siano imposizioni arbitrarie. Del resto, se così fosse non si riuscirebbe a spiegare né tutti gli studi che hanno dedotto il contrario – qui un mio articolo in merito – né come sia possibile che la curva epidemica cresca con un simile ritmo, se gli asintomatici non sono contagiosi.

Come al solito, chi vende fuffa sfrutta qualunque cosa per dare l’interpretazione in linea con il suo bias di conferma e diffonde affermazioni del tutto antiscientifiche, ed anzi contrarie alle stesse evidenze su cui pretendono di basarsi, operando un’abile manipolazione delle informazioni attraverso la costruzione dello stesso articolo.

Non basta leggere il titolo di un articolo per avere una prova: leggete, analizzate, usate i vostri neuroni ed evitate di farvi abbindolare da certi ciarlatani.

P.T.