Nelle ultime settimane in Israele si assiste ad un drammatico aumento dei contagi, ormai assestati sempre oltre i 10 mila al giorno. Perché in Israele i contagi tornano a salire? Non era il Paese che aveva iniziato a vaccinare per primo? Non è il Paese con il più alto tasso di vaccinati? Come è possibile tutto ciò, cosa non torna?
Cerchiamo di capirlo.
Israele: il Paese col più alto numero di vaccinati? No.
Smentiamo la prima bufala.
E’ vero che Israele è stato il primo Paese ad iniziare la campagna vaccinale – già a dicembre 2020 – e che per questo è stato per lungo tempo il Paese con il più alto tasso di vaccinati in proporzione alla popolazione; tuttavia, questo primato è andato perso ormai da tempo.
Come potete vedere dal grafico, Israele ha effettivamente dominato la classifica dei vaccini fino a inizio aprile 2021, quando la campagna vaccinale aveva raggiunto 5 milioni di persone nel giro di appena 5 mesi (dicembre 2020 – aprile 2021). Da allora, però, la campagna è rallentata parecchio, al punto che nei successivi quattro mesi i vaccinati sono arrivati appena a 6 milioni. Quindi, 1 un milione di vaccinati in 4 mesi rispetto ai 5 milioni di vaccinati in 5 mesi nel periodo precedente.
Infatti, ad oggi la copertura vaccinale di Israele è del 60,9%, una percentuale addirittura inferiore alla nostra. Probabilmente, l’impeto della campagna vaccinale in Israele si è allentato quando la maggior parte delle persone è stata raggiunta e sono rimasti fuori i bambini – ad oggi non sottoposti al vaccino – e i membri delle varie sette religiose che, per un motivo o per l’altro, rifiutano la vaccinazione. Faticando a raggiungere la copertura di gregge – che per la variante delta è più alta della variante originaria -, è quindi possibile che si verifichi un aumento dei contagi.
La copertura vaccinale nel tempo
Un altro problema che potrebbe spiegare un aumento dei contagi è dovuto proprio al fatto che Israele sia stato il primo Paese a iniziare la campagna vaccinale ed abbia vaccinato così tanto tra gennaio ed aprile.
Proprio Israele infatti è stato usato come cartina di tornasole per verificare l’efficacia del vaccino nel tempo, e dagli studi fatti – ne ha parlato meglio Pagella Politica in questo articolo – emerge che in effetti i vaccinati nella prima fase di campagna vaccinale hanno molte più probabilità di contagiarsi di chi si è vaccinato dopo aprile, chiaro segno che la copertura anticorpale scema nel tempo. Ed è per questo che in Israele si è già iniziato a somministrare la terza dose: perché l’efficacia delle prime due, per molti, si sta esaurendo proprio perché fatte molti mesi addietro.
Di fronte ad una copertura vaccinale che non supera il 60% e che è stata ottenuta mesi fa, è più che plausibile che i contagi tornino a risalire.
La riapertura delle scuole
Infine, un altro fattore che, secondo alcuni, potrebbe avere inciso sull’aumento dei contagi in Israele è la riapertura delle scuole: infatti, da quando sono state riaperte le scuole – a fine agosto – sono stati avviati test di massa sui ragazzini prima del loro ingresso nelle strutture, circostanza che ha inevitabilmente fatto schizzare in aria il numero di positivi.
E’ evidente che se di punto in bianco inizi a tracciare su una parte di popolazione di solito non tracciata e – guarda caso – non vaccinata, ci siano buone probabilità che i casi rilevati aumentino.
Aumento dei casi ed efficacia del vaccino
In ogni caso, il fatto che in Israele i contagi tornano a salire, per i motivi che abbiamo provato ad elencare, non ha nulla a che fare con l’efficacia del vaccino nel prevenire ospedalizzazioni e decessi. Usare il fatto che i contagi in Israele tornano a salire per dimostrare che i vaccini non funzionano, come molti hanno fatto, denota una chiara malafede.
Quello che conta per capire se il vaccino funziona o no, infatti, non è verificare unicamente il numero dei casi, ma capire se ospedalizzati e decessi crescano con la stessa curva esponenziale dei contagi – e non è così – e quanti degli eventuali ricoverati sia vaccinato o meno – e il rapporto è estremamente favorevole ai vaccini, come avevo già spiegato in questo articolo e come emerge anche da quest’altra analisi dei dati del Corriere della Sera -.
Come al solito, estrapolare dati a caso per dimostrare cose a caso è molto semplice. Se non volete farvi fregare da chi diffonde disinformazione per traviare il senso della realtà, fermatevi sempre a pensare.
P.T.
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