Chi sono i curdi? In questi giorni, soprattutto a seguito del ritiro delle truppe americane dal teatro siriano e della conseguente invasione turca del nord della Siria, l’opinione pubblica italiana ha finalmente iniziato ad interessarsi delle sorti del popolo curdo.

Ed era ora, mi viene da dire. La questione curda è infatti per molti una problematica recente, che risale al più allo scoppio della guerra civile siriana ed è per lo più legata alle sorti dell’ISIS e della guerra al terrorismo.

E invece, la questione curda è la questione etnica irrisolta più antica della storia, anche se praticamente nessuno lo sa. L’ignoranza e l’indifferenza dell’opinione pubblica italiana sui curdi è tale che addirittura la pagina wikipedia è tutt’oggi vuota, giusto per darvi un’idea.

Mi sembra dunque il caso, visto il rinato interesse verso questo nobile popolo, di provare a comprendere un po’ meglio chi sono i curdi, cosa vogliono e quale sia il loro ruolo sullo scenario geopolitico internazionale.

Chi sono i curdi?

I Curdi sono un’etnia che abita vasto un altopiano, chiamato Kurdistan, che si estende per 190.000 km quadrati lungo cinque Paesi: Turchia, Iraq, Siria, Iran e Armenia. Non si tratta dunque di un nome di fantasia o di un mero sogno nazionalista: il Kurdistan esiste davvero, ha una sua precisa collocazione geografica ed è abitato dall’etnia curda da secoli e secoli.

chi sono i curdi
Il Kurdistan

Tuttavia, le dinamiche geopolitiche hanno reso quell’altopiano un luogo alla mercé degli invasori per millenni, finendo sotto il dominio dei vari imperi che si sono avvicendati nella zona e che hanno impedito, da sempre, la creazione di un’entità politica indipendente che racchiudesse l’intero popolo curdo sotto un’unica bandiera.

Secondo le stime, i curdi che abitano la zona si aggirano tra i 35 e i 45 milioni, ciò che rende quella curda l’etnia più numerosa al mondo a non avere uno Stato sovrano. Curioso, se si pensa a quanto siano state capaci di mobilitare l’opinione pubblica altre questioni simili come quella israelo-palestinese, per la costituzione di uno Stato, quello ebraico, che conta ad oggi appena 8 milioni di persone.

Invece, i curdi non solo sono stati pressoché ignorati per tutta la loro storia, ma sono stati al contrario, un po’ dappertutto, perseguitati e sottoposti a tentativi di sterminio.

Breve storia delle rivendicazioni curde

Con la fine della Prima Guerra Mondiale, la caduta dell’impero ottomano aveva fatto nascere l’esigenza di riscrivere i confini dell’area e il Kurdistan, per ovvie ragioni geografiche, rientrava nel piano. Dopo anni di dominazione, anche i curdi si trovavano così finalmente di fronte alla possibilità di vedersi riconosciuto il loro Stato indipendente.

La Società delle Nazioni propose allo scopo la possibilità di creare, nel territorio curdo in Turchia, una repubblica indipendente curda; proposta inserita nel Trattato di Sèrves del 1920 ma mai realizzata per le chiare resistenze turche che, con la vittoria della guerra di indipendenza (a danno proprio delle potenze occidentali) costrinsero i francesi a scendere di nuovo a patti e a rivedere tutti gli accordi, dovendo rinunciare in toto all’ipotesi di un Kurdistan indipendente.

La causa curda fu poi appoggiata dall’Unione Sovietica, interessata a crearsi un alleato nell’area; già nel 1945, ad esempio, proclamò una repubblica indipendente nel Kurdistan iraniano; ma anche qui, con il ritiro delle forze sovietiche, l’Iran riacquistò il controllo della zona e procedette con la repressione sistematica di qualunque sacca di resistenza curda.

Massicce repressioni, arresti e sequestri di curdi sono avvenuti anche nei vari colpi di Stato in Iraq e in modo altrettanto sistematico sono stati perseguitati e privati dei diritti politici in Siria, ma è sicuramente in Turchia che questa etnia subisce da sempre le vessazioni peggiori e dove, del resto, gli stessi curdi hanno risposto alle persecuzioni con la mano particolarmente pesante.

Proprio per queste ragioni, oggi quello curdo è essenzialmente un popolo di combattenti, che ha imparato a guadagnarsi con le armi, ogni giorno, il suo diritto ad esistere. Ecco perché troviamo non solo uomini, ma anche numerose donne tra le file degli eserciti curdi.

Per i curdi, la guerra è semplicemente una necessità storica.

I curdi e la guerra all’ISIS

Rinchiusi all’interno di confini stranieri e divisi da linee politiche del tutto irrispettose della loro identità nazionale, i curdi hanno continuato a vivere per un intero secolo tra Turchia, Siria, Iraq e Iran senza alcun diritto alla propria autodeterminazione ed anzi sotto la pressoché costante persecuzione da parte dei rispettivi governanti.

Poi, con l’invasione americana dell’Iraq – con conseguente deposizione del Raìs – e poi con lo scoppio della guerra civile siriana, quei confini si sono di fatto sfaldati, le autorità politiche hanno perso giurisdizione e il caos creato dall’ISIS ha totalmente riscritto la geografia dell’area.

