Parliamo oggi di Unione Europea e vaccino obbligatorio. Qual è davvero la posizione dell UE sulle misure restrittive e le vaccinazioni Covid?

L’inizio della campagna vaccinale e la decisione di istituire il Green Pass hanno scatenato numerose polemiche soprattutto tra i negazionisti e i sostenitori della “teoria” della dittatura sanitaria.

In particolare, non sono stati pochi quelli che hanno iniziato a diffondere possibili illegittimità dell’obbligo vaccinale – che ricordiamo ad oggi non esserci – e delle limitazioni di spostamento imposte attraverso il Green Pass che deriverebbero direttamente da un contrasto con le decisioni europee.

Secondo queste tesi, insomma, sarebbe la stessa Unione Europea ad aver stabilito che il Green Pass sia illegittimo perché discrimina i non vaccinati, aggiungendo che il vaccino non possa essere dichiarato obbligatorio per le stesse disposizioni europee. Soprattutto la questione “Unione Europea e vaccino obbligatorio” l’ho trovata interessante e mi preme verificarla, ma andiamo con ordine.

Vorrei analizzare molto brevemente le due questioni, rifacendomi come al solito alle stesse fonti ufficiali citate dai negazionisti.

Unione Europea e Green Pass

Partiamo dalla prima questione: come avevo già analizzato, sostenere che il Green Pass violerebbe le norme europee è un controsenso, dal momento che il Green Pass deriva esattamente da un Regolamento Europeoil n. 953 del 2021 (nel link la versione italiana) -; Regolamento che ricordo essere una fonte direttamente applicabile negli ordinamenti interni degli Stati membri, quindi anche a prescindere da un’effettiva ratifica o conversione in legge interna da parte dello Stato.

E’ interessante tra l’altro notare che lo stesso Regolamento, nel disciplinare i requisiti del Green Pass e nell’affrontare l’ipotesi della possibile “discriminazione” dei soggetti non vaccinati (che sarebbero soggetti a limiti maggiori rispetto ai vaccinati), afferma espressamente, al “considerando” n. 36, che:

È necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate. Pertanto il possesso di un certificato di vaccinazione, o di un certificato di vaccinazione che attesti l’uso di uno specifico vaccino anti COVID-19, non dovrebbe costituire una condizione preliminare per l’esercizio del diritto di libera circolazione o per l’utilizzo di servizi di trasporto passeggeri transfrontalieri quali linee aeree, treni, pullman, traghetti o qualsiasi altro mezzo di trasporto. Inoltre, il presente regolamento non può essere interpretato nel senso che istituisce un diritto o un obbligo a essere vaccinati.

Regolamento UE 953/2021

Da notare preliminarmente come si parli di evitare la discriminazione dei soggetti vaccinati per motivi medici, per i soggetti non destinatari del vaccino – tipo i bambini – mentre non si parli di chi rifiuti volontariamente la vaccinazione. In realtà, e qui dobbiamo dare ragione ai negazionisti, in quel punto c’è un errore di traduzione, o meglio una omissione: la versione inglese, infatti, dice:

“…they have not yet had the opportunity or chose not to be vaccinated“.

Quindi, il testo inglese prevede espressamente la possibilità di scegliere di non vaccinarsi, mentre quello italiano sembra di no. In realtà, però, cambia poco: intanto perché non è che uno Stato è vincolato solo al testo tradotto nella sua lingua, e quindi se l’approvazione del testo definitivo – che in genere è in inglese – cita i non vaccinati per scelta, è quello ad avere valore.

In secondo luogo, la norma contenuta nel Regolamento si concentra nel voler evitare che i soggetti non vaccinati – anche nel caso in cui scelgano di non farlo, stando alla versione inglese – possano essere discriminati negli spostamenti e nell’accesso ai luoghi e ai servizi pubblici. Limite che nella normativa italiana, sempre derivante da quella europea, sembra rispettato dal fatto che un non vaccinato ben può accedere a tali luoghi e/o servizi facendo un tampone.

In pratica, il non vaccinato non è discriminato nella libertà di spostamento in maniera assoluta, perché così come il vaccinato per spostarsi deve fare il vaccino, il non vaccinato per farlo deve fare un tampone.

