Breve viaggio logico all’interno del metodo scientifico

Realismo e antirealismo (I di II)

«Uno dei doni più grandi che la scienza ha fatto al mondo è la continua eliminazione del soprannaturale»

James Dewey Watson

La scienza, nonostante rappresenti inevitabilmente una conoscenza “approssimativa”, parziale e fallibile, ci fornisce un’immagine estremamente dettagliata ed unificata della realtà, descrivendo la “natura ultima delle cose” anche e soprattutto mediante l’ausilio di entità cosiddette “inosservabili” (ossia non direttamente percepibili dai sensi, si pensi ad esempio ad elettroni, protoni, quark, ecc.).

Tipologie di realismo

Realismo diretto

Inoltre, la descrizione della realtà mediante la scienza ci insegna che essa, così comunemente intesa (senso comune), è sostanzialmente illusoria o, nella migliore delle ipotesi, il mondo non è come viene da noi percepito. Sorge però una questione scientificamente e filosoficamente molto rilevante: le entità inosservabili esistono davvero? Sappiamo che, in via del tutto preliminare, la nostra conoscenza del mondo deriva dai sensi, ossia dalle nostre percezioni; partendo da tale presupposto esiste una concezione del mondo detta realismo diretto, secondo la quale gli oggetti esterni esistono indipendentemente dalla mente e possiamo percepirli direttamente tramite i nostri sensi.

Realismo causale

In alternativa, si potrebbe argomentare, abbracciando l’ideismo (come facevano alcuni empiristi), che ciò che noi percepiamo non sono gli oggetti esterni in sé, bensì le rappresentazioni degli oggetti nella nostra mente. In opposizione al realismo diretto abbiamo il realismo causale, secondo il quale gli oggetti esterni esistono indipendentemente dalla nostra mente, e vengono percepiti indirettamente dai nostri sensi. In ogni caso, per poter descrivere gli “oggetti del mondo” è necessario l’utilizzo di un linguaggio; pertanto si può ritenere che il linguaggio in generale, e quello scientifico in particolare, si riferisca ad un mondo indipendente dalla mente, appoggiando così un realismo metafisico.

Ad esempio, il pc davanti a noi presenta determinate caratteristiche quali peso, colore, forma, ecc. ed esiste indipendentemente dalla mente; ciò significa che anche se non ci fossero esseri umani a percepirlo esso continuerebbe ad esistere. Sostenere che esiste una realtà oggettiva indipendente dal soggetto atto a conoscerla non equivale però ad affermare che possiamo conoscerla in maniera assoluta – anche perché non è possibile asserire, oltre ogni ragionevole dubbio, di possedere un criterio affidabile per stabilire se l’esistenza di una realtà assoluta completamente esterna al pensiero sia adeguata all’immagine mentale che ne abbiamo – ma solo in termini di realtà oggettiva che è funzionale ad un determinato livello di indagine.

Tutto ciò sempre ammettendo che la realtà sia una sola, nel senso che non vi siano vari “livelli di realtà”, ovvero vari tipi di rappresentazioni della stessa, ciascuna delle quali con un diverso statuto ontologico; una realtà in cui ogni livello viene conosciuto mediante differenti forme di conoscenza scientifica (la realtà della fisica è diversa da quella della matematica, che sono diverse da quelle della chimica e così via).

Realismo ingenuo e realismo sofisticato

Il realismo scientifico sostiene che l’idea secondo la quale gli “oggetti del mondo” esistono indipendentemente dalla nostra mente sia vero anche per entità inosservabili, ed anch’esse fanno parte di un “mondo” indipendente da quello della mente. Presupporre l’esistenza di una realtà esterna che viene studiata da un osservatore indipendente da essa costituisce quello che viene chiamato “realismo ingenuo”, che ormai risulta essere totalmente superato.

Una sua evoluzione è rappresentata da un “realismo sofisticato”, il quale ritiene che il pensiero sia reale, che è in grado di cogliere una realtà che non può essere diversa da come il pensiero lo conosce anche se, ovviamente, il reale non può essere ridotto unicamente al pensiero né può essere causato da questo. Più dettagliatamente, è possibile appoggiare un realismo scientifico sulle teorie, ossia ritenere che le teorie e le leggi scientifiche descrivano la realtà, oppure sostenere un realismo sulle entità, cioè ritenere che le entità descritte dalla scienza esistono.

Realismo e teorie scientifiche

È ovvio che chi è realista in merito alle teorie lo è anche in merito alle entità, poiché se le teorie e le leggi descrivono la realtà, allora gli oggetti di cui parlano esistono; non è vero però il contrario, ossia si può essere realisti sulle entità affermando che esse esistono, e antirealisti sulle teorie ritenendo che siano solo convenzioni e strumenti utilizzati per spiegare il “funzionamento” di tali entità”. È interessante notare che non è detto che il realismo coincida con il materialismo; ad esempio, un realista materialista sostiene che non esiste nessuna differenza tra l’intera realtà in tutte le sue forme e l’esperienza che di essa ne facciamo, mentre secondo il realista non materialista tale esperienza costituisce sono una parte della realtà, ne consegue che esiste un livello di realtà non empirico.

Λόγος