Il complotto dell’11 settembre 2001 presenta una enorme varietà di dubbi, ipotesi, spiegazioni alternative. Ho già avuto modo di trattare in modo generale le teorie del complotto in una rubrica dedicata in questo blog e soprattutto in una rubrica video che trovate qui.

Trattandosi però, come detto, di tantissime versioni diverse, ho pensato di aggiungere un altro articolo che debunkera un aspetto che non avevo ancora trattato nelle rubriche ma che in alcuni ultimamente stanno tornando a tirare fuori: la storia di Larry Silverstein e l’assicurazione sul WTC.

Larry Silverstein e l'assicurazione sul WTC

Secondo i complottisti, infatti, tutto l’attentato sarebbe stato solo una farsa avente lo scopo di abbattere le torri gemelle per far guadagnare a Larry Silverstein, proprietario delle stesse, svariati miliardi di euro. In effetti, questa spiegazione potrebbe rispondere a uno dei miei dubbi più forti rispetto alla teoria del complotto, ossia capire perché mai gli USA avrebbero deciso di abbattere le torri anche se sapevano che l’impatto aereo non sarebbe stato in grado di farle crollare.

Ma è davvero così? Larry Silverstein e l’assicurazione sul WTC giustificherebbero il complotto?

Larry Silverstein e l’assicurazione sul WTC: debunking

Cominciamo col dire che Larry Silverstein non è il proprietario del WTC: egli ebbe prima i diritti per la costruzione del WT7, e poi, proprio nel 2001, vinse una gara d’appalto per affittare le Twin Towers per 99 anni.

Come egregiamente spiegato in questo articolo di undicisettembre.blogspot, Silverstein aveva effettivamente ottenuto quell’appalto pagando 3,2 miliardi di dollari e, ovviamente, aveva subito stipulato un’assicurazione per eventuali danni (chi non lo farebbe, dopo aver speso una cifra simile?). Tale assicurazione copriva l’investimento di Silverstein per una cifra pari a 3,55 miliardi di dollari. Quindi, al momento della stipula dell’assicurazione Silverstein sapeva che, se per qualche motivo le torri fossero crollate, avrebbe incassato appena 300 milioni in più rispetto a quelli che aveva speso per ottenere l’appalto.

Secondo voi, aveva senso inscenare il più grande complotto della storia, con tutta la logistica, le collaborazioni occulte, le corruzioni e le risorse necessarie per attuarlo, e soprattutto con tutti i rischi connessi di essere beccato, al fine di recuperare 3,55 miliardi di dollari a fronte dei 3,2 che aveva appena speso?

Si potrebbe obiettare che “300 milioni sono sempre meglio di niente, soprattutto per quelli come lui, così attaccati ai soldi“; già: ma posto che, se fosse stato lui il mandante, quei 300 milioni sarebbero stati solo un piccolo acconto di tutto ciò che Silverstein avrebbe poi dovuto spendere per organizzare l’attentato e corrompere tutti quelli che avrebbero potuto scoprirlo (dai testimoni, al Governo, agli esperti del NIST che avrebbero dovuto coprirlo, all’FBI, ecc…) quindi di fatto non ci avrebbe comunque guadagnato nulla; ma la cosa più importante è che, proprio perché “quelli sono così attaccati ai soldi”, Silverstein non aveva certo investito 3,2 miliardi di dollari per incassare 300 miseri milioni, ma per fare una fortuna incassando gli affitti dei locali delle torri.

Dovete infatti considerare che le due torri avevano 110 piani l’uno, ognuno dei quali di 3.000 metri quadri. Pur essendo difficile fare delle stime precise, immaginate che tipo di lucro possono creare 660.000 metri quadri di uffici commerciali da affittare nel centro di Manhattan, dentro due dei grattacieli più prestigiosi del mondo. Se l’affitto fosse costato 5 mila euro al metro quadro – cifra affatto esagerata – stiamo parlando di quasi 3,3 miliardi l’anno. Insomma: Larry Silverstein avrebbe recuperato il suo investimento comunque in un anno, incassando la stessa somma che avrebbe ricevuto dall’assicurazione. Con la differenza che l’assicurazione ti paga una tantum, mentre gli affitti li incassi tutti gli anni…

Aveva senso buttarsele giù da solo, per incassare il risarcimento dell’assicurazione?

Direi chiaramente di no. E infatti, Silverstein non fu affatto contento della somma che ottenne, al punto che fece causa all’assicurazione sul presupposto che gli eventi dannosi erano due, essendo 2 gli aerei che hanno impattato sulle torri, allo scopo di ottenere il doppio della cifra concordata (circa 7 miliardi di dollari). Una causa che lui vinse in primo grado ma che perse in appello, riducendo nuovamente il risarcimento ai “soli” 3,5 miliardi.

Resta da chiedersi che sfortuna abbia avuto Silverstein, che per realizzare il suo intento è riuscito a corrompere testimoni, governo, periti, esperti e forze dell’ordine di ogni ordine e grado per aiutarlo a inscenare il finto attentato e poi a nascondere ogni prova del suo coinvolgimento, ma poi abbia trovato l’unico soggetto incorruttibile in tutti gli Stati Uniti proprio nel giudice che ha deciso la causa che aveva intentato per raccogliere i frutti del suo piano diabolico… Ma si sa: quando uno è sfortunato, è sfortunato.

P.T.