Ancora una volta, bisogna parlare di un articolo, diffuso a fine 2021, che cita uno studio scientifico “clamoroso” che dimostrerebbe che i non vaccinati vanno verso l’immunità di gregge, mentre i vaccinati vanno incontro ad un aumento delle infezioni. Ancora una volta, l’articolo che riporta le conclusioni dello studio – qui il link – quello studio non l’ha mai letto o, pur avendolo letto, non ci ha capito nulla.

E lo dimostra il fatto che, al di là del modo in cui le deduzioni dello studio sono state totalmente travisate, l’articolo in questione faccia affermazioni senza alcun senso. Ma analizziamo meglio la questione.

“Solo i Non Vaccinati vanno verso l’immunità di gregge” non ha alcun senso!

Per cominciare, partiamo dalla fine. Prima ancora di andare a verificare la corrispondenza tra quanto affermato nello studio e quanto riportato nell’articolo, i primi dubbi mi sono venuti leggendo le conclusioni, secondo le quali i non vaccinati vanno verso l’immunità di gregge mentre i vaccinati no. Questa affermazione non ha alcun senso.

L’immunità di gregge – come avevo già ampiamente spiegato qui – non è altro che una percentuale di immunizzati per una determinata malattia tale da fermare crescita esponenziale dell’epidemia all’interno della comunità di riferimento e quindi far tornare la curva epidemica a scendere. Come tale, essa si applica all’intera comunità di riferimento e non a singole categorie. L’immunità di gregge o si raggiunge in tutta la comunità o non si raggiunge, non è che i non vaccinati escono dall’epidemia mentre i vaccinati no, se entrambi vivono nello stesso territorio. Questa affermazione non significa niente!

Se i non vaccinati vivono insieme ai vaccinati, se il virus circola può continuare a contagiare chiunque, quindi se la curva epidemica continua a crescere, continua a crescere per tutti.

Dato che le conclusioni dell’articolo mi sono apparse dunque piuttosto sconclusionate, sono andato a verificare meglio.

Cosa dice il Report dell’UKHSA

Tanto per cominciare, l’articolo fa esplicito riferimento alla raccolta dei dati dell’Agenzia per la Sicurezza Sanitaria del Regno Unito (UKHSA) che, così come l’ISS, stila periodicamente dei report sull’andamento dell’epidemia. Tuttavia, l’articolo si guarda bene dal linkare il report e non ci dice neppure quale esso dovrebbe essere, visto che ne escono uno a settimana. Dato che la data della notizia è il 14 novembre, andando sul sito dell’UKHSA si nota che l’ultimo Report stilato prima di quella data è quello dell’11 novembre 2021. Quindi devo desumere che si riferisca a quest’ultimo.

Lo trovate a questo link.

In primo luogo, l’articolo in questione riferisce che, dai dati emersi dall’ultimo Report, l’incidenza dei contagi tra i vaccinati stia crescendo, mentre quella tra i vaccinati stia scemando. A quanto indica l’articolo, non si tratterebbe di semplice “paradosso di Simpson“, in quanto il Report non farebbe riferimento ai numeri assoluti ma all’incidenza percentuale; per dimostrarlo, l’articolo riporta peraltro una serie di grafici dai quali emergerebbe questo dato.

Peccato che tali grafici, che sembrano misurare la differente incidenza dei contagi per 100 mila abitanti tra vaccinati e non, nel report non ci siano da nessuna parte. Insomma, se li è inventati l’autore dell’articolo…

Al contrario, i grafici “veri” di quel report, come potete verificare al link, hanno cura di specificare nelle note tutta una serie di elementi che spiegano come la realtà sia l’esatto contrario di quanto dedotto dall’articolo che stiamo verificando. E si precisa che si tratta di specificazioni fornite dallo stesso istituto che ha redatto lo studio e raccolto i dati, e che l’autore dell’articolo sull’immunità di gregge ha totalmente ignorato. Noi, invece, non lo faremo.

Tanto per cominciare, sotto il grafico che indica l’incidenza dei casi nei vaccinati e nei non vaccinati, compare una nota che specifica:

“Comparing case rates among vaccinated and unvaccinated populations should not be used to estimate vaccine effectiveness against COVID-19 infection”

Cioè, l’UKHSA dice di non fare ciò che l’autore dell’articolo ha fatto, cioè usare i dati per fare dei paragoni; subito dopo, è specificato anche il perché:

The case rates in the vaccinated and unvaccinated populations are unadjusted crude rates that do not take into account underlying statistical biases in the data and there are likely to be systematic differences between these 2 population groups. For example:

• people who are fully vaccinated may be more health conscious and therefore more likely to get tested for COVID-19 and so more likely to be identified as a case (based on the data provided by the NHS Test and Trace)

• many of those who were at the head of the queue for vaccination are those at higher risk from COVID-19 due to their age, their occupation, their family circumstances or because of underlying health issues

• people who are fully vaccinated and people who are unvaccinated may behave differently, particularly with regard to social interactions and therefore may have differing levels of exposure to COVID-19

• people who have never been vaccinated are more likely to have caught COVID-19 in the weeks or months before the period of the cases covered in the report. This gives them some natural immunity to the virus for a few months which may have contributed to a lower case rate in the past few weeks

Insomma, l’UKHSA segnala di non utilizzare i dati per paragonare i casi tra vaccinati e non, in quanto i due gruppi presentano una serie di differenze specifiche quali una maggiore attenzione alla salute da parte dei vaccinati, che quindi fa più tamponi, il fatto che la maggioranza dei vaccinati è persona a rischio, quindi è a prescindere più suscettibile al contagio, la circostanza che i non vaccinati potrebbero aver fatto il covid in passato senza saperlo, e quindi in realtà essersi immunizzati naturalmente.

E a queste, aggiungerei io, anche la circostanza che la tabella non specifica quando i vaccinati avrebbero ricevuto le dosi: se si trattasse di vaccinati da più di 6 mesi, potrebbero aver perso l’immunizzazione e quindi sarebbero in realtà da considerarsi alla stregua dei non vaccinati. E non a caso, come si vede dalla tabella 4, l’incidenza dei casi tra i vaccinati è estremamente più alta nelle fasce over 60, ossia quelli che in UK si sono vaccinati per primi.

Conclusioni: i non vaccinati vanno verso l’immunità di gregge?

Insomma: l’articolo in oggetto prende i dati di un istituto che specifica espressamente di non usarli per fare paragoni tra l’incidenza dei casi tra vaccinati e non (specificandone espressamente le ragioni), per calcolare l’incidenza dei casi tra vaccinati e non. Oltre a questo – e anzi proprio per questo – giunge a una conclusione totalmente assurda e antiscientifica, ossia che i non vaccinati vanno verso l’immunità di gregge; affermazione che, come ho già spiegato più sopra, non ha alcun significato.

P.T.

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