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Oggi voglio fare 7 domande ai complottisti dell’11 settembre.

Con la mia rubrica ho voluto infatti sollevare delle domande ai complottisti dell’11 settembre. Domande logiche, fondate sulle incongruenze che emergono da quella che dovrebbe essere la “versione compolottista”.

Lo scopo del mio “debunking” sui complotti, e sull’11 settembre in questo caso, non è quello di smentire o valutare le prove; questa operazione spetta agli esperti del settore, perché chiunque non abbia le competenze inevitabilmente le valuterà in base al bias di conferma e al Dunning-Kruger Effect.

La logica al servizio dell’incompetenza

Proprio perché la maggior parte delle persone che giudica gli attentati dell’11 settembre non ha le competenze in ingegneria strutturale, aviazione, demolizione e geopolitica per poter interpretare le prove nel merito, quello che è utile fare è affidarsi alla logica e cercare di analizzare gli accadimenti alla luce della versione complottista, per capire se avrebbe senso a prescindere dalle prove.

E’ evidente che, se una tesi non ha alcun senso logico, poco importa l’interpretazione delle prove, perché tanto la tesi è insensata.

L’ipotesi che gli asini parlino armeno è insensata di per sé, poco importa se sostieni di aver visto un video di un asino che muove la bocca e si sentono frasi in armeno, giusto? Prima devi riuscire a dimostrare che gli asini abbiano le corde vocali come le nostre, che conoscano il linguaggio umano, l’alfabeto e la grammatica e anche per quale ragione parlino armeno e non giapponese o cociaro.

domande ai complottisti

Per questo, ho voluto concludere questa rubrica con un articolo – questo – che riassumesse tutte le incongruenze logiche della teoria complottista in forma di elenco di domande per le quali non servono competenze, ma solo capacità di ragionamento. Mi piacerebbe che ognuno di voi, se interessato, sottoponesse questo articolo ai propri amici complottisti chiedendo loro di risolvere queste questioni prima di addentrarsi nelle prove specifiche dei singoli accadimenti. Solo quando avranno saputo risolvere queste incongruenze potranno andare oltre e confermare la teoria con le evidenze scientifiche.

Le domande ai complottisti dell’11 settembre

Eccovi l’elenco di domande che rimangono senza risposta.

Prima domanda

Gli Usa volevano invadere l’Afghanistan; il Paese aveva già 3 risoluzioni ONU a suo carico, ultima – l’embargo – del giugno 2001. Pertanto, bastava che gli USA chiedessero all’ONU l’applicazione della Carta ONU, che prevede espressamente il ricorso alla forza in caso di mancato adeguamento alle Risoluzioni. Inoltre, gli USA hanno il diritto di veto in seno al Consiglio di Sicurezza, il che significa che potevano invadere l’Afghanistan quando volevano e non avrebbero subito alcuna ripercussione internazionale.

Nonostante questa evidente posizione di comodo, gli USA scelgono di inscenare una farsa di proporzioni epiche, costosissima, complessissima, rischiosissima.

Perché lo avrebbero fatto, se non era per niente necessario?

Seconda domanda

Poniamo che, per qualunque ragione, gli USA volessero qualcosa di eclatante per consentirgli mano libera in ambito internazionale.

Ok.

Schiantare due aerei di linea contro il simbolo della potenza economica americana è stato il gesto forse più eclatante dell’ultimo secolo; tutti noi abbiamo impressa nella mente quella scena da Hollywood, con quei due mastodonti che infilzano le torri come fossero burro, facendo esplodere tutto.

Una scena indimenticabile, eclatante, capace di giustificare qualunque reazione.

Ma allora perché sbattersi per farle anche crollare con gli esplosivi?

Se serviva un gesto eclatante, l’impatto aereo aveva già abbondantemente raggiunto lo scopo; l’intervento in Afghanistan, la caccia a Bin Laden, l’aumento degli investimenti militari risultavano già ampiamente giustificati dall’impatto aereo sulle torri; l’ONU e l’opinione pubblica americana avrebbero avallato qualunque reazione già solo con quella scena, non c’era alcuna ragione logica per adoperarsi per far anche crollare le torri.

