Premessa

La questione israelo-palestinese è forse il tema più annoso che esista nella storia geopolitica dell’uomo, e questo sia per la complessità intrinseca di una situazione che perdura ormai da un secolo, sia per l’enorme dietrologia che gli è stata costruita intorno, che ha finito per traviarne la comprensione soprattutto tra i non addetti ai lavori.

Per tali ragioni, il racconto che verrà fatto in queste pagine necessita di alcune premesse e accorgimenti iniziali.

Le criticità della questione israelo-palestinese

Raccontare la storia della questione israelo-palestinese equivale ad avventurarsi in un pericoloso campo minato per via delle numerose forze internazionali coinvolte, per il gran numero di avvicendamenti che l’hanno caratterizzata e le infinite reinterpretazioni che sono state date ai vari avvenimenti che l’hanno caratterizzata, spesso partigiane (sia da un estremo che dall’altro) e ancor più spesso frutto di grande disinformazione sul tema.

Inoltre, essa si inserisce all’interno di un contesto più vasto e se possibile ancor più complesso: quello del Medio-Oriente, il luogo geopoliticamente più caldo del pianeta.

Ho già avuto modo di affrontare nel mio saggio “Terrorismo Islamico: storia di un complotto europeo” l’intera questione dell’endemica instabilità del Medio-Oriente degli ultimi 100 anni, provando ad illustrarne le ragioni storiche e geopolitiche. Una situazione estremamente intricata e complessa di per sé, che la storia dello Stato di Israele non ha fatto che aggravare ulteriormente; per questo, la questione israelo-palestinese è di fatto una questione complessa che si inserisce in uno scenario ancor più complesso.

Questo significa che, da un lato, la questione palestinese è inevitabilmente influenzata dalle vicende del contesto medio orientale e dalle sue dinamiche geopolitiche, mentre dall’altro la stessa questione palestinese ha contribuito ad influenzare e complicare quello scenario. Ed è un fattore che va tenuto in debito conto.

questione israelo-palestinese

Un altro punto da considerare è che sia la questione israelo-palestinese che quella medio-orientale hanno suscitato da sempre non solo un interesse storico, ma anche un inevitabile “coinvolgimento emotivo” che ha finito per creare – sia tra gli addetti ai lavori che nella gente comune – due schieramenti ben definiti: pro e contro Israele. Questa circostanza ha finito, spesso, per alterare la narrazione dei fatti, spingendo tutti, da una parte all’altra della staccionata, a fornire una ricostruzione interessata e partigiana degli avvenimenti, al fine di avvalorare la propria posizione.

Per questi motivi, raccontarla in modo chiaro, semplice e soprattutto obiettivo è molto meno semplice di quanto si possa pensare.

Lo scopo della rubrica

Consapevole di queste criticità, il modo con cui cercherò di farlo sarà quindi fornire un resoconto distaccato e inevitabilmente riassuntivo, che sappia però toccare tutti gli aspetti e gli avvenimenti che più hanno inciso sulla questione, cercando di fornirvi gli argomenti geopolitici per interpretarli nel modo corretto e tenendo conto della vastità e complessità del problema.

Perché, è bene ricordarlo sin da subito, la questione israelo-palestinese è, prima ancora che una questione nazionalista, etnica, razziale o umanitaria, una questione geopolitica, che chiama in causa gli interessi strategici delle grandi potenze ben prima di quelli dei civili coinvolti. Ed è sulla base di questo presupposto che devono essere analizzati gli avvenimenti, le scelte delle parti e la mancata soluzione dei principali nodi che la caratterizzano.

Per raccontare i fatti sotto la giusta luce, mi rifarò alla dottrina geopolitica più autorevole, non mancando di guardare alla posizione di entrambi gli schieramenti ma selezionando solo gli argomenti – anche delle fonti più partigiane – che sono riuscito a contro-verificare documentalmente, per lasciare meno spazio possibile alle dietrologie e ai complottismi privi di riscontro. Così facendo, avrò anche modo di sfatare alcuni miti e convinzioni molto radicati nell’opinione pubblica occidentale, frutto di questa alterazione dei fatti e del travisamento della narrazione che i nostri media hanno sovente fatto su di essi, e che altrettanto spesso hanno finito per far male interpretare alcuni aspetti della questione.

Cercherò poi di fare il tutto esponendo i fatti in rigoroso ordine cronologico e nel modo più semplice possibile, per rendere questo approfondimento fruibile anche – anzi, soprattutto – a chi non è esperto in materia ma è comunque interessato a capire meglio cosa ci sia di vero in tutta la storia e riuscire così ad inquadrare almeno in generale le reali criticità della questione israelo-palestinese.

Diverse questioni, quindi, saranno affrontate solo per quanto serve a comprendere il filo logico, storico e geopolitico della narrazione, pur sapendo che una esposizione più completa necessiterebbe di ulteriori dettagli che qui non c’è tempo di affrontare. In ogni caso, troverete al fondo tutta la bibliografia che ho utilizzato per scrivere questo componimento ed altre letture consigliate, per chiunque volesse approfondire.

Vi chiedo dunque di tollerare alcune semplificazioni e di apprezzare invece lo sforzo di rendere intellegibile una narrazione estremamente complessa, sperando di essere riuscito a fornire una ricostruzione coerente e completa che possa permettervi, finalmente, di afferrare gli elementi essenziali della vicenda e poter davvero esprimere un’opinione informata e sensata sulla questione israelo-palestinese.

Com’è strutturata la rubrica

Al fine di rendere il più fruibile possibile questo approfondimento, ho scelto di suddividerlo in 14 articoli (compreso questo), che usciranno ogni mercoledì sul blog, così strutturati:

  • Le origini della Questione Israelo-palestinese (2 articoli);
  • La gestione europea della questione (2 articoli);
  • L’internazionalizzazione della questione (1 articolo);
  • La militarizzazione del conflitto (4 articoli);
  • La fase diplomatica (2 articoli);
  • La Questione israelo-palestinese nel nuovo millennio (1 articolo);
  • Conclusione con alcune riflessioni personali (1 articolo).

Non mi resta che augurarvi una buona lettura.

P.T.