I no vax sono un fenomeno in continua diffusione; molti si chiedono: “perché i no vax sono no vax? Da dove arriva questa convinzione? Che vantaggio comporta?” e altrettanti si rispondono cercando la ragione essenzialmente nell’ignoranza in immunologia e in generale nell’approccio complottista che sembra sempre più diffuso al giorno d’oggi. Ciò è sicuramente vero, ma in realtà l’ignoranza, da sola, non spiega adeguatamente le ragioni della diffusione del fenomeno no vax e neppure ci illumina su quali sarebbero i “vantaggi” di una simile posizione.
Ebbene sì: perché essere no vax comporta degli indiscutibili vantaggi a livello sociologico, spiegabili con le più elementari teorie sociologiche ed economiche. Impossibile? Invece no. Scopo di questo articolo sarà proprio quello di dimostrarvi che dietro l’ideologia no vax non c’è altro che una ragione opportunistica ben conosciuta alla sociologia e alla microeconomia.
Il “Free Riding”
Conoscete la teoria del “free riding”? Si tratta di una teoria sociologica ed economica che spiega il particolare atteggiamento di chi, all’interno di una società, beneficia di risorse, beni, servizi, informazioni, senza contribuire al pagamento degli stessi, di cui si fa carico il resto della collettività. “Free riding”, infatti, prende il nome proprio dalla “corsa gratis” che fa chi prende i mezzi pubblici senza pagare il biglietto, usufruendo cioè di un servizio senza pagarlo e sfruttando il fatto che, per mantenere in vita quel servizio, sono gli altri a pagare anche per lui.
In effetti, se nessuno pagasse il biglietto lo Stato non avrebbe risorse per la manutenzione e il rifornimento dei mezzi e per il pagamento degli autisti, e di conseguenza non potrebbe renderlo disponibile ai cittadini. Ma dal momento che la maggioranza della gente paga il biglietto e quindi garantisce quelle risorse, il free rider può approfittarne, salendo sul bus senza pagare il biglietto perché tanto quelle risorse sono già garantite dagli altri.
Certo: in tal caso, se il controllore becca il free rider lo multa e lo fa scendere dal mezzo, impedendogli di continuare a usufruire del servizio. Tuttavia, in alcuni casi – e cioè di fronte ai servizi cosiddetti “indivisibili” – questo si rivela impossibile.
Pensiamo alla luce pubblica (quella delle strade, ad esempio): anch’essa è ovviamente pagata dalle nostre tasse e funziona grazie alla contribuzione della collettività; ma in questo caso, se il nostro free rider decidesse di evadere le tasse e quindi non pagare la sua parte di luce pubblica, non ci sarebbe modo di impedirgli di usufruirne, perché “staccando” la luce si priverebbe del servizio tutta la collettività e non solo il free rider. Infatti, non esisterebbe modo per togliere la luce pubblica solo a chi non la paga, magari staccando i lampioni solo al suo passaggio, né si potrebbe ragionevolmente imporre il pagamento della luce di ogni singolo lampione ad ogni passo.
Pertanto, in questi casi il free rider riesce sempre a farla franca, assicurandosi il servizio offerto dalla collettività in ogni caso, senza sborsare un euro.
Il no vax è un free rider
Cosa c’entra tutto questo con i no vax? C’entra eccome e ora ve lo dimostro: i no vax sono no vax perché esserlo gli garantisce lo stesso vantaggio di cui gode il free rider che non paga la luce: avere la luce lo stesso senza accollarsi alcun rischio.
Vediamolo meglio: la sanità offre un “servizio” alla collettività, che chiamiamo “immunità di gregge”: attraverso il piccolo contributo di ognuno (ossia ricorrere al vaccino) si raggiunge cioè una percentuale di immunizzazione che è capace di tutelare da quelle malattie anche le persone che non si vaccinano.
