Cos’è l’analfabetismo funzionale?

Si tratta di una locuzione coniata dall’UNESCO nel 1984 che definisce

La condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità.

UNESCO, 1984

Si tratta dunque di una forma di analfabetismo che non si limita all’incapacità di leggere e scrivere, ma che concerne l’incapacità di fare un corretto uso di queste doti, rendendo il soggetto incapace di interpretare, comprendere e verificare testi, teorie e notizie in generale.

L’analfabeta funzionale si riconosce pertanto nel suo modo di approcciarsi ai problemi; per mostrarvelo meglio, ho raccolto 8 frasi che contraddistinguono un ragionamento da analfabeta funzionale, così da aiutarvi a riconoscerlo.

#1. A me una volta é successo che…

Sulla terra siamo 7 miliardi di persone, quindi quello che è successo a te costituisce “un settemiliardesimo” delle ipotesi possibili. L’esperienza personale non è una legge universale.

#2. Ho letto su internet che…

Su internet c’è tutto, il contrario di tutto e tutte le sfumature che ci stanno in mezzo; se non hai le competenze specifiche per distinguere ciò che è plausibile da ciò che è inverosimile, quello che hai letto tu non significa assolutamente nulla perché è facile che su internet troverai anche il suo esatto contrario.

#3. Non credo alla versione/teoria ufficiale, dimostrami tu che è valida

Una versione/teoria ufficiale è tale proprio perché gode già del supporto probatorio necessario per essere considerata preferibile a tutte le altre. Pertanto, se non credi alla versione ufficiale spetta a te l’onere di provare sia perché questa sia errata, sia perché la tua sia invece valida. Pretendere l’inversione dell’onere della prova è un atteggiamento profondamente illogico e antiscientifico. Il fatto che tu non comprenda il contenuto di quelle prove non significa che quelle prove non esistano o non siano valide, significa solo che tu non hai gli strumenti e le conoscenze per comprenderle.

#4. Ci guadagnano sopra, quindi sicuramente c’è qualcosa sotto

Se escludete i volontari e gli stagisti, tutte le professioni del mondo sono a scopo di lucro, quindi tutti noi guadagniamo da quello che facciamo. Ciò non ci rende tutti automaticamente parte di un qualche complotto o sotterfugio. 

5#. E allora quella volta che…?

“Quella volta” è diversa da “questa volta”. Se una cosa capita in un’occasione non c’è nessuna legge che stabilisce automaticamente che accada sempre e a tutti. Se un medico vende organi sotto banco, non significa che tutti i medici lo facciano ogni giorno; se un ingegnere sbaglia i calcoli, non significa che tutti gli ingegneri siano incapaci e non sappiano fare il loro lavoro; se un avvocato prende una mazzetta, non significa che tutti gli avvocati siano corrotti o corruttibili. Serve una prova specifica per ogni singolo caso.

#6. Tu hai la tua opinione, io ho diritto di avere la mia

Questo è un principio sacrosanto quando si parla di preferire le bionde o le brune, il mare o la montagna, la Juve o il Milan. Ma quando si parla di argomenti scientifici, la tua opinione non conta assolutamente nulla se non hai competenze e ragioni tecniche che possano dimostrare la validità di quella opinione; o forse pretendi di avere un’opinione anche su come si calcola l’area del triangolo?

#7. Non mi fido della roba chimica, quindi…

La chimica spiega la composizione della materia in generale, di conseguenza tutto ciò che esiste nell’universo è chimico. L’acqua ad esempio è fatta di due atomi di idrogeno e uno di ossigeno, quindi è chimica anche lei. E lo sei anche tu.

#8. Non mi fido dei numeri

I numeri sono probabilmente l’unica cosa di cui ci si può fidare: è infatti possibile corrompere le persone o falsificare dei dati, ma non falsificare i numeri, perché gli addetti ai lavori, che hanno a che fare con quei numeri e quelle statistiche tutti i giorni, non potrebbero non accorgersi che sono errati o falsati. inoltre i dati numerici sono spesso frutto di una serie di incroci di dati e documenti, pertanto se fossero sbagliati troppe cose non tornerebbero. Dubitare di una statistica o di un dato numerico in generale equivale quindi a dubitare che 1+1 faccia 2.


Se il vostro ragionamento per dimostrare un assunto o una teoria si basa su uno o più di questi presupposti, sappiate che il vostro ragionamento è stupido, illogico e antiscientifico, quindi evitate di renderlo pubblico.
Ne va della vostra reputazione.

P.T.