Nel pieno delle nuove misure per evitare il lockdown e sotto l’aumento esponenziale di tamponi, che per ragioni di tracciamento vengono fatti anche a chi non ha sintomi, una domanda continua a dividere l’opinione pubblica: gli asintomatici contagiano?

E’ una domanda importante, poiché se è vero che attualmente, in base ai tracciamenti, risulta che almeno il 90% dei contagiati in italia è asintomatico, capire se gli asintomatici contagiano può portare a conclusioni diverse circa l’opportunità di tracciare chi non ha sintomi e può eventualmente alleggerire l’allarmismo su questa pandemia.

L’inizio delle polemiche è nato quando la Dottoressa Van Kerkhove, a capo del team tecnico dell’OMS, avrebbe dichiarato che gli asintomatici contagiassero solo di rado; in seguito, come si legge nell’articolo, avrebbe in parte ritrattato, ribadendo che la conclusione si basava su dati solo parziali.

E’ stata costretta a ritrattare? Cosa c’è sotto? Come sempre, invece di soffermarsi su dichiarazioni e opinioni di personaggi più o meno esperti sull’argomento ed elaborare strane teorie, l’unica cosa che si deve fare è guardare gli studi scientifici.

Gli asintomatici contagiano? Cosa dice la scienza

In realtà, la letteratura scientifica ad oggi disponibile non solo conferma che gli asintomatici contagiano eccome, ma che la diffusione del virus tramite soggetti asintomatici è la più comune forma di diffusione di Sars-Cov2. Del resto, questo è dimostrato già solo dall’enorme capacità del virus di diffondersi, inspiegabile se a contagiare fossero solo i sintomatici.

Ma la letteratura scientifica non dice solo questo: la Fondazione Gimbe, che ha provato a sintetizzare i risultati di tutti gli studi disponibili (qui il link), ha rilevato diverse caratteristiche importanti per questo virus.

  • Gli asintomatici contagiano e possono farlo per un periodo che arriva fino a 14 giorni;
  • inoltre, altri studi hanno rilevato che i soggetti infetti, sia asintomatici che sintomatici, sono molto più contagiosi nei primi giorni di malattia, ossia quando essa è ancora in fase di incubazione;
  • il virus è in grado di contagiare già dopo breve tempo (si parla di ore) da quando ha infettato il paziente: questo rende sostanzialmente impossibile distinguere un asintomatico da un futuro sintomatico (che non ha ancora sintomi ma li svilupperà dopo qualche giorno) nei primi giorni della malattia, ossia nel periodo in cui si è più contagiosi;
  • la carica virale non influisce sull’asintomaticità o meno del paziente, poiché i soggetti sintomatici hanno mediamente una carica virale simile ai sintomatici, come risulta da questo paper (sulle ragioni di questo, però, non ci sono ancora spiegazioni verificate);
  • gli asintomatici non hanno sintomi evidenti, ma in diversi casi manifestano danni e anomalie polmonari, sulle quali c’è ancora incertezza e carenza di studi specifici (qui e qui due studi sull’argomento).

Perché è importante tracciare gli asintomatici

Insomma: in base a quello che abbiamo a disposizione, siamo sicuri che gli asintomatici siano in grado di contagiare. Questo significa che l’esistenza degli asintomatici costituisce un problema, non una soluzione.

Come dichiarato infatti dal Prof. Pierluigi Lopalco,

«il virus rimane per molto tempo nei portatori e catene di contagio subdole fatte da asintomatici si possono propagare in modo silente ed entrare negli ospedali»

asintomatici contagiano

Come potete capire, riuscire a tenere sotto controllo l’andamento della curva epidemica e tracciare i contagi è molto più complesso quando il 75% dei contagi – qui uno studio – avviene da parte di persone asintomatiche o comunque quando ancora i sintomi non si sono manifestati; questo rende il virus particolarmente subdolo e più complicato da gestire anche di altri virus simili ma decisamente più letali.

Il SarsCov1, infatti, era decisamente più letale e pericoloso, ma era tanto pericoloso che causava sintomi gravi, tali da necessitare un ricovero nella stragrande maggioranza dei casi. Quindi, la possibilità di arginare l’epidemia era più semplice, perché i malati erano visibili, spesso finivano all’ospedale e isolarli era decisamente più semplice.

asintomatici contagiano

Il SarsCov2, invece, agisce per lo più nell’ombra: un soggetto asintomatico spesso non sa di essere malato, non si isola, non evita luoghi affollati e di conseguenza abbassa la guardia in buona fede, aumentando esponenzialmente le probabilità di contagiare qualcuno. Questo è un fattore determinante per la gestione della pandemia, ed è per questo che si fa il possibile per individuarli e per farlo il prima possibile, visto che è proprio nei primi giorni che costoro sono più pericolosi. Senza tracciare gli asintomatici, la situazione sarebbe già largamente sfuggita al nostro controllo da tempo, come del resto è accaduto a inizio pandemia, quando gli asintomatici non sapevamo nemmeno che esistessero.

E se la situazione sfugge di mano, le conseguenze potrebbero essere disastrose per il nostro sistema sanitario (ne ho parlato qui).

Conclude infatti il Prof. Nino Caltabellotta:

«Le evidenze ad oggi disponibili dimostrano che la prevalenza dei soggetti asintomatici è un fattore rilevante nella diffusione del contagio da Sars-Cov-2. Di conseguenza in questa fase della pandemia le misure di sanità pubblica devono essere orientate sia a identificare, tracciare e isolare i soggetti asintomatici, sia a fare rispettare il distanziamento sociale e utilizzare la mascherina quando non è possibile mantenere la distanza di sicurezza»

Per questo, sminuire l’emergenza in corso sul presupposto che “la maggior parte della gente è asintomatica, quindi non c’è di cui preoccuparsi” è un errore grossolano e madornale, poiché questo è solo un problema in più da affrontare per gestire efficacemente questa infinita emergenza. Come sempre, prendere due nozioni a caso per trarre conclusioni senza alcuna competenza né una visione di insieme razionale della situazione, non fa altro che indurci in errore.

P.T.

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