E’ notizia di questa mattina che siano scoppiate tensioni a Kaliningrad tra i Russi e i Lituani. Cerchiamo di capire cosa stia accadendo e soprattutto di inserire la questione all’interno del più ampio scontro tra Occidente e Russia in corso in questi mesi.

Cos’è Kaliningrad?

Prima di parlare delle attuali tensioni a Kaliningrad, iniziamo col capire di quale luogo ci stiamo occupando. Kaliningrad è una città situata tra la Polonia e la Lituania, con affaccio sul Mar Baltico. Città tedesca fino alla fine della Seconda Guerra Mondiale, con il nome di Königsberg, a seguito della Conferenza di Postdam fu annessa all’Unione Sovietica, pur non rientrando nei suoi confini. Essa costituisce infatti oggi una vera e propria enclave in territorio europeo, sotto controllo russo, che consente alla Russia l’unico suo affaccio sul Mar Baltico oltre a San Pietroburgo.

Stando così le cose, potete ben immaginare il valore strategico di questa città, al punto da essere considerata da alcuni “il punto debole della NATO” e quindi uno dei principali luoghi da cui potrebbe partire un’eventuale – e ad oggi ancora improbabile – offensiva russa contro l’Occidente.

Del resto, Kaliningrad si trova proprio su uno dei due vertici della “nuova cortina di ferro” su quello che viene definito “Istmo d’Europa“, dall’importanza strategica vitale per la geopolitica russa, come avevo meglio analizzato in questo articolo.

Tensioni a Kaliningrad, cosa accade

Da dove arrivano le attuali tensioni a Kaliningrad? In sostanza, a seguito della decisione europea di imporre sanzioni alla Russia, e quindi anche di limitare in uscita e in entrata il traffico di merci da e per la Russia, Kaliningrad è stata particolarmente colpita da queste misure, dato che è territorio russo ma si trova separata dal confine russo da un corridoio – chiamato “varco di Suwalki” – lungo circa 60 km, che attraversa il confine tra Polonia e Lituania.

Sussistendo questa sorta di blocco commerciale dovuto alle sanzioni, la Lituania ha ormai da mesi bloccato il traffico ferroviario e aereo da Kaliningrad alla Bielorussia, impedendo quindi alle merci e ai materiali stoccati a Kaliningrad di raggiungere il territorio russo.

E’ notizia di ieri, però, che la Lituania abbia ampliato il blocco anche al trasporto su gomma, come spiegato da Open in questo articolo; la notizia dell’ampliamento del blocco ha fatto letteralmente infuriare l’amministrazione russa, che ha già annunciato che prenderà provvedimenti ritorsivi che “causeranno un grave danno alla popolazione lituana“, mentre i Lituani si difendono spiegando di stare semplicemente dando esecuzione alle sanzioni stabilite a livello europeo.

Al momento, non è chiaro a quali ritorsioni si riferisca la Russia, ma resta chiaro che l’altisonante affermazione è una prova, l’ennesima, dell’importanza strategica di quell’area e di quanto sia interesse vitale per la Russia il mantenimento del controllo dell’Istmo d’Europa su cui quella città insiste.

Non a caso, proprio di recente, il 18 giugno, anche l’Estonia ha vissuto momenti di tensione: l’esercito estone ha infatti denunciato la violazione dello spazio aereo da parte di un elicottero militare russo; come si legge sempre nell’articolo di Open:

“il velivolo russo, un Mi-8, avrebbe sorvolato per due minuti la regione di Koidula, nel sud-est dell’Estonia, senza presentare alcun piano di volo, senza alcun contatto radio con il controllo del traffico aereo e senza attivare la funzione di riconoscimento elettronico. Immediata la risposta da parte delle istituzioni, con una convocazione dell’ambasciatore russo da parte del ministro degli Esteri di Tallinn, che ha affermato: «L’Estonia considera questo un incidente estremamente grave e deplorevole, che indubbiamente provoca ulteriore tensione ed è del tutto inaccettabile”

La situazione, insomma, non è delle migliori e le tensioni tra Occidente e Russia continuano a salire anziché affievolirsi, e lo stanno facendo anche oltre il territorio ucraino.

L’ennesima prova che l’attuale scontro ucraino non è una guerra fine a se stessa ma è piuttosto parte di una situazione più grande e complessa, che ha visto il riesplodere della guerra “fredda” tra NATO e Russia e l’apertura di una nuova “faglia conflittuale” tra due potenze, questa volta però nel centro dell’Europa e non in modo circoscritto al solo Paese ucraino, ma in generale su tutta la linea dell’Istmo d’Europa che costituisce oggi la nuova “cortina di ferro”.

E’ la Guerra Fredda 2.0.

P.T.