…Se siete arrivati qui, è perché avete cliccato per accedere alla seconda pagina di questo articolo, segno che la mia ricostruzione non vi aveva convinto o che avete voluto approfondire e verificare ulteriormente.

Bravi!

L’articolo che avete appena letto era un esperimento. La ricostruzione che ho proposto è totalmente frutto della mia fantasia. Nulla di ciò che ho affermato è vero né trova alcun riscontro obiettivo nella realtà.

Quello che ho fatto è stato seguire il metodo complottista, creando ad arte una teoria forzando e selezionando accuratamente i fatti e le prove, riadattandole alla teoria che volevo dimostrare.

E’ stato facile: è bastato partire da un concetto base – ambientalisti-coronavirus-complotto -, costruire una teoria coerente e plausibile e solo dopo andare alla ricerca di dati, notizie e accadimenti che potessero essere adattati alla mia ricostruzione, anche forzandoli all’inverosimile o ponendo l’accento solo sugli aspetti favorevoli alla teoria, ignorando tutti gli altri. Spesso ho anche inventato correlazioni inesistenti – come la collaborazione tra Tuttle e WWF o il coinvolgimento di Greta nelle proteste di Wuhan – che se notate ho dato per scontate ma in nessuna delle fonti citate risulta davvero. Me le sono inventate di sana pianta per far quadrare la teoria.

Gli obiettivi dell’esperimento erano 2:

  • illustrare con un esempio quanto sia semplice costruire una teoria del complotto del tutto inventata, cercando notizie a caso che possano confermare la mia ricostruzione e inventando bellamente correlazioni e situazioni prive di riscontro, al fine di mettere insieme i pezzi in modo da creare una “storia coerente” che possa sembrare plausibile, meglio ancora se su un argomento che suscita interesse ed emotività nell’opinione pubblica e se può stimolare il bias di conferma di chi avrebbe la tendenza già di suo a credere a una teoria simile (in questo caso i negazionisti del global warming e i soliti no vax, ad esempio).
  • verificare in quanti possiedono le capacità critiche per capire che la teoria è una panzana costruita ad arte, che le fonti indicate non dimostrano nulla e che anzi le stesse sono palesemente state forzate e riadattate per confermare la teoria, usandole in modo disonesto; e quanti invece, offuscati dai bias cognitivi e dallo scarso senso critico, hanno subito preso per vera la teoria, magari solo perché confermava i suoi pregiudizi e schemi acquisiti, usandola subito come “prova che avevano ragione“, condividendola ossessivamente sui social e parlandone con tutti come di una verità assoluta solo per poter loro dire “sveglia!!!” e sentirsi più intelligenti degli altri.

Le tracce

Chiaramente, c’è il concreto rischio che molti complottisti possano prendere la mia teoria per vera senza essere arrivati sin qui, diffonderla e addirittura usarmi come fonte. So anche bene che una mia eventuale smentita successiva potrebbe essere presa dai complottisti come una chiara “ritrattazione” dovuta alle minacce dei poteri forti per chiudermi la bocca.

Ecco perché ho pensato di inserire sin da subito non solo la “smentita ufficiale” in questa seconda pagina ma – proprio perché molti di loro a questa pagina neppure arriveranno – di lasciare anche alcuni “messaggi subliminali” che chiariscano che si tratti un esperimento già all’interno dell’articolo stesso, dimostrandone la falsità sin dal principio.

Eccoveli spiegati.

In primo luogo, l’articolo riporta una citazione all’inizio, che sicuramente avrete trovato dal significato oscuro e poco pertinente. Il motivo è che non è una citazione, ma un codice.

La frase dice infatti “Per 12 volte, l’inizio di ogni verso ci dirà la verità“; cosa significa? Lo spiega l’autore della citazione, tale “Hoce S. Trebus” che non è un personaggio ma nasconde la frase latina: “Hoc Est Rebus“, ossia “questo è un rebus“; in seguito, riporta tre numeri che altro non sono che la lunghezza delle tre parole del rebus stesso (1, 3 e 8).

La frase della citazione ci sta cioè dicendo di guardare per 12 volte l’inizio di ogni verso per costruire le tre parole del rebus. Se prendete la prima lettera dei primi 12 capoversi dell’articolo (quelle che ho scritto grassetto, per fugare ogni dubbio), e le dividete in base alle indicazioni del rebus, quello che ottenete è la frase “E’-una-fesseria“.

Al fondo, invece, ho semplicemente firmato l’articolo con l’insolito acronimo “N.è.V.“, che significa semplicemente “Non è Vero“.

Infine, tra le fonti al fondo dell’articolo ho messo anche il link del mio post di Facebook dove avevo già segnalato di essermi inventato tutto (basta leggerlo fino al fondo).

Insomma: non mi resta che attendere la diffusione della teoria per potermi sentire tirato in ballo dai complottisti e mostrare a tutti loro quanto appena mostrato a voi, costringendoli a rendersi conto che credono a qualunque stupidaggine leggano su internet solo perché conferma i loro schemi.

Che far loro fare questa figura barbina sia finalmente il modo giusto per convincerli a ragionare di più, prima di condividere qualunque cosa?

Vedremo. Nel frattempo, grazie per aver letto fino alla fine.

P.T.