Andando oltre, nello stesso “considerando” si specifica poi che vige un generico divieto di interpretare il Regolamento come un “diritto o un obbligo” a essere vaccinati. Cosa significa questa affermazione? A mio parere due cose:

  • Che lo Stato non può desumere dal Regolamento UE che sussista un diritto – tutelabile cioè di fronte alle sedi europee competenti – ad essere vaccinato, ossia che se i vaccini non ti vengono somministrati non puoi fare causa per il fatto di non essere stato vaccinato;
  • Che lo Stato non può sostenere che l’UE abbia disposto nemmeno un obbligo alla vaccinazione, perché il Regolamento non dice che il vaccino è o deve essere obbligatorio. Ma attenzione: lo Stato non può dire che l’obbligo deriva dal Regolamento europeo, ma da nessuna parte vi è scritto che tale obbligo non possa comunque essere imposto per via di legge interna. Se lo Stato vuole rendere il vaccino obbligatorio per tutti o per alcune categorie può farlo, ma deve emanare una legge interna perché il regolamento UE non impone alcun obbligo (né alcun diritto). C’è infatti una bella differenza tra il dire “questo regolamento non impone il vaccino obbligatorio” e dire “questo regolamento vieta agli Stati membri di imporre il vaccino obbligatorio“.

Del resto, è la stessa Corte Giustizia Europea ad aver già avuto modo di ribadire nell’aprile di quest’anno – qui la sentenza e qui un articolo di questo blog in cui ne avevo parlato – che uno Stato può legittimamente imporre un’obbligo vaccinale, purché lo faccia con atto avente forza di legge. Pertanto, quel che conta anche per la giurisprudenza europea è che un eventuale obbligo vaccinale – comunque legittimo – rispetti la riserva di legge statale.

E dal secondo punto esaminato più sopra passiamo al secondo argomento dell’articolo. La domanda è: pur non dicendolo il Regolamento in questione, sussiste per caso, da qualche altra fonte europea, un divieto espresso dell’Unione europea sul vaccino obbligatorio?

Unione Europea e vaccino obbligatorio

Sulla questione dell’Unione Europea e vaccino obbligatorio si è parlato molto sui social. Abbiamo visto che il Regolamento, in effetti, non sancisce alcun obbligo, ma nemmeno vieta espressamente che uno Stato possa scegliere di optare per la profilassi obbligatoria. Sta alla libera scelta dello Stato membro, a quanto pare. L’importante è solo che chi non è vaccinato non subisca discriminazioni insuperabili per il solo fatto di non essere vaccinato.

Nonostante questo, in molti hanno diffuso una comunicazione dell’Unione Europea in base alla quale si sarebbe detto che gli Stati devono comunque assicurare che i cittadini siano informati del fatto che il vaccino non è obbligatorio. Ma è davvero così?

Unione europea e obbligo vaccinale

In realtà, questa affermazione, effettivamente ufficiale e documentata, non è stata detta da alcun organo dell’Unione Europea, bensì dal Consiglio d’Europa, un’organizzazione internazionale estranea alla struttura dell’Unione Europea i cui report e raccomandazioni non hanno alcun carattere vincolante.

Il documento che parla della non obbligatorietà del vaccino lo potete trovare a questo link (si tratta del punto 7.3), ed essendo un mero report declaratorio di un organo non cogente, non è vincolante per gli Stati aderenti, che ben possono ignorarlo.

Chi sostiene dunque che quella affermazione sia stata fatta dai vertici dell’Unione Europea, e quindi vincoli gli Stati, dice il falso, poiché il Consiglio d’Europa non ha nulla a che fare con la struttura costituzionale dell’Unione (equivale a dire che una frase detta dall’amministratore di una Onlus sia un regolamento dell’ONU, per capirci).

Unione Europea e vaccino obbligatorio: conclusioni

Per concludere: ad oggi il vaccino non è obbligatorio ma solo vivamente consigliato. Il Regolamento europeo che disciplina il Green Pass, specifica che l’Unione Europea non intende, con quel regolamento, imporre la vaccinazione obbligatoria, ma nemmeno vieta agli Stati membri di optare per questa scelta.

A richiedere che la vaccinazione non sia resa obbligatoria è un’altra organizzazione internazionale, il Consiglio d’Europa, che si occupa di democrazia e diritti umani ma le cui raccomandazioni non hanno alcun valore cogente per gli Stati partecipanti.

Ovviamente, tutti ci auguriamo che l’obbligo non sia necessario, e che si possa uscire dalla pandemia senza doverlo disporre. Ma se per qualche motivo non si dovesse riuscire nell’intento, l’ipotesi di obbligare i cittadini alla profilassi non sarebbe né assurda né illegittima, ma solo politicamente contestabile, come lo è del resto qualunque decisione politica.

Nel frattempo, resto con il dubbio argomentativo dei negazionisti, che da anni parlano di dittatura europea, di Troijka e di poteri forti europei che vogliono toglierci la sovranità, e oggi si mettono ad usare le imposizioni europee come simbolo della democrazia contro gli abusi della legge statale…

P.T.