Finalmente, dopo secoli di sottomissione, i curdi avevano la possibilità di approfittare di quel caos per difendere i loro diritti e adoperarsi per realizzare i loro propositi. Così, fecero ciò che più erano abituati a fare: combattere.

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Il loro principale nemico, per ovvie ragioni, era l’ISIS, che aveva preso di mira proprio i curdi per realizzare la sua espansione a nord a partire dal 2014. Dopo un primo avanzamento islamico, capace di spingersi fino a Kobane ed Ebril in Iraq e di risospingere i curdi fino al confine con la Turchia in Siria, seguì un prepotente contrattacco curdo su entrambi i fronti, operato dall’YPG e dai Peshmerga. In alcuni casi, come proprio a Kobane, si combatté per settimane casa per casa, provocando numerosissimi morti e feriti.

A supportare l’avanzata curda presto arrivò poi l’aviazione statunitense, che per anni usò proprio gli aeroporti curdi per le operazioni di bombardamento dello Stato Islamico che nel tempo avrebbero fiaccato la resistenza islamica e favorito l’invasione via terra degli stessi eserciti curdi. E in effetti, è in gran parte ai curdi che dobbiamo dire grazie se oggi l’ISIS è pressoché sconfitto.

Sia chiaro: non lo hanno certo fatto per noi, lo hanno fatto per loro stessi.

Del resto, se qui ci siamo lamentati della crudeltà dell’ISIS, che ha fatto in Europa appena 200 morti, dovreste provare a immaginare cosa potessero pensarne i curdi, che a causa dell’ISIS si sono ritrovati intere città rase al suolo, con decine di migliaia di morti tra combattenti e civili, oltre alle migliaia di persone ferite, incarcerate, torturate e violentate dalla furia terrorista.

L’ISIS era nemico curdo molto più di quanto non lo sia stato per l’Europa.

Chi sono i curdi? Un popolo abbandonato a se stesso

Dopo anni di lotte, battaglie, sangue e morti, quando finalmente la questione era pressoché chiusa, con le ultime sacche di resistenza islamiche oramai decimate, l’intera questione medio orientale sembrava avviarsi verso una soluzione e i curdi, per la prima volta nella loro storia, avevano l’occasione di sedersi al tavolo delle trattative dalla parte dei vincitori, come alleati degli USA.

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Quel tavolo che rappresentava lo strumento migliore per la realizzazione del loro più grande sogno: la creazione di uno Stato curdo indipendente. Un interesse che, oltretutto, i curdi si erano meritati sul campo, versando il loro stesso sangue ed acquisendo materialmente il controllo dei territori che vorrebbero costituire in Stato indipendente, e che hanno già dichiarato di voler fare con un referendum tenutosi in Iraq due anni fa.

Ma a quel punto, quando le speranze curde sembravano finalmente potersi realizzare, il loro più fedele alleato, che doveva proprio ai curdi la maggior parte dei risultati raggiunti, ha valutato il fatto che da quello scenario sembrava non esserci più nulla da guadagnare ha pensato bene di abbandonare i curdi al loro destino. Per l’ennesima volta.

I curdi oggi si ritrovano ad essere minacciati e letteralmente invasi da una Turchia di Erdogan che sin dai primi istanti di guerra non aveva visto di buon occhio lo sfaldamento dei confini e il rafforzamento del nazionalismo curdo, e che da tempo pregustava questo momento. E che sta ora approfittando del caos e dell’assenza di autorità stabili in Siria per compiere una vera e propria pulizia etnica. L’ennesima per i curdi.

E così i curdi, dopo aver sconfitto uno Stato terrorista, si ritrovano a doverne combattere un altro, nell’indifferenza dell’intera Comunità Internazionale.

Un popolo che merita il nostro rispetto, e la sua indipendenza

Ecco chi sono i curdi.

Un popolo bistrattato, maltrattato e vessato da tutti lungo l’arco di secoli, che tutti sfruttano quando gli fa comodo e che tutti ignorano quando si tratta di ascoltare la sua voce.

Un popolo che non fa altro che chiedere un diritto sacrosanto, scritto nella Carta dell’ONU: l’autodeterminazione. Ma che nessuno, in sede ONU, ha mai voluto ascoltare.

Un popolo solo contro il mondo, fatto di persone che dal giorno in cui nascono a quello in cui moriranno imparano da subito quale sia la verità: che per difendere il loro diritto di esistere devono combattere, combattere a oltranza, perché nessuno darà mai loro ascolto.

Rispetto per il popolo curdo. Il Kurdistan ha diritto di esistere come Stato indipendente.

P.T.

(La questione curda si inserisce in quel contesto più complesso che è la questione medio orientale che ha dato origine al terrorismo islamico; come tale, ho avuto l’occasione di trattarla anche nel mio libro, da poco pubblicato su Amazon. Per chiunque fosse interessato ad approfondire, lascio qui il link per l’acquisto: https://www.amazon.it/Terrorismo-Islamico-Complotto-Geopolitica-Strategica-ebook/dp/B07Y185TQK/)