A fronte di questo vantaggio, il free rider può fare un ragionamento di questo tipo: contrarre quella malattia comporta per me un rischio; allo stesso modo, però, il vaccino comporta il rischio di effetti collaterali, un rischio certamente molto più basso ma comunque superiore allo zero.
Pertanto, si tratta di scegliere tra un rischio medio-alto (contrarre la malattia) e un rischio molto basso (un effetto collaterale del vaccino). In una situazione “normale” è ovvio che convenga assumersi il secondo rischio e non il primo; tuttavia, se la società mi garantisce già la tutela dal rischio maggiore (vaccinandosi in massa e garantendo l’immunità di gregge) non c’è ragione per addossarsi il rischio minore.
Addossarsi il rischio minore serve infatti a scongiurare quello maggiore, ma se quest’ultimo è già scongiurato dal fatto che gli altri si vaccinano, ne guadagno anche io senza vaccinarmi a mia volta.Ergo: usufruisco del servizio senza accollarmi alcun rischio.
Ecco dunque che se non mi vaccino non corro i rischi degli effetti collaterali ma neppure quelli di contrarre la malattia, visto che gli altri, correndo il rischio minore al posto mio, mi garantiscono l’immunità anche da quello maggiore.
E non c’è alcun modo per evitare che il no vax usufruisca comunque dei vantaggi di questo servizio sanitario, perché l’immunità di gregge funziona a prescindere e non discrimina tra chi non è vaccinato perché immunodepresso e chi invece non è vaccinato perché si approfitta della situazione (esattamente come i lampioni pubblici illuminano tutti e non solo chi paga le tasse).
Ecco perché, secondo questa impostazione sociologica, non vaccinarsi costituisce un vantaggio. Di conseguenza, il no vax altro non è che un soggetto che “scrocca” un servizio sociale senza accollarsi alcun rischio.
No vax: dei free riders “inconsapevoli”
Naturalmente, alcuni di voi potrebbero farmi notare che sono in pochi i no vax che fanno davvero questo ragionamento, mentre la maggior parte di loro vaneggia seriamente su complotti delle case farmaceutiche per sterminare l’umanità; pertanto, per questi soggetti l’argomento non sarebbe valido.
Ma non è così, in realtà: pur essendo inconsapevole di usare la tecnica del free riding, anche il no vax incallito e sinceramente convinto di quello che dice può permettersi di fare il ragionamento che fa solo ed esclusivamente perché sfrutta il free riding, ossia approfitta dell’esistenza dell’immunità di gregge che gli azzera il rischio di contrarre la malattia.
Chiariamo il concetto tornando all’esempio di prima: se tutta la società smettesse di pagare la luce pubblica, presto i fondi per garantirla finirebbero e man mano tutte le luci delle strade italiane si spegnerebbero per mancanza di manutenzione o per mancati pagamenti alle aziende che producono energia. In quella situazione, nessuno potrebbe essere “free rider” perché tutti subirebbero al 100% le conseguenze dell’assenza di luce pubblica.
Allo stesso modo, se tutti noi smettessimo di vaccinarci l’immunità di gregge verrebbe meno e le malattie inizierebbero a proliferare, alzando il rischio di contrarla di centinaia se non migliaia di volte. In queste condizioni, il vantaggio indotto dal non vaccinarsi verrebbe meno del tutto, perché il free rider non potrebbe più approfittare di un servizio che non è più garantito a nessuno.
A quel punto, il rischio di contrarre la malattia sarebbe centinaia di migliaia di volte superiore a quello di subire effetti collaterali dal vaccino, motivo per cui vaccinarsi tornerebbe ad essere la soluzione assolutamente preferibile.
Insomma: i no vax sono no vax – e possono permettersi di fare i no vax – solo ed esclusivamente perché noi ci vacciniamo; se non ci vaccinassimo, non avrebbero nessun servizio da “scroccarci” e correrebbero a vaccinarsi anche loro, senza fare tante storie.
P.T.