In queste ultime settimane si sta tornando a parlare del fenomeno immigrazione; in particolare, al centro del dibattito c’è la questione dei migranti in Polonia. Cosa sta succedendo esattamente?
Il Paese polacco sta subendo un forte incremento dei fenomeni migratori proveniente dalla Bielorussia. L’aumento degli ingressi ha raggiunto negli ultimi giorni i 2.000 casi, un numero basso per come siamo abituati noi in Italia ma molto alto per la media precedente del Paese polacco.
La situazione, a detta del governo polacco, è tanto critica che sono stati schierati migliaia di soldati al confine e si sta pensando di ergere un muro di 500 km tra la Polonia e la Bielorussia. L’intera questione è ben spiegata da Shy in questo video del suo canale “Breaking Italy“, e in questa sede anche io volevo fare alcune considerazioni.
Il problema sembra essere che la Bielorussia stia sfruttando la questione migranti come vera e propria arma politica per premere sull’Unione Europea, che ha già punito il Governo di Lukashenko con numerose sanzioni in questi anni. Infatti, pare proprio che il Governo bielorusso abbia organizzato una vera e propria struttura che si occupa di prelevare i migranti del Medio Oriente e trasportarli in aereo fino a Minsk, da dove vengono poi letteralmente scortati fino al confine con la Polonia per poi essere abbandonati lì.
Dall’altra parte, il governo polacco, di estrema destra, fa buon viso a cattivo gioco, sfruttando la strategia Bielorussa per passare da vittima della situazione, ingigantire il problema (come si vede dal grafico, il numero di arrivi nell’est è comunque imparagonabile a quello che abbiamo sulle nostre coste) e ottenere così vantaggi elettorali sull’opposizione, dato anche il recente calo dei consensi. Mostrando una linea dura contro un problema ingigantito e molto sensibile per la popolazione, il Governo polacco cerca cioè di recuperare la sua reputazione agli occhi degli elettori.
Insomma: anche questa volta, i migranti in Polonia costituiscono un problema meramente politico. I migranti, ai quali non si interessa nessuno, né il governo bielorusso né quello polacco, vengono cioè usati come mere pedine per strategie politiche interne e internazionali.
Il ruolo dell’UE sull’immigrazione
E di fronte a tutto questo, la risposta dell’Unione Europea resta frammentaria e insoddisfacente. Il motivo è la sostanziale non uniformità di posizioni tra i Paesi membri, letteralmente spaccati in due sulla questione tra i Paesi confinanti (tra cui il nostro) che stanno subendo tutte le conseguenze del problema migratorio, e i Paesi lontani dai confini “caldi” (come i Paesi del centro-nord Europa) per i quali il problema è lontano e quindi non intervenire per cambiare le cose costituisce un vantaggio, dato che attualmente del problema se ne fanno carico solo gli altri.
Una non uniformità che ha portato ad una regolamentazione del problema fortemente discriminatoria per gli Stati interessati ai fenomeni migratori e del tutto inefficiente nel gestire il problema, confluita nei celebri accordi di Dublino, che di fatto addossano il problema solo sui Paesi mediterranei e quelli dell’est europeo. Per ogni approfondimento sulla questione, vi lascio questo articolo, scritto due anni fa, che spiega nel dettaglio la natura del problema.
Una situazione difficile, che ancora oggi resta la stessa e che non vede al momento serie possibilità di essere cambiata. E in questa inefficienza, molte parti politiche, di tutti i Paesi europei, ci sguazzano nel tentativo di sfruttare un problema umanitario in un’opportunità politica ed elettorale, come sta accadendo oggi in Polonia.
Di conseguenza, la storia dei migranti in Polonia non è una novità, né sarà l’ultima volta che avremmo a che fare con situazioni simili.
P.T.