Oggi, 20 luglio, è un anniversario molto importante: è il compleanno di mio figlio.
Però è anche l’anniversario dello sbarco sulla Luna, quindi è il caso di spenderci due parole in un blog come questo che si occupa di complotti (e non di terremoti con le gambe).
L’allunaggio del 1969 era un complotto? Per rispondere al dubbio legato al finto allunaggio seguirò il taglio tipico di questa pagina e cercherò di rispondere ignorando ogni valutazione su presunte prove a favore o contro; mi concentrerò invece, come di consueto, sull’analisi logica dell’avvenimento.
Lo scenario geopolitico
Iniziamo da qui. Lo sbarco sulla Luna è avvenuto nel pieno della Guerra Fredda, uno dei periodi di tensione geopolitica più alti della storia. Due superpotenze – USA e URSS – si contendevano la supremazia mondiale su ogni aspetto, materia, obiettivo. C’era la corsa agli armamenti e il mondo M.A.D., la lotta economica tra due sistemi diametralmente opposti, il continuo tentativo di sottrarsi alleati a vicenda, lo spionaggio, la lotta diplomatica.
Le due potenze si sfidavano su ogni ambito, al punto da far diventare una questione politica perfino una partita di scacchi; come quella tra Fisher e Spasskij, ricordata più per il contorno politico creatosi intorno ad essa che per il risultato della sfida in sé. Comunismo e Capitalismo erano due modi diversi di vedere il mondo, e ognuno dei due cercava costantemente di dimostrare di essere preferibile all’altro. E per farlo doveva ottenere risultati, risultati di qualunque tipo.
Ovviamente, in un contesto del genere la corsa allo spazio non poteva che essere l’ambito in cui quello scontro assumeva il significato più particolare, perché si trattava, di fatto, di affermare la propria superiorità scientifica e tecnologica sull’altro, dimostrandosi cioè più evoluti del nemico.
Vincere la corsa allo spazio era una priorità per le due potenze, e la conquista della Luna non poteva che esserne la più chiara manifestazione.
Una tecnologia impensabile per il tempo?
Proprio alla luce di queste elementari considerazioni si giustifica l’enorme investimento economico operato dalle due potenze, paragonabile solo all’investimento economico nel militare. Del resto, anche il monopolio del controllo spaziale era una forma di supremazia militare.
Ed è proprio questa la ragione che spiega ciò che ai complottisti appare inspiegabile. Se guardiamo alla tecnologia posseduta negli anni ’60 – quella di utilizzo civile – in effetti appare a tutti alquanto strano che l’essere umano sia stato capace di costruire un’astronave per andare nello spazio.
Il dubbio è perfettamente legittimo, ma si spiega proprio alla luce della competitività tra le due nazioni, che avevano come priorità quella di “battere” il nemico in ogni ambito concepibile. E infatti, in quel periodo l’umanità, grazie a questa competizione, è riuscita a fare un “salto tecnologico” senza precedenti. Circostanza che dimostra non un complotto, ma il fatto che se ci dedichiamo seriamente a qualcosa, siamo perfettamente in grado di raggiungere risultati impensabili.
Del resto, i dubbi sulla tecnologia effettivamente posseduta per andare sulla Luna in quel periodo sono diffusi, ma nessuno considera che, in quello stesso periodo in cui la tecnologia civile era piuttosto arretrata, eravamo comunque stati in grado di scindere l’atomo e usarlo per creare delle deflagrazioni capaci di radere al suolo intere metropoli. Siamo molto bravi, dove ci interessa esserlo…
Come facevano i russi a non sapere?
Ed è sulla base delle precedenti considerazioni che, secondo me, si giustifica l’assoluta illogicità del complotto lunare.
Stiamo infatti parlando di una sfida fondamentale per la vittoria della Guerra Fredda, nella quale entrambi i contendenti hanno investito percentuali enormi delle proprie risorse. Entrambe le potenze avevano quindi conoscenze, tecnologie, strumenti e obiettivi molto simili.
