Questa settimana si è parlato molto di possibile correlazione tra vaccino Astrazeneca e morti a seguito della somministrazione. Le varie notizie lanciate in pasto all’opinione pubblica hanno inevitabilmente scatenato l’allarmismo degli indecisi e l’esultanza dei negazionisti, che hanno potuto aggiungere un’altra prova alla loro cospirazione.
Del fact checking sulla questione si sono già occupati altri debunkers come Bufale.net e Open, ai quali rimando per qualunque approfondimento. Quello che voglio fare io oggi, invece, non è verificare le singole notizie e dare le spiegazioni già date in maniera ottimale dai miei colleghi, ma fare quello che faccio sempre: invitare al ragionamento.
Il tocco della morte
Forse non sapete che io in realtà sono uno stregone e conosco un rito particolare: se tocco la spalla a 1 milione di persone dicendo “tu morirai”, posso assicurare con certezza che 10 mila di loro moriranno entro 12 mesi. Si chiama “il tocco della morte“.
State pensando che io sia impazzito? Eppure è davvero così, posso dimostrarlo e vedrete che non potrete darmi torto. Come? Molto semplice.
Gli esseri umani hanno un difetto: sono mortali. In quanto mortali, hanno la tendenza a morire. Di vecchiaia, di malattia, per infarto, ictus, sotto un tram, bruciati vivi, ammazzati, ecc… Questo, che ci piaccia o no, succede tutti i giorni.
In Italia in particolare muoiono in media 600 mila persone all’anno. Su 60 milioni di italiani, significa che ogni anno l’1% della popolazione muore. Se così è, significa che su un campione di 1 milione di persone prese a caso, mi devo aspettare che quest’anno almeno 10 mila moriranno. E questo a prescindere dal fatto che io abbia fatto loro il rito del tocco della morte.
Però, sfruttando questo concetto – chiamato “probabilità a priori” – potrei indurvi in errore facendovi notare che, effettivamente, del milione di persone che ho toccato 10 mila sono morte davvero, quindi il tocco della morte funziona. Avevo già affrontato marginalmente questo problema in questo articolo e in quest’altro, ai quali rimando.
Trasferiamo ora questo concetto ai vaccini Astrazeneca.
Vaccino Astrazeneca e morti
Il ritiro del lotto di vaccini è stato dettato da alcune morti intervenute a seguito della vaccinazione Astrazeneca, alcune delle quali, pare, per trombosi.
Questo significa che il vaccino causa la trombosi? Dipende dalla probabilità a priori. Quante persone muoiono generalmente di trombosi? Questa è la prima domanda a cui rispondere.
Bene: i morti per trombosi a seguito di vaccinazione Astrazeneca sono stati 30 su 5 milioni di vaccinazioni, un dato addirittura sotto la media. Perché dovrebbe essere stato il vaccino, se mediamente la trombosi avrebbe comunque ucciso più gente?
E’ perfettamente normale che qualcuno muoia, ed è perfettamente normale che possa morire dopo aver fatto un vaccino esattamente come è normale che muoia dopo aver bevuto acqua, chiuso la porta di casa, pettinatosi i capelli, tirato l’acqua del water. Perché sarebbe morta comunque, a prescindere da ognuna di quelle azioni.
Altrimenti potrei dire che siccome tutti i 600 mila morti dell’anno hanno bevuto acqua, allora l’acqua uccide.
Considerate ad esempio che 330 persone al giorno muoiono di infarto in Italia. Se consideriamo una media di 150 mila vaccinati al giorno, possiamo prevedere che tra quei vaccinati almeno 1 al giorno morirà di infarto. Colpa del vaccino? Non basta questa correlazione temporale a stabilirlo, sono invece necessarie le autopsie per individuare la natura del decesso e capire se il vaccino abbia o meno un ruolo. Questo perché, data la probabilità a priori, è altamente probabile che non ce l’abbia.
Vaccino Astrazeneca e morti: perché ci appaiono così tanti?
Affrontato l’argomento della probabilità a priori in generale, ci sono poi due considerazioni da fare riguardo il caso specifico dei vaccini Covid, a causa delle quali la percezione ci fa pensare che i casi di morte siano tanti, e comunque più di quanti dovrebbero.
Come mai, ad esempio, negli scorsi anni gli altri vaccini obbligatori non facevano registrare così tanti morti? Cos’hanno i vaccini Covid di diverso?
Niente: come detto è solo percezione, dettata da due fattori:
- La campagna vaccinale in atto non ha precedenti nella storia mondiale: mai da quando esistono i vaccini sono state somministrate così tante dosi in così poco tempo. Anche i nuovi vaccini per malattie “vecchie” come il morbillo, infatti, appena approvati non vengono somministrati a tutti, perché l’89% di noi è già vaccinata. Quindi, ci si limita a usarli nel calendario vaccinale dei bambini. Questo comporta un numero di persone coinvolte nelle vaccinazioni migliaia di volte superiore al normale, e se è vero che l’1% di persone in Italia muore ogni anno, più persone vacciniamo più quell’1% diventa un numero grande, quindi fa maggiore impressione;
- Le case farmaceutiche stanno svolgendo una costante e perigliosa opera di monitoraggio post commercializzazione proprio per verificare eventuali effetti indesiderati del vaccino non rilevati nei trial. Quindi, ciò che accade a chi viene vaccinato viene costantemente monitorato e segnalato, ed ecco perché ogni volta che un soggetto vaccinato muore – per una qualunque ragione – la notizia esce sui giornali e ne veniamo a conoscenza. Nessuno attualmente sta invece, ad esempio, monitorando eventuali morti a seguito dell’assunzione di aspirina (farmaco non in fase di monitoraggio): ma se lo facessimo, ci accorgeremmo che sono sicuramente tantissime le persone morte dopo aver assunto un’aspirina (sempre per la logica della probabilità a priori).
E’ quindi perfettamente normale che possano verificarsi casi di morte a seguito di un vaccino senza che queste siano necessariamente correlate al vaccino, ed è perfettamente normale che, essendo in piena fase di monitoraggio post commercializzazione, su quelle morti si vada ad indagare di “default”, senza che ciò implichi davvero che tra la morte e il vaccino vi sia davvero una correlazione.
La percezione influisce profondamente sulla nostra interpretazione della realtà. Ed è per questo che le persone dovrebbero cercare di ragionare di più su queste questioni, mentre i giornali dovrebbero evitare di correre dietro ogni notizia solo per poter arrivare primi, e magari attendere le autopsie prima di formulare sentenze mediatiche.
P.T.