Il mondo è rimasto totalmente senza parole a seguito delle sconvolgenti dichiarazioni di Trump di ieri, nel comizio tenutosi a Lexington, nel Kentuky.

Nel pieno del post elezioni e delle polemiche da lui stesso sollevate sulla validità del conteggio dei voti, il Presidente uscente sembra aver finalmente tirato giù la maschera con una confessione che sta letteralmente sconvolgendo tutto il mondo.

Nel discorso pubblico in questione – qui la versione integrale – Donald Trump ha ufficialmente ammesso che tutta la sua campagna politica, compresi i 4 anni di presidenza, sono stati un mero esperimento.

Secondo le sconvolgenti dichiarazioni di Trump, la scelta di candidarsi per la prima volta alle presidenziali americane è stata dettata da un accordo con la Commissione Federale delle Comunicazioni che, preoccupata per la deriva scatenata dall’avvento dei social e del dilagare della disinformazione, ha voluto ideare un vero e proprio esperimento sociale per verificare fino a che punto una campagna disinformativa ben collaudata, sfruttando appunto i social, potesse spingersi, e che risultati potesse ottenere.

Si sente dalle stesse parole di Trump che

La Commissione era allarmata dai rischi che la totale assenza di controllo sulla diffusione di informazioni nel web, e in particolare sui social, poteva scatenare nei confronti della tenuta della democrazia americana. Per questo, al fine di verificare cosa sarebbe potuto accadere se al potere fosse salita una organizzazione capace di monopolizzare i social e quindi condizionare profondamente l’opinione pubblica americana, così da preventivare delle contromisure, ha deciso di anticipare i tempi per farsi trovare eventualmente preparata. Così mi hanno contattato: ero un personaggio pubblico molto famoso, stimato, simbolo del “sogno americano”. Cosa sarebbe successo se mi fossi candidato alla presidenza, sfruttando i miei canali social per condizionare l’opinione pubblica a mio piacimento?

Si trattava di un esperimento rischioso ed estremamente critico, confessa l’ormai ex Presidente americano:

Ma si trattava del futuro del mio grande Paese e della democrazia in cui credo, che mi ha permesso di essere quello che sono. Se questo esperimento andava fatto, tanto valeva che fossi io a prendermi questa responsabilità.

Trump ha poi chiesto scusa a tutti i suoi seguaci se ora si sentono presi in giro, ma

La democrazia americana viene prima di qualunque altra cosa. E questo, in fondo, dovrebbe essere il pensiero di qualunque vero presidente americano.

Trump entra poi nel dettaglio, raccontando della strategia messa in campo per provare a vincere le elezioni. Si sarebbe tentato di utilizzare per la campagna elettorale unicamente i canali social, per verificare quanto effettivamente fossero efficaci per manipolare le coscienze anche su un tema così delicato e importante come le elezioni presidenziali.

Mi è stato chiesto di mentire, e di farlo in modo esagerato. Dovevo fare promesse irrealizzabili, formulare accuse senza senso, sostenere teorie senza uno straccio di prova. Confesso che inizialmente mi era sembrata una stupidaggine, ero convinto che sarei stato immediatamente scoperto e che l’esperimento sarebbe stato un flop clamoroso. E così ho esagerato, sparandole più grosse che potevo. Confesso che inizialmente lo trovai divertente, anche se temevo le reazioni una volta che, perse le elezioni, avessi dovuto confessare la verità. E invece, alla fine ho vinto.

Una volta salito alla presidenza, l’esperimento della FCC è potuto passare alla seconda fase: governare sulla base di menzogne e fake news, negando costantemente l’evidenza ed elaborando soluzioni e proposte senza senso, ma sostenendo quelle idee con una massiccia campagna social, per verificare fino a che punto sarebbe stato possibile manipolare la realtà. Lo scopo finale, secondo il Protocollo della FCC ormai reso pubblico, era verificare se, alla scadenza del mandato più assurdo della storia americana, sarebbe stato possibile venire rieletti.

sconvolgenti dichiarazioni di Trump

E’ così iniziata la presidenza, fondata su dichiarazioni via Twitter finalizzate unicamente a creare una totale distorsione della realtà, per poi valutare le reazioni dell’opinione pubblica.

Gli analisti erano sconvolti dai risultati, e lo ero anche io.

Ogni singola falsità che veniva diffusa – spiega Trump – veniva presa per vera da un enorme numero di cittadini. E’ stato allora che si è deciso di spingersi oltre ogni limite; come la scelta di ‘appoggiare la teoria complottista Qanon.

