E’ notizia di qualche giorno fa che, a seguito di un ricorso amministrativo formulato da 150 medici, a quanto pare un’ordinanza del Consiglio di Stato autorizza l’idrossiclorochina per la cura del Covid, annullando di fatto la decisione dell’AIFA, uscita il 26 maggio 2020, che a seguito della carenza di evidenze sulla sua efficacia ne aveva vietato la somministrazione.

Avevamo già avuto modo di parlare dell’idrossiclorochina in questo articolo, nel quale avevamo analizzato alcuni studi che ne attestavano la presunta efficacia e avevamo cercato di fare un po’ di chiarezza sulla questione.

Consiglio di Stato autorizza l'idrossiclorochina

Di fatto, come indicato in quell’articolo, le attuali evidenze scientifiche a nostra disposizione non sembrano univoche nello stabilire se tale terapia sia o meno efficace.

La diatriba si fonda essenzialmente su due questioni cardine:

  • Attualmente, la maggioranza dei numerosi studi condotti sull’efficacia dell’idrossiclorochina sembra dare buoni risultati alla terapia, ma si tratta sempre di studi “retrospettivi-osservazionali“; tutti gli studi randomizzati, invece, non hanno rilevato alcuna efficacia dimostrata del farmaco;
  • I sostenitori dell’idrossiclorochina affermano però che gli studi randomizzati, proprio in quanto tali, non considerano il tempo della somministrazione del farmaco, che pare essere efficace solo se somministrato alla comparsa dei primi sintomi della malattia.

Per tali ragioni, l’AIFA si è vista costretta a vietare la somministrazione del farmaco per i pazienti Covid, in particolare a seguito della pubblicazione di uno studio su Lancet che addirittura riscontrava un aumento delle morti nel caso di somministrazione. A tale decisione si sono però opposti i medici che, invece, ne avevano verificato l’efficacia nel trattamento dei pazienti appena ammalatisi, in quanto in tali casi sembrava evitare il peggioramento della malattia.

Il Consiglio di Stato autorizza l’idrossiclorochina?

Ed è sulla base di quel ricorso che, il 12 dicembre, è uscita l’ordinanza del Consiglio di Stato che autorizza l’idrossiclorochina.

Prima di giungere alle solite conclusioni che già si leggono in giro – ossia che questa è la prova scientifica definitiva che attesta che l’idrossiclorochina è efficace – ho pensato fosse il caso di analizzare il provvedimento per capire esattamente cosa esso dica nello specifico.

Consiglio di Stato autorizza l'idrossiclorochina

Prima considerazione: il Consiglio di Stato è un organo giuridico-amministrativo fatto di giudici, e non un comitato scientifico fatto di esperti: questo significa che, a prescindere da cosa la sentenza dica effettivamente, non dobbiamo aspettarci da essa alcuna conclusione scientifica, bensì giuridica.

Si legge peraltro nella stessa sentenza che:

La perdurante incertezza circa l’efficacia terapeutica dell’ idrossiclorochina, ammessa dalla stessa Aifa a giustificazione dell’ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati, non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l’irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale“

Consiglio di Stato, Ordinanza del 12 dicembre 2020

Come vedete, il Consiglio di Stato parla di ragioni giuridiche, non scientifiche; anzi, la stessa decisione prende le sue premesse proprio dalla “perdurante incertezza sul piano scientifico”.

Ed è entrando più nello specifico che si comprende allora la ratio della decisione: quello che il Consiglio di Stato afferma non è che l’idrossiclorochina sia efficace e quindi vada autorizzata (non è compito suo stabilire una cosa simile), bensì che, in assenza di evidenze in un senso o nell’altro, e data la situazione di emergenza, la scelta sulla terapia da utilizzare deve essere rimandata al medico per ogni caso specifico, assumendosene piena responsabilità.

Si legge infatti nell’ordinanza che:

La scelta se utilizzare o meno il farmaco, in una situazione di dubbio e di contrasto nella comunità scientifica, sulla base di dati clinici non univoci, circa la sua efficacia nel solo stadio iniziale della malattia deve essere rimessa all’autonomia decisionale e alla responsabilità del singolo medico “in scienza e coscienza” e con l’ovvio consenso informato del singolo paziente

Consiglio di Stato, Ordinanza del 12 dicembre 2020

Insomma: la corretta interpretazione della sentenza non deve essere “il Consiglio di Stato autorizza l’idrossiclorochina perché le prove scientifiche ne attestano l’efficacia“; bensì “il Consiglio di Stato autorizza i medici, sotto propria responsabilità e previo consenso informato, a somministrare a singoli pazienti l’idrossiclorochina, fino a che non si sarà raggiunto un consenso scientifico sulla sua efficacia“.

Si tratta dunque di una decisione dettata da principi giuridici e non scientifici, fondati sulle libertà costituzionali riconosciute al medico nel curare i suoi pazienti; e si tratta infatti di una decisione che ha già scatenato polemiche nel mondo scientifico.

Nino Cartabellotta ha infatti affermato:

Le evidenze confermano che il profilo rischio-beneficio nella Covid-19 è sfavorevole, le linee guida e le autorità sanitarie raccomandano contro il suo utilizzo, il Consiglio di Stato sovverte la scienza.

Nino Cartabellotta

Perfino l’infettivologo Matteo Bassetti è scettico sul punto:

L’evidenza dice che ci sono dieci studi secondo cui l’idrossiclorochina non serve. Se la terapia delle malattie infettive la devono fare i giudici, ci adegueremo ma mi auguro che l’Italia sia ancora un Paese basato sull’evidenza scientifica.

Matteo Bassetti

In conclusione: come sempre cerco di spiegare, la scienza e la politica (o la giurisdizione) sono rette parallele che non vanno mai confuse.

P.T.

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