Perché farlo?

Terza domanda

Ma soprattutto: perché farlo consapevoli dell’enorme complessità derivata dal dover alleggerire e piazzare cariche su due grattacieli da 90 piani, frequentati da migliaia di persone, correndo l’enorme rischio di farsi scoprire, che qualcuno parlasse, che qualcuno si accorgesse di qualcosa, che le cariche venissero scoperte da qualcuno prima dell’attentato?

Perché correre un rischio del genere, del tutto immotivato, quando l’impatto aereo sarebbe stato più che sufficiente?

Quarta domanda

Ma non solo: perché elaborare questa strategia estremamente complessa, essendo ben consapevoli che la versione che avrebbero poi spacciato per ufficiale sfidava ogni legge della fisica? Che era talmente contraria alla fisica che qualunque internauta anche non esperto avrebbe potuto scoprire l’inganno con una semplice ricerca su Google?

Se so per certo che sbattendo un aereo contro le torri, queste non crolleranno; allora perché piazzare di nascosto delle cariche esplosive, farle crollare lo stesso e dire che è stata colpa degli aerei? Perché rischiare di farmi scoprire diffondendo una teoria del tutto improbabile (o almeno così sostengono i complottisti), quando bastava l’impatto aereo e l’esplosione, senza alcun crollo successivo, a giustificare gli intenti degli USA?

Perché complicarsi la vita in questo modo, se non era affatto necessario?

Quinta domanda

E poi ancora: per le stesse ragioni appena individuate, per quale razza di ragione scegliere addirittura di abbattere una terza torre che non c’entrava niente, non era stata colpita da nessun aereo e non aveva alcun senso che crollasse?

Se il crollo dovuto all’incendio era impossibile per la fisica, per quale ragione gli USA avrebbero scelto di piazzare cariche anche nella torre n.7, nonostante gli aerei fossero solo due e ben sapendo che avrebbero impattato solo sulle torri gemelle, e farla crollare per poi doversi inventare giustificazioni inaccettabili sul piano scientifico?

Perché complicarsi la vita abbattendo un terzo palazzo a caso e creare il problema di doverne giustificare il crollo?

Sesta Domanda

E allora il Pentagono? Se come detto l’attentato degli aerei sul WTC era più che sufficiente per giustificare invasioni e investimenti militari, che senso aveva adoperarsi anche per lanciare un aereo sul Pentagono?

Anzi: che senso aveva lanciare un missile Cruise sul Pentagono di nascosto e poi sostenere che era stato un Boeing? Perché inscenare questa farsa, costringendo gli autori a corrompere testimoni, nascondere video, alterare prove, creare finti resti dell’aereo da piazzare in pieno giorno davanti al Pentagono, correndo rischi giganteschi di farsi scoprire e mandare all’aria l’intero piano?

Perché prendersela anche col Pentagono e assumersi centinaia di altri rischi inutili, se i due aerei sulle torri erano più che sufficienti?

Settima domanda

L’ultima delle domande ai complottisti è la seguente: perché inventarsi un quarto aereo, che non si è mai schiantato contro niente, lasciando aperte numerose questioni di fronte all’opinione pubblica, ottenendo come unico risultato quello di aumentare i dubbi sull’attentato? Quell’aereo era completamente inutile ai fini del complotto: non serviva come giustificazione, non ha lasciato nessuna immagine eclatante, non ha colpito alcun obiettivo.

Se non era vero che era stato dirottato e tutto quello che ne è conseguito, perché inventarselo di sana pianta senza alcuna ragione?

La logica viene prima dell’evidenza scientifica

Questo è ciò che vorrei sapere dai complottisti; queste sono le incongruenze logiche della loro versione, le domande ai complottisti dell’11 settembre dalle quali vorrei avere risposta per convincermi che il complotto, fatto così, avrebbe avuto senso e quindi spingermi ad andare a verificare meglio tutte le prove del caso.

C’è qualche complottista che vuole provare a convincermi dando delle spiegazioni sensate ai miei dubbi legittimi?

P.T.

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