La prima volta che ho letto di cosa trattasse la teoria di Qanon, sono rimasto basito. C’era davvero gente che pensava quelle cose, e che fosse convinta che io fossi il “prescelto” per fermare quella cospirazione? Lì ho capito che gli USA avevano un problema reale. Decidere di appoggiare espressamente quel movimento era troppo, mi rifiutai categoricamente. Ma la Commissione mi convinse quanto meno a provare a strizzare l’occhio, anche senza una presa di posizione ufficiale. Ma anche così la gente ci ha creduto davvero; io non riuscivo a capacitarmene.

Poi – spiega sempre l’ex Presidente americano – è arrivato il Covid. Alla Commissione sembrò subito l’occasione migliore per testare la capacità dei social di alterare la realtà. Ancora una volta, i risultati dimostrarono un cieco attaccamento a qualunque teoria elaborata dal Presidente, anche la più irreale e insensata.

E dire che degli indizi, in questi anni, Trump dice di averli lasciati, per far capire ai suoi sostenitori che fosse tutta una farsa. In effetti, quando Trump si è ammalato di Covid, dopo aver sostenuto sui social l’efficacia dell’idrossiclorochina in assenza di qualunque evidenza sulla sua efficacia, è stato curato con i monoclonali.

La Commissione temeva che a quel punto qualcuno iniziasse a dubitare, eppure non è successo assolutamente niente.

Ma non solo. Lo stesso Trump, in un momento di grande sconforto, ha pubblicato un Twit dal significato oscuro: il famoso twit “covfefe“. Come spiega Trump,

Quello era un acronimo in cui confessavo l’esistenza di questo esperimento, nella speranza che almeno qualcuno capisse. Covfefe significava infatti “Covert Operation to Vacate Facts and Evidence From Epidemic”.

Il twit, come tutti ricordano, è però poi stato cancellato, su pressione della stessa Commissione, per il rischio che potesse far saltare l’intero esperimento; ma anche in quel caso, nessuno si era accorto di nulla.

L’intera presidenza è così proseguita sulla base di menzogne, accuse false, affermazioni prive di fondamento e riscontri. Ma i cittadini continuavano ad appoggiare il Presidente, e le nuove elezioni si avvicinavano.

Siamo arrivati al punto da temere seriamente che sarei stato riconfermato. Avevamo addirittura già elaborato un eventuale piano per rinunciare al secondo mandato, raccontando la verità. Anche se questo non aveva precedenti nella storia americana.

Ma alla fine, le elezioni hanno favorito Joe Biden.

Lo ammetto: abbiamo tirato un sospiro di sollievo quando finalmente i dati davano Biden vincitore. Era confortato dal fatto che, nonostante i pessimi risultati dell’esperimento sociale, comunque almeno la maggioranza degli americani fosse riuscita a mettersi una mano sulla coscienza.

Ma a quel punto, la Commissione, ormai tranquillizzata dall’esito delle elezioni, ha deciso di provare l’ultimo atto: negare anche la validità del voto. Trump ha così continuato a twittare che le elezioni fossero una farsa, che in realtà il vincitore fosse lui. Anche questa volta, le reazioni del pubblico hanno confermato le ipotesi dell’esperimento.

C’è ancora oggi gente in America convinta che le elezioni in realtà le abbia vinte io. Negano l’evidenza, questo è davvero preoccupante.

Commenta Trump nel comizio.

Ora però l’esperimento è concluso e posso finalmente togliermi questa scomoda maschera.

Conclude Trump in questa sua spettacolare confessione, prima di fare i suoi più cari auguri a Joe Biden per la futura presidenza, invitandolo a tenere in gran conto i rischi derivati dalla manipolazione che i social network possono creare e che lui si è sacrificato per mostrare.

Le sconvolgenti dichiarazioni di Trump stanno già facendo discutere tutto il mondo, e c’è già chi minaccia cause legali per tutti i danni causati da questo esperimento sociale che alcuni hanno già definito “peggiore degli esperimenti nazisti“.

Cosa succederà adesso? Solo il tempo potrà dircelo. Per ora, possiamo solo constatare che le sconvolgenti dichiarazioni di Trump scateneranno una polemica e un dibattito mondiale che avrà pochi precedenti nella storia, ma capaci anche di aprire finalmente un serio dibattito sui rischi della disinformazione.

P.T.