Tutti almeno una volta nella vita hanno sentito parlare della teoria per cui l’uomo utilizza solo il 10% delle sue capacità cerebrali, tanto che questo argomento è stato molto usato dai trainer motivazionali, da autori di libri ed è anche stato al centro di alcuni film di Hollywood, come “Lucy” o “Limitless”.

In realtà, si tratta di una credenza, una leggenda metropolitana piuttosto risalente che a forza di essere ripetuta e diffusa ha finito per diventare vera.Tuttavia, una simile teoria non solo non ha alcuna evidenza scientifica, ma anzi la scienza ha prove che la smentiscono e sarebbe anche piuttosto insensata dal punto di vista evolutivo.

Tutto è partito da una dichiarazione di William James, uno psicologo americano che in un suo libro del 1908 affermò che “stiamo facendo uso di solo una piccola parte delle nostre possibili risorse mentali e fisiche” e da allora molti hanno rielaborato in mille modi questa affermazione finendo per creare questa fantomatica teoria. Del resto, questo falso mito potrebbe anche derivare da una incomprensione: in effetti, il 90% delle nostre cellule cerebrali sono dette gliali e si occupano di nutrire, sostenere e proteggere i neuroni, non intervenendo dunque nella creazione dei processi cognitivi. Ma proprio per questo tali cellule non potrebbero comunque “trasformarsi” in neuroni e dunque non ci sarebbe modo di aumentare la nostra capacità intellettiva.

Inoltre, è la stessa legge dell’evoluzione a smentire tale assunto: la natura tende infatti ad eliminare ciò che un organismo non usa (si pensi alla coda per gli umani) perché ogni organo inutilizzato costituisce una zavorra capace di ostacolare la sopravvivenza, costituendo un punto debole come tale aggredibile dai predatori o che si potrebbe infettare, creandoci problemi non necessari visto che si parla di organi inutili.

Peraltro, se effettivamente alcune zone (anzi ben il 90% di esse!) del cervello fossero “inutili”, molte delle persone che subiscono danni cerebrali non dovrebbero avere alcuna conseguenza a livello cognitivo, ma come ben potete intuire così non è.

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Anzi, nell’era odierna abbiamo la strumentazione tecnologica necessaria per verificare le zone del cervello ed osservarne l’attività, e ad oggi non risulta che esista alcuna area del cervello che non abbia una sua specifica funzione o sia “inattiva”.

Insomma: l’utilizzo del 10% del cervello è una mera leggenda metropolitana che si è diffusa grazie all’appeal che è stata capace di suscitare negli utenti e che ha dato largo spazio alla  fantasia di giornalisti, scrittori e registi che con la scusa hanno incassato qualche soldo in più.

P.T.