Infatti, sono stati i russi a mandare il primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, e a mandare il primo satellite in orbita, lo Sputnik 1. Questo significa che i russi avevano ottime conoscenze dello spazio e una tecnologia adeguata per raggiungerlo. Pari cioè a quella posseduta dagli americani. Ne sapevano anche loro, insomma…
Inoltre, non dobbiamo dimenticare la battaglia sul campo dello spionaggio e del controspionaggio; entrambe le fazioni studiavano le mosse avversarie e cercavano di rubarne i segreti. Il che significa che, in ogni caso, entrambe avevano almeno una vaga idea del livello tecnologico dell’altra.
Bene. In una situazione del genere, la stessa dichiarazione americana di essere pronti a mandare degli uomini sulla Luna ha necessariamente attivato la logistica russa per studiare, analizzare e provare a scoprire le mosse e le intenzioni del nemico.
Se dunque il livello tecnologico posseduto dagli USA fosse stato molto lontano – come ritengono i complottisti – per azzardare un’impresa simile, così come lo sanno i negazionisti non potevano non saperlo, e anche meglio di loro, gli stessi russi.
Non solo: ma gli stessi russi hanno necessariamente monitorato ogni fase dell’impresa, proprio nel tentativo di scoprirne i segreti e trarre spunto per rafforzare le loro conoscenze in merito. Di conseguenza, se quel benedetto razzo non fosse mai andato sulla Luna, e anzi come molti sostengono non fosse neppure stato in grado di uscire dall’atmosfera, i russi sarebbero stati i primi ad accorgersene. E’ impensabile che non ci siano riusciti, a maggior ragione se riesce a dirlo oggi un negazionista dopo una breve ricerca su Google.
Che senso avrebbe avuto non svelare il finto allunaggio?
Dato dunque per assodato che i russi fossero necessariamente a conoscenza del finto allunaggio, la domanda sorge spontanea: perché non hanno detto nulla?
Non solo, infatti, i russi non hanno battuto ciglio di fronte a questa banale finzione, che poteva essere svelata subito osservando il razzo, valutando le tecnologie a disposizione o anche solo guardando qualche foto “strana”, come fanno i complottisti: i russi hanno addirittura accettato in silenzio la sconfitta, annunciando al loro popolo che la corsa allo spazio era stata persa.
L’Unione Sovietica ha accettato, di fatto, di essere stata scavalcata dal suo peggior nemico, lasciando che gli USA ponessero uno dei tasselli fondamentali della vittoria della Guerra Fredda. Per quale ragione?
Perché, se consideriamo che invece denunciare la farsa del finto allunaggio avrebbe screditato e messo in ridicolo il nemico agli occhi del mondo intero, infliggendogli un’umiliazione capace, da sola, di modificare sensibilmente gli equilibri geopolitici, e magari sovvertire le sorti della stessa Guerra?
Perché, se consideriamo poi che dimostrare la farsa del falso allunaggio, a quanto pare, è un gioco da ragazzi così semplice che chiunque sarebbe in grado di farlo, semplicemente facendo una ricerca su Google?
Per tenere in piedi una teoria del complotto basta evitare di farsi le domande giuste
Il complottista non ha alcuna risposta a questa domanda, perché ovviamente si guarda bene proprio dal porsela, essendo troppo concentrato a osservare le foto per trovare qualche stranezza, dimenticando che quel lavoro è già stato fatto dal KGB, dalla Spez-Naz, dai governi sovietici e da tutti gli esperti del blocco comunista di quel periodo. Senza esito alcuno, ovviamente.
Anche se, nella mia esperienza, ho anche trovato chi ha avuto il coraggio di dire che, in realtà, americani e sovietici erano d’accordo e la Guerra Fredda era tutta una farsa per tenerci sotto controllo. Quindi il finto allunaggio era inscenato da entrambe le potenze.
Ma a quel punto, non si tratta più di complottismo, ma di paranoia.
P.T.