Continua a circolare su molte testate e blog la notizia per cui, “dati alla mano”, il vaccino in Israele non funziona. A quanto pare, infatti, nonostante l’altissimo tasso di vaccinati nel Paese (negli over 60 siamo ormai al 90%), i contagi continuano a salire e con essi i ricoveri, e stando ai dati pubblicati dallo stesso Governo israeliano la maggioranza di infettati e ricoverati sarebbe in persone vaccinate con ciclo completo.

Sono diversi gli articoli che circolano – qui uno di Meteoweb e qui uno del solito ByoBlu – e che affermano questa tesi.

Abbiamo già parlato decine di volte del fatto che i no vax hanno seri problemi con la matematica e non hanno alcuna capacità di svolgere un elementare calcolo statistico. La notizia che il vaccino in Israele non funziona ne è la prova provata.

Verifichiamo i dati e impariamo a fare elementari calcoli statistici.

Il vaccino in Israele non funziona? I dati

Leggendo le parole di Meteoweb, emerge che, per quanto riguarda i ricoveri:

il vaccino in Israele non funziona

La stessa cosa emerge guardando i dati dei ricoveri:

il vaccino in Israele non funziona

Insomma: il vaccino in Israele non funziona.

Per quanto ormai sia abituato alle non doti dei no vax in matematica e statistica, riesce sempre a lasciarmi esterrefatto come i no vax non siano in grado di afferrare un concetto davvero elementare, ossia che quando si parla di campioni numericamente molto differenti, il paragone dei numeri assoluti non conta assolutamente nulla.

Un piccolo esempio pratico prima di proseguire.

Se andaste a verificare l’età di tutti coloro che hanno causato incidenti automobilistici quest’anno, noterete che nella fascia di età 0-17 anni sono 0, mentre nella fascia 18-60 sono il 100%. Se foste no vax, dovreste dedurne che i minorenni guidano 100 volte meglio dei maggiorenni; se invece foste esseri pensati vi accorgereste che i minorenni non hanno la patente, quindi non guidano, quindi non fanno incidenti, ed è solo per questo che in quella fascia d’età gli incidenti stradali sono 0.

Come si leggono davvero i dati

Il rapporto tra numeri assoluti, come detto, non ha alcun valore. Il fatto che i contagi e i ricoveri siano – in numero assoluto – di più tra i vaccinati che tra i non vaccinati non ci dice assolutamente niente sull’efficacia del vaccino, perché il numero assoluto dipende dal numero di vaccinati e dal numero di non vaccinati in generale. i due insiemi, infatti, non sono composti dallo stesso numero di persone, quindi dire “100 ricoverati” assume un significato molto diverso tra il primo e il secondo insieme.

Se ad esempio guardiamo ai ricoveri, ci ritroviamo 278 ricoverati tra i vaccinati e 130 tra i non vaccinati. Già, peccato però che i ricoveri colpiscono principalmente le fasce di età over 60, e in quella fascia di età il 90% delle persone è vaccinata. Il 90 per cento! Questo significa che su 100 anziani, 90 sono vaccinati e 10 no. Se quindi valutiamo i numeri assoluti, è vero che i ricoveri tra i vaccinati sono il 68% mentre tra i non vaccinati appena il 34%, ma non dobbiamo dimenticare che quel 34% è calcolato su appena il 10% della popolazione.

Quando si devono paragonare dati non omogenei, è necessario valutare non il numero assoluto, ma l’incidenza dei ricoveri sul numero di vaccinati e non vaccinati.

Come ben spiegato in questo articolo di Facta:

Il discorso però si ribalta se guardiamo all’incidenza ogni 100.000 abitanti. Sempre prendendo come esempio l’8 agosto 2021, tra gli over 60 ci sono 85,6 ricoverati su 100.000 persone non vaccinate, ma solo 16,3 pazienti ricoverati su 100.000 persone completamente vaccinate. In altre parole, tra le persone oltre i 60 anni è oltre cinque volte più probabile che i non vaccinati finiscano in ospedale rispetto ai vaccinati.

Del resto, è perfettamente normale già a livello logico, prima ancora che statistico, che quando il numero di vaccinati si avvicina al 100%, sarà estremamente più probabile trovare più contagi e più ricoveri nei vaccinati che nei non vaccinati, perché l’insieme di riferimento è 90 volte più grande.

E’ lo stesso discorso che si può fare paragonando in assoluto il numero di morti – per qualunque causa – in un anno negli USA e in Italia: se si vanno a vedere i dati, noteremo che in USA ogni anno muoiono quasi 3 milioni di persone, mentre in Italia appena 600.000. Questo significa che in Italia si muore 5 volte in meno che in USA? No, perché in USA sono 328 milioni, in Italia 60 milioni. E guarda un po’: se mettiamo in rapporto i due insiemi, notiamo che sia in Italia che in USA la percentuale di mortalità sul totale di abitanti è circa dell’1%.

Come emerge da questo banalissimo esempio, risulta chiaro che il paragone assoluto tra vaccinati e non sia totalmente senza significato, e che solo un no vax o un personaggio in evidente mala fede possa ignorare un concetto così elementare.

Quindi: i vaccini in Israele non funzionano solo per chi durante le lezioni di matematica giocava a battaglia navale.

Come al solito, a supporto di queste teorie non ci sono prove e dati, ma solo un potente bias di conferma che, unito al dilagante analfabetismo funzionale, porta le persone a convincersi di avere per le mani una storia coerente suffragata da prove, senza accorgersi che quelle prove sono proprio ciò che dà loro torto.

P.T.